Acqui, al sindaco il braccio di ferro con cento nomadi di Selma Chiosso
Acqui, al sindaco il braccio di ferro con cento nomadi Occupa il campo, loro vanno via Acqui, al sindaco il braccio di ferro con cento nomadi ACQUI. A muso duro contro i nomadi. Che poi hanno ceduto, allontanandosi dalla città. E' finita con la vittoria del sindaco leghista Bernardino Bosio la «guerra» che il primo cittadino aveva dichiarato poche ore prima a un centinaio di slavi accampati in un'area privata della zona termale: era stato rotto un lucchetto per entrare. Il «braccio di ferro» è cominciato alle 20. Bosio si è presentato accompagnato da un centinaio di volontari, tra cui tutti i consiglieri comunali leghisti, commercianti, professionisti ma anche gente comune. «Il presidio continuerà - aveva annunciato il sindaco - finché non se ne saranno andati tutti. Non riesco proprio a capire perché lo Stato fa rispettare le leggi solo a chi già le rispetta. Da giorni ho chiesto l'intervento della questura per far allontanare quelle persone, ma senza risultato. Allora, prendiamo l'iniziativa noi». Il sindaco è uno degli esponenti di spicco del Carroccio e non è nuovo a prese di posizione dure e polemiche nei confronti di stranieri indesiderati. Ad esempio, aveva proposto di istituire una «taglia» sugli albanesi clandestini. In città, poi, da tempo ha vietato la sosta ai nomadi nel Foro Boario e piazza Allende (recentemente ribattezzata in parte piazza San Marco), punti di riferimento per le carovane. Ma stavolta si è trovato ad affrontare una sorta di «invasione». Complice una fiera, erano arrivati nei giorni scorsi un centinaio di slavi. Bosio ha mandato i vigili ad allontanarli. Senza risultato. Allora ha chiesto l'intervento delle altre forze dell'ordine. Ancora un buco nell'acqua. Così ha deciso il presidio a oltranza. Ieri sera, alla vista degli acquesi e presente un consistente schieramento di carabinieri, poliziotti e vigili, i nomadi hanno reagito con rabbia, ma solo a parole. Si sono allontanati sgommando con le loro auto e insultando i presenti. «Il sindaco vuole bruciarci - ha commentato uno slavo -, è peggio di Hitler». Poi via, verso Asti. Bosio è rimasto impassibile a osservare lo sgombero. «Sono soddisfatto del risultato raggiunto - ha commentato verso le 21, quando anche l'ultima roulotte se n'è andata -, anche se avrei preferito non arrivare a questo punto». E Bosio ha annunciato che le polizie municipali di Alessandria, Mondovì e Acqui (tutte a guida leghista) ora presidieranno le città per evitare l'arrivo di altri nomadi. Selma Chiosso
Persone citate: Bernardino Bosio, Hitler
Luoghi citati: Acqui, Alessandria, Asti, Boario, Bosio, Mondovì
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