Anti-riciclaggio

Anti-riciclaggio Anti-riciclaggio Niente azzurri a Palermo «Con Caselli non parliamo» PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Forza Italia ha disertato a Palermo un incontro della commissione antimafia sul riciclaggio di soldi «sporchi». Unico azzurro presente il presidente della Provincia di Palermo Francesco Musotto che se n'è andato poco dopo l'inizio. E si è innescata una nuova polemica che fa salire la tensione politica. Martedì al processo Dell'Utri il pentito abruzzese Antonio Mancini aveva accusato Silvio Berlusconi di aver riciclato miliardi della mafia e della banda della Magliana nell'edilizia in Sardegna. «Calunnie» aveva replicato il Cavaliere. In una conferenza stampa a Roma ieri il presidente dei senatori forzisti, il palermitano Enrico La Loggia, ha rilevato fra l'altro: «C'è una straordinaria coincidenza con le accuse proprio di riciclaggio guarda caso con il tema del convegno appena rivolte da un pentito a Berlusconi. E poi in una prima stesura del programma non eravamo stati neanche invitati». Una sola in FI la voce dissenziente: quella di Tiziana MaioIo che al capogruppo alla Camera Beppe Pisanu ha parlato di «scelta politicamente puerile e piagnucolosa che fa perdere a Forza Italia l'ennesima occasione di protestare contro l'uso delle indagini giudiziarie». Il senatore Roberto Centaro, capogruppo azzurro nella commissione antimafia ha detto: «E' in corso da parte delle magistrature milanese e palermitana una strategia di delegittimazione nonché di epurazione politica attraverso lo strumento giudiziario». L'ex guardasigilli Filippo Mancuso ne ha approfittato per prendersela di nuovo con il procuratore di Palermo Gian Carlo Caselli: «E' un antagonista politico truccato che insulta tutti i giorni il Parlamento». Ottaviano Del Turco provando a far calare la temperatura ha rilevato: «Forse vi sono state incomprensioni, ma tutto si chiarirà e già oggi gli esponenti di FI potrebbero partecipare al convegno». Invece il responsabile per la giustizia dei Ds Pietro Folena ha accusato: «Forza Italia sta assumendo una posizione ai limiti della legalità costituzionale. L'assenza è una scelta incomprensibile che • manifesta un sistematico atteggiamento di guerra alla magistratura». Nichi Vendola di Rifondazione comu nista, vicepresidente della commissione: «E' un auto gol Comunque, se FI scopre di avere la coda di paglia sono fatti suoi. Evidentemente c'è stato un mutamento di strategia che segue le vicende di Berlusconi». Sempre da sinistra il senatore diessino Michele Figurelli, membro dell'antimafia eletto nel collegio di Corleone si domanda: «Di cosa sono stati rimproverati all'ultimo momento i commissari forzisti? Hanno forse contestato loro di non essersi accorti che la lotta al riciclaggio potrebbe arrivare fino a coinvolgere interessi sacri e intoccabili come quelli di un'azienda e del suo partito?». Paolo Mantovano di An, rilevando che in commissione fino a ieri sul convegno non c'erano state posizioni critiche, si è dichiarato sorpreso. «Ma non tocca a me dire cosa sia accaduto», ha aggiunto prudente. In videoconferenza da Roma Romano Prodi ha osservato che contro il riciclaggio serve una rete di interconnessione internazionale fra le istituzioni bancarie e finanziarie. Ma - ha osservato - se la rete non è ben stretta, i pesci scappano. Prodi ha ricordato che se n'è già parlato anche al G8 che ha chiesto ai Paesi aderenti come la Russia di cominciare a mettersi in regola. Il presidente della Camera Luciano Violante ha reso noto che ogni giorno nel mondo avvengono 72 trasferimenti di soldi «sporchi», in 20 minuti ciascuno. D'accordo con la rete di cui parla Prodi, Violante ha ricordato i disegni di legge varati dalla Camera ed ora all'esame del Senato per contrastare la corruzione. Il procuratore nazionale antimafia Piero Luigi Vigna ha sostenuto che «per entrare in Cosa nostra c'è la fila come al cinema». Vigna ha comunicato che negli ultimi due anni in Italia 4500 persone sono state arrestate per associazione mafiosa e che tutte sono state subito sostituite «attratte dalle enormi ricchezze dell'organizzazione». Caselli ha sottolineato che nel 1997 i clan mafiosi italiani hanno ricavato 130 mila miliardi e che i gruppi criminali gestiscono il 2 per cento del Pil mondiale, pari a circa 850 mila miliardi di lire per metà rappresentati dal traffico di droga. Caselli ha ricordato che il riciclaggio avviene soprattutto in Paesi poveri e pertanto bisognerebbe sostenere economicamente questi Paesi perché possano fare a meno della complicità con il crimine. Antonio Ravidà

Luoghi citati: Corleone, Italia, Palermo, Roma, Russia, Sardegna