«Forse Diana era incinta»

«Forse Diana era incinta» Il principe a landra per l'inaugurazione della boutique di Krizia «Forse Diana era incinta» Le rivelazioni di Emanuele Filiberto LONDRA. «Diana e Dodi si amavano molto. Penso che si sarebbero sposati presto e Diana forse era incinta». Nel tormentone britannico sulla «regina di cuori» s'inserisce, inatteso, Emanuele Filiberto di Savoia. Furse sa di gettare benzina sulle fiamme, ma non lo dà a vedere. Con gli occhi sorridenti e una punta di malizia sulle labbra ripete quella frase. Poi aggiunge, come spiegazione: «Conoscevo Dodi molto bene: era un grande amico, una bravissima persona. Quando c'è stato l'incidente ero a Parigi. Mi hanno svegliato alle 4,30 di notte per dirmelo». Era inevitabile che il discorso finisse su Diana: il rampollo di casa Savoia parla infatti in uno dei saloni stuccati di Spencer House, la stupenda casa che dà su Green Park, a un tiro da Buckingham Palace, e che era appartenuta alla famiglia della principessa. In una modernissima tunica nera, la fine barba incolta, Emanuele Filiberto è fra gli ospiti con cui Krizia festeggia l'apertura della sua boutique londinese con un'elegante cena in quel maestoso palazzo neoclassico. Diana, insomma, è nell'aria; anche per Krizia - al secolo Mariuccia Mandelli - che la annoverava fra le sue clienti più strette e l'aveva avuta ospite nel suo hotel di Barbuda, durante una della «fughe» della principessa da Londra e dai paparazzi. Possibile che Diana fosse già incinta?, domando a Emanuele Filiberto ricordando le smentite ufficiali. «Non è detto che non si conoscessero già prima», risponde con l'aria di chi la sa più lunga ma non vuol dire. Divaga: «Sono qui perché Krizia mi piace molto». Sorride, sa- luta alcuni amici, è perfettamente disinvolto e a proprio agio in quel mix un po' strano, in cui la jeunesse dorée londinese - epidermiche modelle come l'onnipresente Tara e le sue emule - è accorsa al fianco di nomi celebri per festeggiare Krizia: dalla Maharani di Jaipur a Lord Rothschild che ha restaurato la Spencer House dopo avere acquistato un lease di 110 anni dagli Spencer, dalla rock star Mick Hu- cknall (Simply Red) alla figlia di Guglielmo Marconi. Più il senatore Mario D'Urso, organizzatore della serata «come amico, ma anche per sostenere chi dà lavoro in Italia». Emanuele Filiberto non si sottrae. E l'idea del complotto contro Diana e Dodi? «Non si può escludere niente». Parla di Carlo, ammettendo di non conoscerlo bene («Ci salutiamo, ma non si può avere rapporti con tutti») e definendolo «una gran brava persona, molto intelligente». Ma poi parla anche di altre cose. Della sua «voglia di vedere l'Italia», del suo impegno ad «andarci ad abitare appena potrò». Politica? «Niente, bocca cucita». Su un solo tema è tagliente: la nazionale di calcio. «Cesare Maldini - dice - ha sbagliato molte cose. Ai mondiali abbiamo giocato malissimo. Alla partita con la Francia ero avvolto nella bandiera, sono rimasto malissimo». E la festa continua. Krizia superfesteggiata fra lumi e lucciole di mezzo mondo. La sua accogliente boutique, su due piani nella elegante Conduit Street e con l'ingresso rivolto verso New Bond Street, è un'altra perla del suo impero, dopo quelle di Parigi, New York, Milano, Venezia e Roma (senza contare le 48 in franchising in ogni parte del mondo). Un ritorno, per l'esattezza: «Dopo un anno e mezzo che cercavamo una nuova sede più adatta», spiega: «Londra è assolutamente importante. Bisogna esserci». La sua arma? «La qualità del lavoro quasi sartoriale, la ricerca dei tessuti e dei colori». Insomma, le armi di sempre. [f. gal.] Emanuele Filiberto di Savoia insieme con Krizia all'inaugurazione della boutique londinese