«I 22 miliardi erano per l'Olp» di Susanna Marzolla

«I 22 miliardi erano per l'Olp» «I 22 miliardi erano per l'Olp» Rivelazioni arabe. Il Pool: ininfluenti IL PROCESSO ÀLLIBERIAN • n' *-> Ibvfo lìj - >'n' AMILANO LLA fine spuntò l'Olp: è all'organizzazione guidata da Yasser Arafat che sarebbero finiti i soldi usciti da Ali Iberian, società della galassia Fininvest, e passati sui conti esteri di Bettino Craxi. Questo racconta in un'intervista il produttore Tarale Ben Ammar che il difensore di Craxi, Giannino Guiso, avrebbe voluto far acquisire agli atti del processo. Ma i giudici hanno respinto la richiesta: l'intervista non introduce «sostanziali novità», mentre troppo «generico» è considerato un altro documento presentato da Guiso, una lettera di Nimer Hammad, rappresentante dell'Olp in Italia. Protestano gli avvocati, sia di Craxi che di Silvio Berlusconi; protesta lo stesso Berlusconi, ma ormai il dibattimento è finito: lunedì ci sarà la sentenza di quella parte di processo per illecito finanziamento ai partiti. Ventidue miliardi: questa la cifra che la procura ha scoperto essere passata da Ali Iberian ai conti svizzeri di Craxi, tra febbraio '91 e novembre '92. Ventidue miliardi sono la cifra che Tarale racconta di aver ricevuto quale pagamento della provvigione sulla vendita di diritti televisivi: una versione in ciò perfettamente coincidente con quella della Fininvest, e nota da tempo. Fin da quando, alla fine del '95, vennero scoperti i primi versamenti da Ali Iberian a Craxi e il produttore si fece intervistare dal Tg5. Anche stavolta le sue dichiarazioni vengono raccolte da una testata del gruppo di Berlusconi: il settimanale Panorama. Tra le due interviste da parte di Ben Ammar nessuna dichiarazione ufficiale: per due volte viene convocato come testimone al processo; per due volte non si presenta. Spiegazione: i suoi impegni ai quattro angoli del mondo («La prima volta ero a Riad - dice - la seconda a Los Angeles»). Così pressanti quegli impegni da poter escludere di presentarsi a Milano: dopo la seconda convocazione mancata aveva infatti fatto sapere di essere sì disponibile ad un interrogatorio, ma solo a Parigi, per rogatoria. E il tribunale ha rinunciato a sentirlo. I difensori di Berlusconi e Craxi più volte hanno fatto istanza per una nuova convocazione. Rinnovata ieri con un piccolo colpo di scena: l'avvocato Guiso mostra la copia di Panorama fresca di rotativa (il settimanale esce nelle edicole solo oggi) e dice che lì si spiega la «vera destinazione dei soldi»: appunto l'Olp. Per tutta la durata dell'inchiesta e del processo nessuno aveva parlato di un finanziamento all'organizzazione palestinese. Solo il 18 giugno scorso Craxi ave¬ va mandato un comunicato da Hammamet in cui faceva riferimento a «destinazioni estere e di interesse arabo-palestinese». Adesso le dichiarazioni di Ben Ammar, che dice in sostanza: Craxi aveva anticipato soldi all'Olp, io glieli ho restituiti utiliz¬ zando i proventi degli affari con la Fininvest; ho dato io a Livio Gironi, amministratore dei beni personali di Berlusconi, gli estremi del conto in Svizzera e lui riteneva che fosse un conto mio. All'intervista si aggiunge la lettera di Hammad al produttore tunisino: «Caro Tarak - vi si legge - non dimenticheremo mai l'aiuto e la solidarietà da te sèmpre mostrati per il popolo palestinese. Ricordiamo anche la generosa e sincera amicizia del presidente Craxi... specialmente in occasione della grave crisi economica nel 1990 con l'incoraggiamento e l'appoggio per acquisire finanziamenti a progetti per il nostro popolo». «La lettera dice cose notorie sull'amicizia di Craxi per l'Olp», afferma il pm Francesco Greco chiedendo che non venga am¬ messa. E in quanto all'intervista «dice cose in evidente contrasto con le risultanze processuali. Si parla di un versamento avvenu to a febbraio '91 per pagare dirit ti televisivi: ma Carlo Bernasco ni (manager Fininvest, ndr) ha spiegato che la trattativa per quei diritti è dell'estate successiva». Inutile acquisire anche le di chiarazioni di Ben Ammar, se condo il pm. E i giudici gli hanno dato ragione. ((Ancora una volta le prove decisive che avrebbero consentito di chiarire tutta la vi cenda non sono state ammesse», dice l'avvocato di Silvio Berlusconi, Ennio Amodio. E Berlusconi stesso rincara la dose «Una giustizia così assurdamente bendata, capace di aprire gli occhi solo quando è l'accusa portare le prove, rivela la sua intrinseca vocazione di costruire verità preconfezionate funzionali agli obiettivi della lotta poh tica». Susanna Marzolla Il leader del Polo Silvio Berlusconi: lunedi lo attende la sentenza per il caso Ali Iberian I giudici respingono la richiesta di acquisirle agli atti Berlusconi: sono ciechi

Luoghi citati: Italia, Los Angeles, Milano, Parigi, Riad, Svizzera