Prodi: i conti tornano, niente stangate

Prodi: i conti tornano, niente stangate Il premier alle prese con gli sgravi al Sud, Voci di rincari per Iva e benzina Prodi: i conti tornano, niente stangate «Entro luglio verifica sull'accordo '93» ROMA. «Il governo non ha assolutamente nessuna intenzione di procedere a ulteriori aumenti della pressione fiscale» dice Romano Prodi, e fa notizia, perché a torto o a ragione in tempi di instabilità politica quel timore c'è sempre. In realtà è d'altro che si sta parlando in queste ore, e il nodo è tutt'altro che sciolto. Si deve decidere come realizzare, e come finanziare, lo sgravio sui contributi a carico delle imprese - in sé, un calo della pressione fiscale in senso lato - a cui tutto l'Ulivo ormai sembra favorevole; di questo il presidente del Consiglio ha discusso ieri sera con i ministri economici. La buona intenzione è di coprire lo sgravio con tagli di spese; oppure di approfittare di entrate fiscali superiori al previsto (perché, contrariamente all'apparenza dei conti pubblici di giugno, pare che i versamenti dell'autotassazione stiano andando bene). Ma se non sarà possibile - e per i tagli alle spese le difficoltà paiono serie - gli sgravi andranno coperti con aumenti delle imposte indirette (Iva, benzina) e la pressione fiscale complessiva non varierà; si sposterà soltanto dalla produzione verso il consumo. Ieri, la risposta della Commissione europea ha come previsto complicato il problema, sbarrando la strada a sgravi circoscritti ài solo Mezzogiorno. Nell'intervento alla Camera ieri, il presidente del Consiglio in realtà rispondeva a un altro tipo di domanda, postagli dal deputato Udr Teresio Delfino: se occorrerà una manovra economica-bis, nel caso che la crescita economica si riveli inferiore al 2,5% su cui i conti del governo sono fondati. La risposta del presidente del Consiglio è negativa anche perché «i dati in possesso del governo sono tali da far ritenere che l'obiettivo del 2,5% possa essere mantenuto». In realtà, molto dipende dalla seconda metà dell'anno, e dai segnali positivi che potranno essere inviati agli operatori economici: gli sgravi alle imprese e ima riduzione del costo del denaro. Qui si inseriscono le rinnovate tensioni tra il governo e la Banca d'Italia. Prodi non ha mancato di rilevare che poche ore prima il presidente della Banca centrale europea, Wim Duisenberg, aveva previsto una «sostanziale riduzione» dei tassi di interesse italiani. Nel governo si sa bene che le parole di Duisenberg non equivalgono a una sconfessione del governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio. Ma una divergenza tra i due sembrerebbe esserci, nella previsione del livello a cui i tas- si di interesse negli 11 Paesi euro convergeranno al 31 dicembre in un tasso unico: più basso per Duisenberg (nonostante la sua fama di «duro»), più alto per Fazio. Dunque Fazio sarebbe cauto nella riduzione del tasso di sconto italiano ritenendo di aver meno strada da fare nella discesa (i mercati esagererebbero nel prevedere un tasso euro a breve sotto il 4%). Nell'analisi del governo, però, la quasi certezza degli industriali che i tassi saranno molto più bassi tra sei mesi spinge a rinviare gli investimenti, indebolendo la ripresa. Nell'analisi della Banca d'Italia, al contrario, gli investimenti vanno a rilento per più complessi motivi di incertezza e un calo troppo rapido del costo del denaro alimenterebbe soltanto gli investimenti finanziari all'estero. Al vertice della maggioranza di oggi il governo si presenterà con vari documenti che fanno il punto su quanto è stato già realizzato, soprattutto per il Mez¬ zogiorno. Il Tesoro porterà cifre sull'aumento degli investimenti registrato nella prima metà del '98, sullo stato di attuazione dei patti territoriali, sull'impiego dei fondi strutturali europei. Un altro tassello importante per tonificare l'economia è l'evoluzione futura del costo del lavoro: ieri Prodi ha confermato che la verifica sull'accordo di luglio 1993 si aprirà, a cura del ministero del Lavoro, «prima della fine del mese». Stefano Lepri Oggi al vertice della maggioranza tema centrale sarà il Mezzogiorno L'EUROPA TENDE AL 4% (I TASSI, PAESE PER PAESE) Paese Tasso Tasso dì sconto 5% Fedfunds5^IO% Tasso di sconto 0,5% Tasso di sconto 3,86% Pronti/termine 3,39% Lombard 4,5% REGNO UNITO Tasso di sconto 7,50% AUSTRIA il III ITALIA Tasso di sconto 5% ™ "P j Pronti/termine 5,01% ^^^^^^^^^^y Tasso overnight 5% Tasso sconto 3,50% Pronti/termine 3,30% Tasso sconto 3,75% Pronti/termine 3,30% Tasso sconto 3,75% Pronti/termine 4,0% Tasso anticip. 3,75% Pronti/termine 3,30% Pronti/termine 4,25% Tasso intervento 5,30% Pronti/termine 4,50% Tasso sconto 4% Pronti/termine 4,10% SVIZZERA Tasso sconto 1,0% ★ ★ ★ ★ SÉ - * Il presidente della Bce Wim Duisenberg invita Bankitalia a ridurre il tasso di sconto

Persone citate: Antonio Fazio, Duisenberg, Lombard, Prodi, Romano Prodi, Stefano Lepri, Teresio Delfino, Wim Duisenberg

Luoghi citati: Austria, Europa, Italia, Regno Unito, Roma