Tutti a scuola fino a 15 anni»

Tutti a scuola fino a 15 anni» Tutti a scuola fino a 15 anni» Compromesso a sorpresa fra ppi e Rifondazione IL CASO LE «SPINE» DELL'ULIVO JIl.mmi.ji |j^-*t"IÌ'<Ì# TTJTTta scuola fino a 15 anni. Almeno per il momento. Rifondazione e ppi ritrovano un punto d'intesa, la maggioranza si ricompatta e la mini-riforma sull'innalzamento dell'istruzione obbligatoria pare fatta. La montagna ha partorito il topolino? Tocca al popolare Mattarella, capogruppo ppi alla Camera, dare l'annuncio al termine del vertice a Palazzo Chigi, poco dopo le 17: «In attesa dell'approvazione della riforma dei cicli - spiega - l'obbligo viene aumentato di un anno e quindi salirà complessivamente a 9 anni. Come conseguenza, l'età dell'obbligo passa da 14 a 15 anni». Tutto nella scuola, «anche se - avverte Mattarella - viene previsto un riferimento alla legge sull'autonomia scolastica che stabilisce forme di integrazione con percorsi formativi diversi. Sarà quindi possibile una collaborazione tra la scuola e questi percorsi formativi diversi». E' un'intesa che soddisfa Palazzo Chigi («Rappresenta il primo passo della verifica e dimostra lo spirito di collaborazione con cui prosegue il confronto tra i partiti della maggioranza», sostiene il portavoce del¬ la Presidenza del Consiglio, Levi); e Luigi Berlinguer, ministro della Pubblica Istruzione, canta vittoria: «Se il buongiorno si vede dal mattino, l'accordo è un bel segnale per la maggioranza che esce dalla verifi¬ ca». E conferma «la procedura di urgenza per questo provvedimento: sarà in aula già martedì prossimo alla Camera». Anche il prc depone l'ascia di guerra e accetta di voltare pagina: «Anzitutto, viene cancellato il comma che consentiva di assolvere all'obbligo scolastico in corsi e coisetti di formazione professionale, anziché nella sola secondaria - sostiene Scipione Semeraro, responsabile del Dipartimento scuola di Rifondazione -. Poi, in attesa del riordino dei cicli, si prevede una fase transitoria durante la quale l'obbligo sale da 8 a 9 anni, pur nella prospettiva di arrivare ai 10. Infine, si demanda al ministro dell'Istruzione il compito di disciplinare con proprio decreto l'organizzazione dell'innalzamento stesso». Già nel secondo pomeriggio si conoscono i particolari dell'intesa: martedì, a Montecitorio, Ulivo e Rifondazione presenteranno un emendamento che introdurrà, in sintesi, tre cambiamenti: salta la possibilità di frequentare, dopo la media, un corso di formazione professionale anziché il biennio della secondaria superiore; fino all'approvazione della riforma complessiva, l'obbligo passa dai 14 ai 15 anni (ma tendenzialmente viene già fissato ai 16); tocca a Berlinguer far quadrare il cerchio, fissando per decreto le regole di attuazione. «Si seguiranno le linee dell'autonomia scolastica - precisa il ministro -, che prevedono forme di flessibilità e percorsi individualizzati in una scuola rinnovata e aperta». Tutto lascia intendere che il provvedimento può essere legge entro l'estate. «Ma l'innalzamento dell'obbligo - ricorda Berlinguer andrà in vigore nell'anno scolastico '99-2000. Anche se il Parlamento, superato il nodo politico, dovrebbe approvare il ddl subito, ci vorranno poi sette mesi per attuarlo». Insomma, la palla passa da Palazzo Chigi a Viale Trastevere e, di fatto - mediatori i «sacerdoti del rinvio» - la resa dei conti in seno alla maggioranza pare solo rimandata. L'ipotesi di soluzione è tutta politica e per nulla «pedagogica», con la prospettiva di un innalzamento graduale dell'istruzione obbligatoria e con l'introduzione di una fase «sperimentale» di durata quanto mai incerta (la formula «sperimentale» dell'esame di maturità, mtrodotta nel '69 è cambiata solo ventinove anni dopo!). «Accordo indecente», tuona Carlo Giovanardi, capogruppo dei deputati ccd. «Si torna all'innalzamento di un anno che si configura come un mero prolungamento della scuola media e non come un vero incremento dell'istruzione e della formazione per tutti». E già si dividono i sindacati-scuo¬ la. E' soddisfatto il segretario generale aggiunto della Cisl, Sandro D'Ambrosio, secondo il quale è stato fatto un «passo in avanti». Di parere opposto il segretario generale della UÙ-scuola, Massimo Di Menna: «Il nostro giudizio non è positivo. L'accordo ci appare come un rinvio del problema dell'innalzamento dell'obbligo. Si tratta di una mediazione al ribasso che mantiene il sistema scolastico italiano al di sotto della realtà europea». Negative, anche, le prime reazioni dal mondo della scuola. «Sbalorditivo, sorprendente, disarmante», reagisce Giuseppe Bertagna, caporedattore di Scuola e didattica e di Nuova secondaria, le riviste più lette dagli insegnanti. «Un accordo poco saggio. E i primi a rimetterci saranno i 150 allievi che nel primo anno delle superiori saranno sottoposti al turismo scolastico forzato, andando fuori dalle aule per qualche ora al giorno o per qualche giorno la settimana. Così si legittima un percorso formativo di serie B per chi sarà oggetto di progetti "mirati"». Mario Tortello Sarà Berlinguer a disciplinare l'innalzamento d'età , p gpimpediscono. Si va verso una misura valida per l'insieme del Paese, però con risorse molto modeste: scompariranno quelle voci contributive a carico dei datori di lavoro mente, ma ha anche ribadito che in ogni caso dal gennaio del '99 si adegueranno ai livelli raggiunti dagli altri partner europei. L'asta dei Bot ieri, con il tasso lordo dei titoli annuali sceso al 4,35%, secondo ambienti del gover-ti ministro dell'Istruzione Luigi Berlinguer Tutti a scuoCompromesso aSarà Berlinguer a disciplinare l'innalzamento d'età ti ministro dell'Istruzione Luigi Berlinguer