«Bisogna fare un salto in avanti» di Stefano Lepri

«Bisogna fare un salto in avanti» Méntre Bahkitalia ridimensiona le previsioni sulla crescita del pil: si arriverà soltanto al 2% «Bisogna fare un salto in avanti» Prodi: in caso contrario l'Italia corre dei rischi ROMA. Quanto all'economia, forse la «verifica della maggioranza» è la malattia di cui vorrebbe essere la cura. Passano le ore dal vertice dei partiti e gli argomenti lì discussi restano inafferrabili. Frattanto, le previsioni sulla crescita del prodotto interno lordo continuano a ridimensionarsi: ieri il vicedirettore della Banca d'Italia, Pierluigi Ciocca, ha detto che si arriverà circa al 2%, invece che al 2,5% desiderato dal governo, e al 2,2-2,3% in media stimato dai centri studi. Colpa della crisi asiatica, dice Ciocca; ma se la domanda interna tira meno che nel resto d'Europa, obiettano altri, c'entra qualcosa anche l'instabilità politica. «O fa un salto in avanti o l'Italia corre i suoi rischi», ha detto il presidente del Consiglio ieri a Cassino. Anche a lui i segnali di rallentamento sono arrivati: «Nelle ultime settimane, la crisi asiatica ha dato effetti negativi anche in Francia e in Germania. Ci sono le possibilità di rilanciare l'Europa, ma non più come qualche mese fa». Prodi confessa «esasperazione e tristezza per la difficoltà di uno sviluppo più veloce» all'Italia; ma esclude «promesse inutili». Rispetto all'Euro, l'unica altra strada possibile sarebbe stata «una grande svalutazione della lira» che però si sarebbe risolta in «un inganno per il cittadino». «Il discorso della stabilità - aggiunge - prescinde dalla mia persona. Ma dobbiamo dimostrare al mondo che l'Italia ha una politica costante, verso una direzione prevedibile». E conclude con una battuta, che fa riferimento al motto dei mo¬ naci benedettini «Ora et labora»: «Dovrebbe essere la regola dell'Europa - dice il premier -. La sintesi fra spirito e corpo». Dalla verifica politica si attendevano segnali di fiducia. Ci sarà uno sgravio contributivo per le imprese? Sì, modesto, ammettono Tesoro e Lavoro : dovrebbero essere aboliti i contributi ex-Gescal ed Enàoli. Sono 1500 miliardi: li si otterrà con una tassa ecologica? Forse, per ora non c'è nulla di preciso, sostengono alle Finanze. Come funzioni il conto dei 36.000 miliardi in tre anni per sviluppo e occupazione, è finora poco chiaro agli uffici competenti. E l'assunzione, promessa a Fausto Bertinotti, dei 160.000 precari dei «lavori socialmente utili»? «Certo non saranno assunti tutti - è una risposta - e si cercherà di scegliere quelli disposti a fare lavori veri». «Da quanto ho capito leggendo i giornali - dice Carlo Azeglio Ciampi, ed è probabilmente significativo che il ministro del Tesoro si esprima così - la questione dei lavori socialmente utili non sarà affidata all'Agenzia per il Sud ma a Italia Lavoro, una società che già esiste». Risulta che le assunzioni sono già conduciate, ammontano a tutt'oggi a 2595. E forse sono meno di 160.000, secondo altri calcoli sono 135.000, i disoccupati che per 800 mila lire al mese dovrebbero lavorare 20 ore la settimana. Alle confederazioni sindacali sono sempre piaciuti poco; di «soluzione confusa e pasticciata» ha parlato ieri Sergio D'Antoni, leader della Cisl. Per ridare fiato all'economia, si era cercato un qualche segnale espansivo, o di fiducia. Ma lo sgravio contributivo, è ormai chiaro a tutti - ha concluso ieri il presidente della Confindustria Giorgio Fossa non si può darlo al solo Mezzogiorno, perché gli accordi europei lo impediscono. Si va verso una misura valida per l'insieme del Paese, però con risorse molto modeste: scompariranno quelle voci contributive a carico dei datori di lavoro classificate sotto etichette ormai vuote, ex-Gescal ed Enaoli, 0,6% in totale. L'idea di un'operazione più coraggiosa sul costo del lavoro, per accrescere la competitività, è per ora rinviata. La speranza che l'economia italiana riprenda slancio resta affidata agli incentivi per le ristrutturazioni della casa che, dopo una partenza lenta, sembrano ora funzionare un po' meglio; come pure alla discesa dei tassi di interesse. A questo proposito, Prodi ha sottolineato che i tassi sono calati lentamente, ma ha anche ribadito che in ogni caso dal gennaio del '99 si adegueranno ai livelli raggiunti dagli altri partner europei. L'asta dei Bot ieri, con il tasso lordo dei titoli annuali sceso al 4,35%, secondo ambienti del gover- no mostra che il mercato è pronto per un ribasso; e conferma da questo lato un certo ottimismo sulla finanza pubblica. H Tesoro tende ad escludere sfondamenti dal lato della spesa corrente, che anzi nei primi 5 mesi sarebbe in calo del 2%; a fronte di un aumento del 48% nelle spese per investimenti. Il conto di 36.000 miliardi in tre anni per occupazione e sviluppo è stato ottenuto dalla presidenza del Consiglio sommando alle risorse già opponibili un impiego esclusivo dei «fondi globali» a disposizione nel bilancio pubblico per tutti gli imprevisti. Nella pratica, tutto è da definire. Le grandi scelte sembrano rinviate alla legge finanziaria '99, nel mese di settembre. Stefano Lepri Ciampi: «La gestione dei lavori sociali non va all'Agensud» A sinistra Il presidente del Consiglio Romano Prodi Qui accanto Giorgio Fossa Il ministro per l'Economia Carlo Azeglio Ciampi