Bossi, negata autorizzazione a procedere di Maria Grazia Bruzzone
Bossi, negata autorizzazione a procedere Bossi, negata autorizzazione a procedere Sì all'arresto del deputato Giudice (Forza Italia) ROMA. Bossi «libero», Giudice no, almeno per il momento. L'aula di Montecitorio con un voto trasversale nega l'autorizzazione a procedere contro il leader del Carroccio, ribaltando la decisione della Giunta per le autorizzazioni a procedere. La quale Giunta invece ha votato a maggioranza - Lega compresa, contrario solo il Polo per concedere l'arresto al deputato di Forca Italia Gaspare Giudice, accusato di assi'' „.zione mafiosa e riciclaggio dalla procura di Palermo. Un via libera alla magistratura sul quale comunque dovrà pronunciarsi l'aula il 15 luglio. Nessun procedimento contro Bossi, dunque, che il tribunale di Tolmezzo aveva accusato di attentato ai diritti politici del cittadino, minaccia a pubblico ufficiale, ricostituzione, del partito fascista e altro ancora per alcune frasi pronunciate durante un comizio del 6 agosto 1995. A dire il vero una prima votazione vèrso le 10 aveva approvato la richiesta della Giunta. Ma Forza Italia ha protestato perchè molti suoi deputati erano fuori dall'aula ad applaudire l'arrivo di Silvio Berlusconi in segno di solidarietà dopo la sentenza dell'altro ieri. Così Violante ha fatto ripetere la votazione. E questa ha ribaltato tutto. Nel clima già nervoso in vista del voto, che pareva imminente, sulla commissione parlamentare su Tangentopoli, subito si spargeva la voce che il Polo avesse concordato uno «scambio» con la Lega: col Polo che assicurava il suo voto a Bos- si, in cambio di un voto a favore della commissione parlamentare di inchiesta. Una voce che cadeva rapidamente quando i diretti interessati facevano notare che il Carroccio si era da giorni pronunciato per la commissione. La voce aveva trovato qualche fondamento anche per le divisioni in seno al Polo, visto che An, recalcitrava nel favorire un Bossi, le cui frasi mcriminate erano del tenore: «Prendete nomi e cognomi di quelli che votano An, prima o poi andremo a stanarli a casa uno per uno... Porci fascisti», oltre che: «Stia attento giudice Amati se vinciamo noi chi perde prende l'ergastolo e la Lega non perderà..». Tanto che il nuovo voto pro-Bossi è stato accolto dai banchi del centrodestra con una selva di battimani. Ma anche con molte proteste. Mentre l'azzurro Filippo Mancuso fa notare che anche l'Ulivo si è diviso sul voto, visto che una parte del Ppi - e non solo - ha votato insieme a Forza Italia. Si congratula, in ogni caso, l'ex ministro dell'interno leghista Roberto Maroni, che definisce la vicenda bossiana «surreale» e ricorda come la stessa procura di Tolmezzo «vista l'assurdità della richiesta del gip» ne avesse chiesto l'archiviazione, ma il gip «incredibilmente - visto che si trattava solo di un comizio» chiedeva il rinvio a giudizio, per una pena che può arrivare a 10 anni. Altra storia quella dell'onorevole Giudice, deputato azzurro coinvolto nel processo contro 18 presunti mafiosi della cosca di Caccamo. Un'operazione che ha visto l'arresto di 16 persone accusate di associazione mafiosa, riciclaggio, estorsione, traffico di stupefacenti, corruzione, peculato, turbativa d'asta. La procura palermitana, ritiene che l'on. Giudice sia «a disposizione» delle cosche mafiose da oltre 20 anni, e ha chiesto l'autorizzazione all'arresto e alla custodia cautelare. La giunta l'ha accolta - relatore il popolare Michele Abbate - e ha pure autorizzato l'uso delle intercettazioni di Giudice e l'accesso ai tabulati telefonici del deputato azzurro, ravvisando che nelle 400 pagine di atti non sussistesse alcun fiimus persecutionis. «Credo che taluni pm facciano un uso distorto dei pentiti», ribatte Giudice, che nega ogni coinvolgimento, ma fino a oggi aveva scelto il silenzio. Maria Grazia Bruzzone L'aula di Montecitorio ribalta la richiesta della Giunta Maroni: finalmente l'equità
Luoghi citati: Forca Italia, Palermo, Roma, Tolmezzo
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