«Di Bella, risultati sconfortanti»

«Di Bella, risultati sconfortanti» Gli oncologi e gli effetti della cura su 333 pazienti: non funziona nel 98% dei casi «Di Bella, risultati sconfortanti» La Lombardia anticipa i primi dati MILANO DALLA REDAZIONE Con gentile eufemismo gli oncologi che hanno verificato sui primi 333 pazienti gli effetti della cura Di Bella, hanno definito i risultati «sconfortanti». Dicono i dati che nel 33,3 per cento dei casi «non si è notato alcun cambiamento nel male», nel 50,4 per cento si è verificata una «progressione del tumore nella stessa sede», e nel 14,7 per cento la progressione si è verificata in una nuova sede. Sull'intero campione dei 333 pazienti, solo uno (statisticamente lo 0,3 per cento) ha fatto registrare una risposta parziale alla terapia e in 4 casi (l'I,2 per cento) si è notata «una risposta minore», cioè un piccolissimo progresso. I risultati di questa prima tranche della ricerca chiamata «sperimentazione osservazionale» - in corso da tre mesi nelle 32 strutture sanitarie lombarde individuate dalla giunta regionale - sono stati presentati ieri nel corso di una conferenza stampa, presenti il presidente della giunta regionale, Roberto Formigoni (Forza Italia), l'assessore alla Sanità, Borsani (Alleanza nazionale) e una rappresentanza di oncologi del «Gruppo per il monitoraggio dei trattamenti e la verifica dei risultati». Visti i risultati, sveltamente si è smarcato Formigoni, protagonista con il Polo di una batta- glia durata mesi in difesa di Di Bella e della sua cura (persino maifestazioni di piazza al grido di «Libertà, libertà»), contro «l'insensibile» ministro Rosy Bindi). Questa volta Formigoni ha detto il contrario: «Una malattia così devastante non può essere usata per una battaglia politico-ideologica» . Proprio gli oncologi hanno illustrato i risultati, rilevando anche che su 480 pazienti il metodo Di Bella ha fatto registrare 112 casi di tossicità (23 per cento) soprattutto di tipo gastroenterico, che in 16 pazienti (3,3 per cento) ha causato l'interruzione del trattamento. Tutti dati che hanno indotto a parlare di risultati «sconfortanti che lasciano l'amaro in bocca se riferiti alla grande speranza che il metodo aveva suscitato nei pazienti». Ha ammesso l'oncologo Alberto Scanni: «Non abbiamo elementi scientifici per consigliare questo tipo di cura come terapia di prima linea. Solo nel caso che ogni altra terapia abbia fallito, il paziente, se volesse, potrebbe farvi ricorso». Alla Regione Lombardia la sperimentazione del metodo Di Bella è costata nei primi sei mesi (al 30 giugno) circa nove miliardi di hre, secondo quanto ha riferito l'assessore Borsani, mentre il presidente Formigoni ha precisato che attraverso variazioni di bilancio queste spese saranno equamente suddivise tra tutti gli assessorati regionali. Giusto per non farne una battaglia ideologica Borsani e Formigoni hanno attaccato il governo. «Se da parte del ministero della Sanità - ha detto l'assessore Borsani - ci fosse stata più elasticità e ci fosse stata data la possibilità di avere la somatostatina a 25 mila hre come avevamo chiesto, la spesa poteva essere inferiore e in ogni caso poteva benissimo essere messa a carico del servizio sanitario nazionale». Formigoni ha assicurato che la giunta si è mossa in base alla drammaticità di una emergenza sociale. «C'era un grande numero di malati - ha detto - le cui famiglie dovevano spendere diversi milioni al mese per una speranza di vita, mentre anche per i gravi ritardi del governo mancava la sperimentazione sul metodo: di fronte alla necessità di tutelare il diritto alla vita e il diritto alla libertà di scelta della cura, non ce la siamo sentita di dire di no». , Infine, Formigoni ha aggiunto: «Ho sempre sostenuto che agendo così non intendevamo validare in alcun modo l'efficacia del metodo Di Bella e ho fatto appello personalmente ai malati a non abbandonare i metodi di cura tradizionali». Personalmente. LA MULTITERAPIA IN LOMBARDIA Pazienti testati: 333 Nessun cambiamento: 33,3% dei casi Progressione del tumore nella stessa sede: 50,4% Progressione in una nuova sede (metastasi): 14,7% Risposta parziale 0,3% (1 caso) alla terapia: Risposta minore: 1,2% (4 casi) Secondo la Regione Lombardia la cura Di Bella nel 33,3% dei casi non ha sortito effetti e nel 50,496 si è verificata una progressione del tumore

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