Kosovo, Londra e Parigi scelgono la forza
Kosovo, Londra e Parigi scelgono la forza II leader albanese Rugova respinge il piano internazionale e chiede l'indipendenza subito Kosovo, Londra e Parigi scelgono la forza Infuriano gli scontri, Francia e Gran Bretagna redigono la risoluzione ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Francia e Gran Bretagna stanno preparando la bozza per la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu sulla crisi del Kosovo. Il testo, che dovrebbe essere approvato la settimana prossima, prevede l'immediato cessate il fuoco e la ripresa del dialogo tra Belgrado e gli albanesi del Kosovo. Lo ha annunciato ieri il portavoce del ministero degli Esteri francese Yves Doutriaux, aggiungendo che per entrambe le parti vengono enunciati gli obblighi stabiliti dal gruppo di contatto che si è riunito mercoledì a Bonn. I sei Paesi membri del gruppo (Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia e Russia) chiedono l'immediata cessazione delle ostilità, nuove trattative, il rispetto da parte di Milosevic degli obblighi assunti durante il suo soggiorno a Mosca e la sicurezza e la libertà di movimento per gli osservatori internazionali mandati nella regione. Se questi obblighi non dovessero essere osservati, «altre misure coercitive possono essere prese, comprese quelle che devono essere approvate dal Consiglio di sicurezza dell'O¬ nu». La bozza della risoluzione prevede inoltre la presenza militare internazionale nel Kosovo sul modello delle forze Onu e Nato stazionate in Bosnia. In vista della risoluzione, il ministro degli Esteri tedesco Klaus Kinkel si appresta a partire per Mosca per convincere i russi a non opporsi a un eventuale intervento militare della Nato nella regione. Il leader albanese Ibrahim Rugova ha duramente criticato il gruppo di contatto per aver respinto la tesi dell'indipendenza del Kosovo. «Stanno esagerando nel favorire Slobodan Milosevic» ha detto Rugova, aggiungendo che sinora il presidente jugoslavo non ha rispettato la richiesta del gruppo di ritirare le sue truppe dal Kosovo e di accettare la mediazione internazionale. «La miglior soluzione alla crisi sarebbe il riconoscimento dell'indipendenza» ha concluso Rugova. Nel Kosovo continuano i combattimenti. Due albanesi sono stati uccisi ieri mattina dalle forze jugoslave mentre tentavano di entrare dall'Albania nel Kosovo nelle vicinanze di Prizren. A detta dei serbi i due facevano parte di un gruppo armato che voleva attraversare illegalmente il confine. Secon¬ do il comunicato ufficiale di Belgrado un altro episodio del genere si è svolto nella zona di Djakovica, dove le truppe di Milosevic hanno ucciso «più albanesi». Ma gli scontri più violenti sono in corso nei villaggi intorno a Pec, dove i guerriglieri dell'esercito di liberazione del Kosovo si battono contro i soldati dell'esercito jugoslavo. Centinaia di civili albanesi sono fuggiti dai bombardamenti dell'artiglieria pesante serba che ha dato fuoco alle case. Non si sa il numero delle vittime, ma a detta del portavoce dell'alto commissariato per i profughi dell'Onu, Cris Janowski, le truppe di Milosevic hanno aperto il fuoco sulle colonne dei profughi, di cui soltanto 300 sono riusciti a raggiungere l'Albania. Tra i Paesi tra cui l'Uck raccoglie fondi per comperare armi vi è anche l'Italia. Con lo slogan «La patria chiama», pubblicato sul giornale «Zeri i Kosoves», organo del Movimento popolare del Kosovo, braccio politico dell'Uck, i sostenitori dell'indipendenza del Kosovo sono invitati a pagare su un numero di conto della Cassa di Risparmio di Fabriano. Ingrid Badurina I
Persone citate: Cris Janowski, Ibrahim Rugova, Klaus Kinkel, Milosevic, Rugova, Slobodan Milosevic
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