Ciampi: 12.400 miliardi in 3 anni per il Sud di Stefano Lepri

Ciampi: 12.400 miliardi in 3 anni per il Sud Dal Tesoro via al dipartimento per le politiche di sviluppo: «Ma non aspettate il grande evento» Ciampi: 12.400 miliardi in 3 anni per il Sud / fondi ripartiti dal Cipe ROMA. Per il Sud si sta già facendo molto e altro si farà, sostiene Carlo Azeglio Ciampi presentando il Dipartimento per le politiche di sviluppo del suo ristrutturato ministero, che d'ora in poi se ne occuperà. Ci sono, forse per la prima volta, cifre sui posti di lavoro aggiuntivi creati: non sono alte, ma sono documentate. L'incapacità a usare i fondi europei, una delle più inquietanti prove di inefficienza delle amministrazioni pubbliche, si va ridimensionando. E ieri sera il Cipe (comitato interministeriale per la programmazione economica) ha ripartito 12.400 miliardi di nuovi fondi in 3-4 anni. L'attivismo del ministro del Tesoro ha certo anche lo scopo di frenare la richiesta di nuove spese, quando spesso si fa cattivo o nessun uso degli strumenti disponibili; benché, nelle sue parole, sia «casuale» che la presentazione del rapporto sul Mezzogiorno ieri abbia coinciso con la verifica politica. Ma resta in sospeso - anche nel vertice della maggioranza - la decisione su quello che doveva essere il fatto nuovo, lo sgravio aggiuntivo sul costo del lavoro. Al Sud soltanto non lo si può fare, perché Bruxelles lo vieta; e per trovare una soluzione «i paletti sono molto stretti» dichiara il commissario europeo per il fisco, Mario Monti. «Sono stato tra i primi a soste- nere - ha detto Ciampi ieri mattina - che l'impegno per il Sud e l'occupazione deve essere pari a quello profuso per l'Euro. Ma attenzione a non vivere nell'attesa del grande evento. Qui, a differenza che per l'unione monetaria, la promozione o la bocciatura non viene decretata in un dato giorno, e i problemi si risolvono solo con l'operare quotidiano». Nel nuovo assetto del ministero del Tesoro, vuole avere un carattere innovativo, estraneo alla tradizione burocratica, il Dipartimento per lo sviluppo guidato dall'economista Fabrizio Barca, proveniente dalla Banca d'Italia. Il «rapporto interinale» presentato ieri «inaugura un'atti¬ vità permanente di informazione sullo stato di attuazione dei programmi» che finora nessuno si era mai sentito in dovere di fare. Ne risulta tra l'altro che i contratti di programma (accordi per investimenti nel Sud con grandi imprese o consorzi, tipo Fiat a Melfi) già attuati hanno realizzato tutti i posti di lavoro promessi, 67.000 di cui 18.500 nuovi; quelli in fase di realizzazione dovrebbero creare altri 8500 posti aggiuntivi. 112 «patti territoriali» (accordi tra enti locali, imprese e sindacati) già in attuazione hanno finora creato 6000 posti. I fondi strutturali europei, che in passato erano impiegati al 10% appena - per assoluta incapacità delle amministrazioni a elaborare progetti di investimento presentabili a Bruxelles lo sono stati al 38% nel '97; i primi dati sul '98 sono perfettamente in linea, ha detto Ciampi, con l'obiettivo di spenderne il 55%. «L'Italia ha fatto molti passi avanti, ma ha ancora molta strada da fare», commenta il commissario europeo Monti: è dunque «paradossale che si sollecitino aiuti di Stato o agevolazioni quando vi sono fondi comunitari che sono lì e che non si riescono ancora pienamente ad utilizzare». Per investire nel Sud occorre un costo del lavoro più basso? «E' già più basso del 20%, del 15% nell'industria - spiega Barca - il che è appena sufficiente a compensare il divario di produttività con il Nord, ma prova che meccanismi di mercato sono all'opera». Dare un vantaggio netto con uno sgravio contributivo sarebbe dunque utile. Molti, tra cui il presidente della Confindustria Giorgio Fossa, ritengono che il no europeo si possa superare anticipando al Sud uno sgravio da concedere poi ovunque. Secondo altri, la lettera di Monti e del commissario per la concorrenza Karel van Miert preclude anche questo. «Qualcosa si può ottenere», dice Ciampi. «Ci sono margini», fa sperare il ministro dell'Industria Pierluigi Bersani. I fondi sbloccati ieri dal Cipe erano previsti nei bilanci, ma avevano bisogno della ripartizione per essere spesi. Tremila miliardi vanno alla legge 488 per incentivazioni industriali, una delle preferite dalle imprese, che saranno spesi subito; 2500 a patti territoriali, contratti d'area e contratti di programma; 500 agli altri incentivi della legge 341; 500 alla ricerca; e poi 1000 all'autostrada Salerno-Reggio Calabria; 3500 a infrastrutture concordate con le Regioni; 700 a borse di lavoro e prestiti d'onore. Stefano Lepri «L'impegno per l'occupazione deve essere pari a quello per l'Euro» «Nel Mezzogiorno il costo del lavoro è già più basso del venti per cento» Il ministro dell'Economia Carlo Azeglio Ciampi

Luoghi citati: Bruxelles, Italia, Melfi, Reggio Calabria, Roma, Salerno