Il Csm: difendiamo i giudici dall'oltraggio e dal vilipendio

Il Csm: difendiamo i giudici dall'oltraggio e dal vilipendio Il Csm: difendiamo i giudici dall'oltraggio e dal vilipendio AROMA GLI attacchi rivolti da Berlusconi e Fini al tribunale di Milano il Csm. risponde con un documento nel quale esprime «vivissima preoccupazione per la gravità di una situazióne che mette a rischio il valore fondamentale per la democrazia rappresentato dall'indipendente e imparziale esercizio della funzione giurisdizionale». Nel testo sottoscritto da tutti i componenti togati e dal consigliere laico del pds Fiandaca e che oggi sarà discusso con una procedura d'urgenza dal plenum - si parla di «gravissimo effetto delegittimante per l'intera istituzione giudiziaria che discende da attacchi quali quelli che si registrano in questi giorni». «E' dovere del Consiglio - sostengono i firmatari - dire una parola a difesa del prestigio e della credibilità dei magistrati, colpiti dall'accusa di perseguire fini diversi da quelli istituzionali. Gli atti dei magistrati possono certamente essere discussi e criticati, le soluzioni giuridiche da essi adottate possono essere discusse e criticate, le loro ipotesi accusatorie possono risultare infondate, ma non possono mai essere adoperate, sotto il pretesto della libertà di critica, espressioni di oltraggio verso il singolo magistrato o tu vilipendio dell'intero ordine giudiziario». Nel documento si ricorda «a tutti coloro che sono investiti di responsabilità pubbliche, il dovere di correttezza istituzionale che impone di calibrare i propri comportamenti e l'esercizio del generale diritto di libera manifestazione del pensiero in modo da non indurre turbative al fisiologico confronto tra le diverse realtà istituzionali. Il recupero di una misura di civiltà e di rispetto reciproco nel confronto delle altre istituzioni con la giurisdizione sottolineano i consiglieri - non può non essere avvertito come una condizione imprescindibile per la legittimazione dell'intero assetto politico-istituzionale, dopo le gravi vicende degenerative che gh ultimi anni hanno messo in luce». I firmatari rassicurano c^iindi i magistrati, «quelli ingiustamente attaccati e quelli che oggi e domani, nonostante gli attacchi e le denigrazioni, continuano a fare con serenità, imparzialità, correttezza e onestà il loro lavoro: possono restare tranquilli; abbiano per certo che il Consiglio non subirà influenze o condizionamenti esterni di alcun genere e che questa è la loro migliore garanzia». Nel documento si richiama infine il testo di una precedente risoluzione del Csm, adottata «con il contributo del presidente della Repubblica», per ribadire che quando singoli magistrati vengono attaccati la loro difesa è «un dovere istituzionale al quale non si può abdicare». Anche dal vice presidente del Csm, prof. Carlo Federico Grosso, giunge un invito alla cautela nel criticare pronunce della magistratura. «Di fronte alle gravi accuse che sono state rivolte ad un tribunale dello Stato con riferimento alla sentenza emessa nei confronti dell'onorevole Berlusconi - ha dichiarato il vicario del presidente della Repubblica a Palazzo dei Marescialli - non si può non restare stupiti e preoccupati». «Le sentenze della magistra¬ tura possono ovviamente essere discusse e criticate anche duramente, le soluzioni adottate possono essere contestate e giudicate del tutto infondate. Non mi sembra invece consentito - ha proseguito Grosso - aggredire i giudici, senza neppure conoscere le motivazioni delle loro decisioni, con espressioni che rischiano di risultare come intimidazione tale da intaccare la loro libertà di azio: t e di giustizia». Da registrare infine l'intervento del presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Elena Paciotti: «Via via che le indagini si concludono e i processi si celebrano, gli insulti già riservati ai pubblici ministeri da parte di alcuni imputati, di forze politiche che li sostengono, si riversano nei confronti dei giudici. Magistrati diversi, professionalmente stimati, servitori dello Stato che svolgono in totale silenzio il loro gravoso compito, vengono non criticati ma attaccati con violente e generiche accuse, senza che abbiano possibilità di tutela. Né gli autorevoli esponenti istituzionali che quotidianamente invitano i magistrati al silenzio sentono alcun dovere di intervenire. Chi difende l'onorabilità dei giudici silenziosi?», [r. i.] Elena Paciotti (Anm) GLI ATTACCHI DEL POLO

Persone citate: Berlusconi, Carlo Federico Grosso, Elena Paciotti, Fiandaca, Magistrati

Luoghi citati: Milano