Dal Polo sale un «grazie» al Quirinale di Maria Grazia Bruzzone

Dal Polo sale un «grazie» al Quirinale Mentre s'inceppa la commissione su Tangentopoli: il voto potrebbe slittare a dopo le vacanze Dal Polo sale un «grazie» al Quirinale «Anche se doveva parlare prima» ROMA. «Grazie Oscar», n Polo apprezza le critiche rivolte da Scalfaro al Csm, sul modo in cui i giudici mandarono il famoso avviso di garanzia a Silvio Berlusconi impegnato a Napoli nel G7. Anche se non manca u rammarico per il ritardo con cui il Presidente della Repubblica le ha espresse. «Finalmente il capo dello Stato ha richiamato il Csm ai suoi compiti istituzionali», commenta il senatore azzurro Contestabile. Pierferdinando Casini trova conferma alla fondatezza di molte osservazioni di Berlusconi. «Attendiamo di conoscere nel dettaglio le motivazioni», aggiunge. E il vicepresidente del Senato La Loggia, esprimendo amarezza perché «da allora sono passati ormai tre anni e mezzo» insiste: «Ora seguano i fatti». Sul fronte oposto, il verde Pecoraro Scanio invita polemicamente Scalfaro ad essere altrettanto severo nei confronti dei partiti che criticano i magistrati. Intanto slitta la data del voto di Montecitorio sulla commissione di inchiesta su Tangentopoli, i Ds sono in fermento, e Silvio Berlusconi alza i toni. «Questa maggioranza è assolutamente pericolosa per quanto riguarda la giustizia e la libertà», attacca dalla tribuna del convegno della Confagricolutra. In un intervento che ricalca quello, durissimo, di qualche giorno fa al congresso del Partito Socialista, contro il governo e i «comunisti» che lo guidano, «eredi di un'ideologia di morte», contro la «giustizia bendata» che lo inerì- mina costruendo «verità preconfezionate». Il leader del Polo ritorna anche sulla commissione, insistendo sul fatto che abbia pieni poteri, e indaghi non solo «per far luce sui fenomeni di corruzione», ma anche per capire «perché questi fenomeni sono stati perseguiti in un modo anomalo e unidirezionale, che ha finito per eliminare soltanto una parte della classe politica». Nessun cambiamento rispetto alle richieste di una settimana fa, nessun accenno alla proposta di mediazione offerta l'altro ieri dalla maggioranza. Al contrario del relatore azzurro della proposta, Franco Frattini, che tenta di venire incontro agli avversari affermando che «è la ricostruzione storica di Tangentopoli che vogliamo, non rifare le sentenze». Insomma, non si vuole interferire nei processi in corso. E però «ciò non può voler dire non poter acquisire la documentazione che sta nei processi, come fanno tranquillamente l'Antimafia, la commissione Stragi, sulla P2, sui fondi neri del Sisde». Dal fronte dei Ds - e dell'Ulivo tutto - arrivano però forti perplessità, unite a nuove precisazioni. Punti ferini sulla difesa dei magistrati, come quelli del vicepresidente del Consiglio Walter Veltroni: «La ferma intenzione di questo governo è salvaguardare e garantire l'autonomia della magistratura»; del responsabile Giustiza dei Ds Folena: «C'è stato uno scontrò fra un'ipotesi di commissione volta ad attaccare la magistratura. - quella a cui pensa Fi - e un'altra, che mira a far luce sulla corruzione e sui fenomeni criminali», e del suo omologo del Ppi Carotti, che annuncia secco: «Accertare la verità sì, creare le premésse per improprie rivincite contro i magistrati, no. Non lo vuole la coscienza del Paese, non lo vuole il senso delle cose». E sono già posizioni nette.. Ma nel partito dei Ds serpeggia un'ostilità più sorda. Che trova corpo nell'iniziativa di 23 deputati, dai Popolari alla Quercia, dai Verdi ai Comunisti unitari che esprimono in un documento il-loro disagio per l'istituzione di una commissione di inchiesta senza che ne siano definiti prima limiti e competenze, deprecano che «le vicende giudiziarie del cittadino Berlusconi possano ipotecare fino a questo limite la vita delle istituzioni», sottolineano il rischio che la commissione «straripi dalle sue competenze» e ne escano «solo dossier e veleni al vetriolo». «C'è un grande sconcerto perché tutto è stato fatto senza una linea, cambiando idea in una notte», riassume Achille Occhetto, facendosi interprete del malessere. Così i Ds hanno chiesto di rinviare il voto fatidico, e non è detto che poi si slitti ancora, magari a dopo le vacanze. Nel frattempo, già ci si esercita in ipotesi di commissari. Sicuro di non poter ottenere il presidente, il Polo chiede che a designarlo siano i presidenti di Camera e Senato. E fra Polo e Ulivo ci si accapiglia dai microfoni di «Radio anch'io» su un'eventuale presenza in commissione del senatore Di Pietro. «Inopportuna, visto che il primo sul quale si dovrà indagare è lui», sostiene il leghista Calderoli. «Se l'obiettivo è questo allora è bene che non si faccia», obietta la Ds Claudia Mancina. «Di Pietro sarebbe il primo ad avere un comprensibile imbarazzo», aggiunge Frattini. Maria Grazia Bruzzone L'azzurro Franco Frattini Il leader del Ccd Pier Ferdinando Casini

Luoghi citati: La Loggia, Napoli, Roma