«Il mio gusto da un miliardo» di Edoardo Raspelli
«Il mio gusto da un miliardo» Raspelli spiega perché è il primo italiano ad assicurare il proprio palato «Il mio gusto da un miliardo» ERA il 6 ottobre del 2013. Per il quinrJicesimo anno consecutivo la motonave Excellent mi sbarcava da Genova ad Olbia. Scendevo in auto, con i finestrini aperti alla brezza marina, aprivo le narici, e non sentivo più nulla. Quel profumo di macchia mediterranea, quel soave aroma di gerani, rosmarino, mirto, bougainvillea che fino ad allora mi aveva fatto capire, anche ad occhi chiusi, che ero in Sardegna, non lo sentivo più, era sparito. La stessa cosa mi era capitata il giorno prima, il 5 ottobre del 2013 quando, ad Ambivere, quella straordinaria fetta di salame tagliata alta come piace a me, languida e lussuriosa nel suo perfetto equilibrio tra il grasso ed il magro, non aveva né il sano afrore di muffa della cantina, né la dolce asprezza del pepe. Non sentivo più niente. La ricotta di pecora della cassata siciliana? Nulla. Il capretto di Roccaverano? Zero. L'ambrosia dorata della Malvoise de Nus? Nessuna emozione. La pasta con le sarde, il frìtto misto all'italiana? Un buco ne¬ ro, il vuoto. Come avrei fatto? Che vita avrebbe avuto uno come me, che mette al primo posto dei piaceri il mangiare e il bere? Come avrei fatto io, che mi pagano per mangiare? Poi, per fortuna, mi sono svegliato e ho deciso: avrei accettato la proposta che mi faceva la Reale: se un malaugurato incidente sconvolgesse il mio gusto, il mio olfatto, riceverò Un Miliardo. Ieri ho firmato, ho tirato fuori alcuni milioni (non in nota spese) e ho avuto l'orgoglio che il mio «palato d'oro»' è stato il primo al mondo ad essere garantito, oltre tutto con una cifra così alta. Ma ho firmato incrociando le gambe e le dita delle mani come quando si sottoscrive una polizza vita,/facendo gli scongiuri e sperando. Nel mio caso, sperando che 11 mio gusto ed il mio olfatto non scemino mai, perché una vita senza gola, per me, è una vita senza senso. Toglietemi tutto, ma non la bagna caoda e la minestra maritata. Edoardo Raspelli
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