Ansaldo, cassa a sorpresa per 850

Ansaldo, cassa a sorpresa per 850 Ansaldo, cassa a sorpresa per 850 I sindacati: Bersani convochi le parti ROMA. Cassa integrazione straordinaria, da oggi, per 850 dipendenti dell'Ansaldo Energia, che hanno conosciuto la loro sorte leggendo una lettera inviata dall'azienda guidata da Alberto Lina. Se non interverranno fatti nuovi, ipotesi che al momento non appare verosimile, il numero finale degli esuberi potrebbe salire a 1768. La vertenza si era complicata, e infine interrotta, proprio sulla gestione delle eccedenze strutturali: 1145 secondo l'ultima proposta dell'azienda (da aggiungere ai 620 congiunturali), e sulla richiesta dei sindacati di ridurre ulteriormente questi, esuberi a 700 unità. Per Fiom, Firn e Uilm i 445 lavoratori «in più» rispetto alla cifra degli strutturali indicata dall'ar zienda dovrebbero essere considerate eccedenze congiunturali. Contro la scelta unilaterale dell'azienda (che per il '98 prevede acquisizioni ordini per 1600 miliardi contro gli 820 del '97) è stata immediata la risposta dei sindacati: i lavoratori sono stati chiamati alla mobilitazione, i dipendenti dello stabilimento di Genova sono scesi in sciopero e in quello di Legna- no sono state indette assemblee. I sindacati hanno chiesto al ministro dell'Industria Pierluigi Bersani una «convocazione urgente delle parti». In una nota congiunta, Fiom, Firn e Uilm considerano «grave l'interruzione da parte dell'azienda della trattativa sul piano di ristrutturazione. I sindacati chiedono un maggior equilibrio tra eccedenze strutturali e congiunturali in coerenza con le modifiche apportate al piano industriale e strumenti di garanzia per tutti i lavoratori». Senza mezzi termini il «no» al piano Ansaldo: la posizione dell'azienda è «inaccettabile» e «aggravata dalla scelta di invia¬ re ai singoli lavoratori le lettere di cassa integrazione», scelta che rischia di «non realizzare il risanamento economico di Ansaldo energia». I sindacati si dicono consapevoli della necessità di un piano di risanan^nto ma sostengono che sia un obiettivo realizzabile solo se condiviso dai lavoratori. «Capisco che le misure di risanamento siano dolorose, e che i sindacati abbiamo difficoltà ad accettarle, ma la nostra opinione di azionisti - ha commentato il presidente dell'Ili, Gian Maria Gros-Pietro - è che siano indispensabili per la sopravvivenza di Ansaldo, per la salute di Finmeccanica, e per gli impegni presi con i sottoscrittori in sede di aumento di capitale». Per quanto riguarda le difficoltà e i ritardi con cui sta procedendo la trattativa tra la Finmeccanica e la coreana Daewoo, il presidente dell'Ili ha osservato: «Sulla posizione dei nostri partners giocano più del previsto la situazione dei mercati asiatici e le restrizioni valutarie. Le commesse che si possono raccogliere sui mercati asiatici sono meno abbondanti di quanto si pensava, e le restrizioni valutarie rendono più difficile ai nostri partners la messa a disposizione di finanza per investimenti in Europa». La Finmeccanica, aveva ricordato Gros-Pietro nella serata di martedì dopo la rottura delle trattative tra l'azienda genovese e i sindacati, «ha 60 mila dipendenti, e l'anno scorso aveva gravissimi problemi. Il piano di risanamento, che ha richiesto anche un appello al mercato per un aumento di capitale di 2000 miliardi, li ha affrontati: il mercato ha creduto al piano ed ha risposto positivamente, ed ora questo piano va rispettato se non vogliamo mettere a rischio l'intera Finmeccanica e tutti i suoi dipendenti», [r. e. s.] Alberto Lina amministratore delegato di Finmeccanica e il ministro dell'Industria Pierluigi Bersani

Persone citate: Alberto Lina, Bersani, Gian Maria, Gros-pietro, Pierluigi Bersani

Luoghi citati: Europa, Genova, Roma