Galleria «blindata» (con lacune) di Francesco Grignetti

Galleria «blindata» (con lacune) I quadri ritrovati Galleria «blindata» (con lacune) ROMA. Primo giorno di esposizione, alla Galleria nazionale d'Arte moderna, per i due Van Gogh e il Cézanne redivivi. Esposizione blindata, secondo le promesse. Ma con tarlo: nella tarda mattinata si presentano al portone due ispettori del ministero dei Beni culturali e tranquillamente entrano nella Galleria, senza pagare il biglietto e senza che nessuno gli si pari davanti. «Mi ero allontanata un secondo», si giustifica una custode. «Non è più possibile allontanarsi nemmeno un attimo», dicono i custodi in coro. E non si capisce se sia un urlo di battaglia oppure una lamentazione parasindacale. Certo è che ieri s'è registrato un boom di presenze. Tutti a vedere i quadri ritrovati. Dappertutto nella Galleria ci sono cartelli con frecce che indicano la saletta del tesoro. Tra i primi, ieri mattina, una mano anonima ha depositato davanti all'Artesiana di Van Gogh un bellissimo mazzo di fiori e un biglietto: «Ben tornata, non speravo di rivederti». Se l'organizzazione della sorveglianza lascia ancora a desiderare, e gli ispettori del ministero non hanno mancato di farlo rivelare, la direzione della Galleria garantisce che i tre quadri ritrovati sono sottoposti a un controllo specifico di qualità a base di sensori, videocamera, fotocellule. Ma il sistema d'allarme è fin troppo sofisticato, adesso, tanto che scatta per un nonnulla. Due notti fa l'edificio s'è ritrovato circondato da carabinieri in assetto di guerra. Pare che il caldo avesse infastidito le fotocellule. La sovrintendente Sandra Pinto, che dirige la Galleria, ribadisce che lei, sistemi d'allarme a parte, si sente più tranquilla per essere l'organico dei custodi ripulito da «una mela marcia». Commenta: «E guardi che mi pesa usare questo termine, perché la talpa era una custode alla quale volevo molto bene». Lei, la signora Stefania Viglongo, arrestata insieme al marito Claudio..Trevisan e agli altri sei complici, ieri ha affrontato il primo interrogatorio in carcere. Il gip ha convalidatogli arresti. Da quanto si sa, Eneo Ximenes, il capobanda, ha tenuto fede al suo ruolo. «Benissimo, ammetto la mia partecipazione alla rapina. Riconosco che quella pistola che mi esibite è la mia. Ma nomi non ne faccio. Mi dite che eravamo in tre? Possibile. Ma io non vi dirò altro». Più o meno chiusi a riccio anche gli altri indagati. C'è elli si avvale della facoltà di non rispondere. E c'è poi chi parla. Claudio Trevisan ha cominciato a firmare verbali di confessione già in questura. D'altra parte è un elettricista incensurato che, fallito il progetto di aprire un negozio di video, e in gravi difficoltà economiche, s'è lasciato trascinare in un gioco più grande di lui. Il grave è che ha trascinato con sé anche la moglie. Pare che stia cercando di scagionarla. Francesco Grignetti

Persone citate: Claudio Trevisan, Sandra Pinto, Stefania Viglongo, Trevisan, Van Gogh, Ximenes

Luoghi citati: Roma