I killer violano Forcella: ucciso un boss

I killer violano Forcella: ucciso un boss Napoli, agguato nella roccaforte della camorra: muore uno dei Giuliano, ferito un parente I killer violano Forcella: ucciso un boss Tre sicari sparano tra la folla NAPOLI. Killer a Forcella, nel cuore antico della città, da sempre roccaforte di una delle più potenti organizzazioni camorristiche di Napoli. A cadere sotto i colpi di almeno tre sicari, per la prima volta dopo decenni, è stato proprio un esponente della famiglia che qui comanda su uomini e cose. Nell'agguato, compiuto tra la folla che dopo gli spari si è volatilizzata facendo piombare i vicoli nel silenzio, è morto Giuseppe Giuliano, 63 anni, mentre è rimasto gravemente ferito Vincenzo Colucci, 47 anni. Sono rispettivamente zio e cugino di Luigi Giuliano, il capoclan che qui chiamano «Loigino» e che, per il suo cuore malato, adesso è detenuto a Milano nel Centro clinico del carcere di San Vittore, in regime di 41 bis. Gli assassini sono arrivati in vico degli Zuroli, a meno di venti metri dall'abitazione del padrino, ma le vedette del clan, quelle che hanno reso per anni inespugnabile il rione, non hanno dato l'allarme, e il sistema di sicurezza che ha trasformato Forcella in un fortino non è scattato. I killer hanno fatto fuoco tra la gente ammazzando all'istante Giuseppe Giuliano, fratello del capostipite Pio Vittorio, il padre di «don» Luigi. Nella sparatoria è rimasto ferito Vincenzo Colucci che gli stava accanto, anche lui appartenente alla famiglia e negli anni scorsi coinvolto nelle indagini sul se- questro di Gianluca Grimaldi, il nipote dell'armatore napoletano. • Appena spenti gli echi degli spari, sono spariti tutti e all'arrivo di carabinieri e polizia, Forcella pareva un deserto: l'unica traccia dell'agguato, una scia di sangue, un rivolo rosso tra i lastroni di pietra lavica. Scena diversa nel vicino e fatiscente ospedale Ascalesi, dove sono stati portati il ferito e il cadavere dello zio del boss. Decine di famigliari, ma anche persone venute a testimoniare fedeltà al clan, sono accorse nel cortile dell'edificio. E un piccolo gruppo di donne si è raccolto anche davanti all'abitazione di «Loigino», gridando contro gli infami che hanno portato la morte a Forcella. Ma all'attacco sferrato da clan rivali non sembrano dare molto credito gli investigatori. L'ipotesi che prende sempre più corpo con il passare delle ore è quella di una sfida per la conquista del potere all'interno della stessa famiglia Giuliano. Uno scenario che rimanda all'uccisione dell'aw. Anyo Arcella, il legale del capoclan, assassinato nel dicembre '96 in un agguato. Sono diversi i motivi che spingono gli inquirenti lungo la pista di un regolamento di conti interno all'organizzazione. L'età della vittima e il suo ruolo apparentemente defilato nel clan non giustificherebbero un'azione di guerra, simbolica ed eclatante, da parte di una banda nemica. £ qualcuno ricorda che a Forcella si spara soltanto per ordine dei Giuliano, citando l'uccisione del braccio destro del boss, Antonio Capuano, assassinato nel gennaio '91: secondo i pentiti, fu proprio «Loigino» a firmare quella condanna a morte. Gli inquirenti stanno prendendo in considerazione anche un episodio avvenuto pochi minuti dopo la sparatoria nell'ospedale dove sono accorsi i parenti. Tra alcuni componenti della famiglia c'è stato un violento alterco, che non è sfuggito a nessuno. Forse, sospettano gli investigatori, alla matrice dell'agguato si potrebbe risalire anche dalle accuse che si sono scambiati i due gruppi. Mariella Cirillo Nel quartiere blindato le vedette non hanno dato l'allarme e i sistemi di sicurezza non sono scattati La scena dell'agguato nel quartiere napoletano di Forcella

Luoghi citati: Milano, Napoli