Rischio Russia: bancarotta e golpe di Anna Zafesova

Rischio Russia: bancarotta e golpe Il prestito del Fondo monetario potrebbe non bastare, il leader chiede aiuto a Kohl e Chirac Rischio Russia: bancarotta e golpe Eltsin: posso bloccare i piani per destituirmi MOSCA NOSTRO SERVIZIO La Russia sprofonda sempre di più in un baratro economico e sociale. E mentre il rublo è in caduta libera e la protesta cresce come una valanga, a Mosca cominciano a circolare voci inquietanti su Boris Eltsin e le sue chances di conservare il potere. In attesa del «sì» del Fondo monetario internazionale per un credito di 10-15 miliardi di dollari per sostenere il rublo, i numeri della Borsa e dell'economia sono drammatici. Il premier Serghej Kirienko ieri, parlando davanti al Consiglio Federale, la camera alta del parlamento russo, è stato spietatamente franco: «Il mercato finanziario in Russia è oggi praticamente inesistente, è stato ridotto a zero». La rivelazione è stata accolta in silenzio da una platea ostile. Alla vigilia del discorso del premier molti senatori - spaventati dalle dimensioni che stanno prendendo in pro- vincia le manifestazioni e gli scioperi - hanno fatto capire di voler chiedere a Eltsin la destituzione del governo Kirienko. Il giovane premier però ieri è riuscito a guadagnarsi il sostegno della camera alta annunciando un «cambio della rotta economica»: da un sistema liberista allo sviluppo della produzione. Misure che comunque si faranno sentire solo tra molti mesi. Nel frattempo la fuga dei capitali dal mercato dei titoli di Stato russi continua, anche se le febbrili trattative condotte in questi giorni da Anatolij ChubaiS con la delegazione del Fmi verranno quasi sicuramente coronate dal successo. Ma nemmeno la promessa di 15 miliardi di dollari per stabilizzare il rublo può rassicurare gli investitori: soltanto mercoledì la Banca centrale ha speso un miliardo di dollari per salvare la moneta nazionale da un crollo catastrofico. Se le cose andranno avanti nello stesso modo, i soldi dell'Occidente basteranno per appena due settimane. Una situazione drammatica che ha costretto Boris Eltsin a intervenire in persona. Ieri il presidente russo ha telefonato al presidente francese Jacques Chirac e al cancelliere Helmut Kohl, allo scopo, secóndo i comunicati ufficiali del Cremlino, di «informarli sulla si¬ tuazione economica in Russia». Ma voci che circolano nei corridoi del governo affermano che i soldi del Fmi potrebbero non bastare e che forse Eltsin è stato costretto a chiedere nuovi prestiti ai suoi «amici» europei. Ma in queste circostanze, con un'economia che cola a picco e quasi la metà della popolazione che non riceve in tempo i propri salari, comincia ormai a tremare anche il trono di zar Boris. Mosca si riempie di voci e di scenari più o meno fantapolitici di un colpo di palazzo. Dei quali il presidente forse è al corrente: ieri ha dichiarato, a sorpresa, che ogni «piano di presa del potere fallirà». E poi, rivolgendosi a un gruppo di alti ufficiali, ha aggiunto: «Voi questi piani li conoscete bene». Non è chiaro chi si nasconde dietro le «forze estremiste» che il presidente ha indicato come fonte di pericolo. Ma nel frattempo molti suoi uomini cominciano a guardare altrove. Due giorni fa il Cremlino è stato scosso da uno scandalo clamoroso: Igor Shabdrasulov, vice del capo dell'amministrazione presidenziale, ha dichiarato in un'intervista che Eltsin farebbe meglio a non ricandidarsi nel 2000 perché la sua salute «non è ideale». Ieri un altro segnale inquietante è venuto dalla «Nezavisimaja Gaze- ta», quotidiano di solito informatissimo, ma soprattutto di proprietà del magnate Boris Berezovskij, l'uomo di punta di quella squadra di «oligarchi» che sempre più spesso si propone come il vero governo del Paese. In un articolo firmato dal direttore Vitalij Tretiakov viene descritta nei minimi dettagli l'istituzione di una sorta di consiglio di reggenza, per garantire una cessione pacifica del potere di Eltsin e nuove elezioni che dovrebbero prevenire un'esplosione sociale. I problemi di salute del presidente russo sono da tempo ormai un segreto di Pulcinella. Ma lo è anche il desiderio del padrone del Cremlino di rimanere tale anche per un terzo mandato. E nella Russia dei clan, degli intrighi e delle lobbies una dichiarazione come quella di Shabdrasulov può significare che una parte dell'elite politica ed economica del Paese ha deciso che Eltsin se ne deve andare. Anna Zafesova La vignetta dell'Economist si chiede se il vizio dell'alcol attribuito a Boris Eltsin (foto sotto) e la scarsa esperienza del giovane premier Serghej Kirienko (foto grande con lo speaker della Duma Igor Stroiev) possano condurre la Russia al fascismo

Luoghi citati: Mosca, Russia