IL FRENO DELLE CHIMERE di Alfredo Recanatesi

IL FRENO DELLE CHIMERE IL FRENO DELLE CHIMERE IL 31 dicembre prossimo, il giorno prima della nascita operativa della moneta unica europea, le monete nazionali che parteciperanno all'unione dovranno farsi trovare con tassi di cambio reciproci coerenti con il rapporto di conversione di ciascuna di esse nell'Euro, e con tassi di interesse identici. I tassi a medio lungo termine, quelli determinati dai mercati, si sono sostanzialmente allineati man mano che la partecipazione alla moneta unica veniva scontata. Quelli a breve, e soprattutto quelli ufficiali, ancora no: l'Italia, in particolare, li ha ancora più alti del 4% che, secondo le previsioni dei mercati espresse nei contratti a termine, dovrebbe essere il tasso di interesse a breve col quale l'Euro esordirà. E' pressoché certo, dunque, che entro la fine dell'anno il tasso a breve sulla lira dovrà scendere di circa un punto. Se questo è lo scenario sostanzialmente obbligato, perché - ci si chiede - Fazio temporeggia nella riduzione del tasso di sconto? Perché ritarda una riduzione del costo del denaro che comunque dovrà essere realizzata? Queste domande si vanno ponendo da più parti, non senza qualche ombra polemica riferita all'andamento alquanto fiacco dell'economia produttiva. E allora sgombriamo il campo da questo equivoco: la riduzione che rimane da compiere non serve, non può servire, per dare tono all'economia. Di riduzioni ce ne sono già state parecchie e sostanziali; erano auspicate per rilanciare l'economia, sostenere gli in- Alfredo Recanatesi CONTINUA A PAG. 4 SETTIMA COLONNA

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