« Ben Ammar? Un amico»

« Ben Ammar? Un amico» « Ben Ammar? Un amico» L'Olp: ma dei soldi deve parlare lui EMER Hammad, delegato di Palestina in Italia, che tipo di rapporti ha l'uomo d'affari Tarek Ben Ammar con l'Anp di Yasser Arafat? «Tarek Ben Animar, nipote della moglie dell'ex presidente tunisino Habib Burghiba, è un sincero amico del nostro popolo. Quattro mesi fa, assieme al finanziere e principe saudita Al Waleed bin Talal, è andato in Palestina per verificare molteplici possibilità di investimento. E durante il suo ultimo viaggio a Roma Yasser Arafat ha avuto un incontro privato con Ben Ammar sugli investimenti». Di che genere di investimenti si tratta? «Tarek Ben Animar viene dal mondo del cinema e lavora ad un progetto legato ai festeggiamenti di Betlemme 2000 in occasione del Giubileo della Cristianità. L'obiettivo è, fra l'altro, organizzare un grande concerto della rockstar Michael Jackson a Betlemme. H principe saudita Al Waleed invece costruirà un albergo a Betlemme». E' vero che lei ha scritto di suo pugno una lunga lettera a Ben Ammar per esprimere la riconoscenza dei palestinesi? «Sì è vero. E' stato Ben Ammar in persona che, durante un incontro avuto dopo la visita di Arafat a Roma dello scorso 12-13 giugno, mi ha chiesto quella lettera nell'ambito degli sforzi comuni per favorire gli investimenti in Palestina». Avete qualche idea sulla provenienza degli ingenti fondi di Ben Ammar? «Da dove arrivano i soldi è affar suo e non nostro. In una nostra conversazione Ben Ammar mi ha solo fatto riferimento a fondi che provengono da quelli che vennero messi a disposizione di Bettino Craxi quando ricopriva la carica di assistente del Segretario Generale Onu per le questioni del debito dei Paesi del Terzo Mondo». Ora però Ben Ammar afferma a «Panorama» che fece arrivare all'Olp alla fine del 1990 anche i 22 miliardi di lire al centro del processo «Ali Iberian» contro Berlusconi? «Non voglio assolutamente entrare in vicende interne che riguardano solo l'Italia. La profonda amicizia di Ben Ammar per la Palestina, ripeto, è nota e di vecchia data. Ci aiutò più volte e non posso essere certo a conoscenza di ogni suo singolo contributo all'Olp, di ogni cifra versata. Ricordiamoci però che all'inizio degli Anni Novanta la nostra situazione economica era drammatica: l'ufficio di Roma riusciva con difficoltà a coprire le spese correnti». Dunque non può escludere che i fondi della Ali Iberian arrivarono proprio all'Olp? «Attenzione a non fare confusione. Una cosa è la nostra riconoscenza a Ben Ammar per gli aiuti versati, altra la questione del totale ammontare e della provenienza dei fondi, sulla quale solo lui può parlare». E Bettino Craxi vi aiutò? «Bettino Craxi è stato ed è ancora un grande amico della Palestina. Ci ha aiutato in moltissime occasioni. Ci è stato vicino, con Giulio Andreotti ed Enrico Berlinguer, quando eravamo soli e isolati. Gli siamo e saremo sempre riconoscenti. Pochi sanno che Craxi contribuì anche ai primi contatti con i laburisti israeliani e sostenne con forza il progetto della confederazione giordano-palestinese». Sarebbe disposto, se glielo chiedessero, a rendere la sua testimonianza ai magistrati del pool Milano che indagano sul caso Ali Iberian? «No, perché non c'entro nulla con questa vicenda. Io so solo che Ben Ammar viene da una famiglia importante e che è un imprenditore amico. Ma non ho idea né di quanti soldi ha dato, né di quanti ne investe, né tantomeno quale sia la provenienza dei fondi di cui dispone». Maurizio Molinai-! Nemer Hammad è il delegato di Palestina in Italia