Ammazzato per errore
Ammazzato per errore Ammazzato per errore Lite tra ragazzi per una festa rovinata NAPOLI. Era il figlio di un pregiudicato, un esponente della camorra che detta legge ad Acerra, un paesone dell'hinterland napoletano. Ma con il suo omicidio la malavita organizzata non c'entra nulla. Antonio Ferrara, 21 anni, assassinato domenica scorsa nella piazza del paese, è la vittima innocente di una lite tra ragazzi poco più piccoli di lui. Nel mirino del diciassettenne che ha premuto il grilletto, pure lui figlio di un camorrista, c'era un altro giovane, colpevole di avergli rovinato la festa di compleanno. E' il retroscena del delitto che stava per essere archiviato come l'ennesimo agguato di camorra. La polizia ha arrestato Robert 3 S. e Dario A, tutti e due di 17 anni: il primo è accusato di aver fatto fuoco, il secondo di averlo accompagnato in sella a un motorino nella «spedizione punitiva» costata la vita a Ferrara. Sabato sera, quando Roberto organizza una festa per il suo imminente diciottesimo compleanno. Nell'appartamento arrivano tanti ragazzi di Acerra, amici e conoscenti del futuro maggiorenne, tra due gruppi scoppia improvvisamente una lite. Il giorno dopo a mezzanotte il festeggiato incrocia uno dei coetanei che avevano partecipato al litigio scoppiato per motivi di poco conto. Alza la voce, lo accusa di avergli rovinato la festa, ma per tutta risposta l'altro gli si scaglia contro e lo colpisce con pugni e schiaffi. Roberto si allontana, ma già medita la vendetta: torna infatti poco dopo con un motorino guidato dall'amico, Dario, e questa volta impugna una pistola. Fa fuoco tre volte, e sbaglia bersaglio. Nella traiettoria dei proiettili finisce Ferrara, che alla festa non aveva partecipato: cade fulminato. La pohzia ha trovato la pistola, era nascosta in un forno a legna nel cortile dell'abitazione di Roberto, [m. e]
Persone citate: Antonio Ferrara
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