Case nel golf, un'idea

Case nel golf, un'idea Chi compra un appartamento in un circolo fa una scelta di vita che può trasformarsi anche in un affare. Ecco come si sono rivalutati i prezzi Case nel golf, un'idea UN investimento nel mattone, ma soprattutto nella qualità della vita: per chi gioca a golf, possedere la casa vicino al «green» può essere un toccasana (ma anche per la sua famiglia e gli affetti più privati). Specialmente per chi ha figli adolescenti, il golf è un ottimo espediente per tenere unito l'intero nucleo: non sono pochi i fine settimana in cui genitori e figli si ritrovano tutti insieme sul prato tra mazze e palline. IL MANAGER Ma può essere anche il «buen retiro» del manager: per esempio, all'inizio degli Anni Novanta Ernesto Fugazzola ha deciso di comprare casa e diventare socio dell'ormai storico circolo golfistico di Monticello, in Brianza. All'epoca, Fugazzola era al vertice italiano della Kraft e pensava che, una volta in pensione, avrebbe trascorso molte giornate nel verde del Comasco, in una bella casa con vista sul Monte Rosa, in compagnia della moglie e, perché no, di qualche nipote. La realtà poi è stata un po' diversa perché Fugazzola, anziché ritirarsi anzitempo dagli affari, è diventato amministratore delegato delle industrie tessili Ratti. Con sede proprio a Como, pochi chilometri da Monticello: così, quello che doveva essere il rifugio per la pensione si è trasformato in una comoda e prestigiosa prima casa. MERCATO FERMO In più, il manager ha anche fatto un buon affare: perché quell'abitazione, comprata a 4,8 milioni al metro quadrato, si è rivalutata nel tempo e oggi, con un mercato ancora in stasi, vale almeno 6,5 milioni al mq. Con il vantaggio di stare in un posto immerso nel verde, abitato dal lunedì al venerdì solo da 80 persone: infatti, la maggior parte dei 1200 soci del circolo arriva a Monticello solo nel fine settimana. ALTERNATIVA L'investimento immobiliare accanto al golf, insomma, va visto come una seconda casa che all'occorrenza si trasforma nell'abitazione di tutti i giorni. Perché, quando i golf club non sono troppo distanti da una città e dal lavoro (e spesso non lo sono), quattro mura vicino alle buche possono essere il posto più confortevole dove passare l'estate. Si spiega così la fortuna incontrata da molti immobili costruiti all'interno dei circoli golfistici, con una tenuta (se non addirittura una rivaluta zione) dei prezzi anche in tempi difficili per il mercato immobilia re: come si vede nella tabella, si va dai 3 ai 6,5 milioni al metro quadro. A BREVE DISTANZA L'importante è che il golf sia breve distanza dalla città, come per esempio Bogogno (in provin eia di Novara) che è a circa un'ora d'auto sia da Milano che da Tori no. «Alcuni nostri soci - spiega Re nato Veronesi, presidente della Golfmare, la società che ha alle stito questo circolo - hanno prefe rito rimanere in affitto a Milano e comperare qui. La casa in città, infatti, sovente si rivela una scelta tattica, visto che non può prescindere dal lavoro. Quella in un golf club, invece, può rivelar- si una decisione definitiva». Una specie di investimento sul futuro e sulla propria qualità della vita. VILLETTE FIRMATE Va da sé che la vicinanza con la città non può andare a discapito dell'habitat naturale: la casa dev'essere effettivamente immersa nel verde. Ma, soprattutto, conta il tipo di offerta immobiliare, perché nessuno vuole andare a vivere in un golf club per trasferirsi in un palazzone che ricorda quelli delle metropoli. Per esempio, gli immobili del golf club dell'isola di Albarella (che fa capo alla famiglia Marcegaglia, imprenditori siderurgici mantovani) sono realizzati con una scelta ben precisa: niente appartamenti, ma solo vil¬ lette singole o bifamiliari con giardino. Sono miniappartamenti quelli del circolo Marco Simone, vicino a Roma, «firmato» da Laura Biagiotti. Insomma, l'offerta è variegata. E i prezzi oscillano dai 3 milioni di lire al metro quadrato di Castelconturbia, nel Novarese, ai 6,5 milioni di Monticello o di Tolcinasco, il golf club di Paolo Berlusconi: circa 300 appartamenti a un tiro di schioppo da Milano. CAMPI LONTANI Abitare in un golf club significa trasferirsi armi a bagagli all'interno di un «cocoon» (cioè in un bozzolo) uno di quei tranquilli villaggi artificiali descritti dalla futuroIoga americana Faith Popcorn. Monticello, costruito a partire dagli Anni '60, ha tali caratteristiche, come Bogogno, che invece è una realizzazione degli Anni '90. Negli Stati Uniti il 70% circa degli abitanti dei «cocoon» collegati ai campi da golf non risulta socio dello stesso circolo golfistico. Vuol dire che negli Usa chi abita vicino a un «green» non pratica questo sport? No, si tratta di giocatori che frequentano campi più lontani. PROFESSIONISTI Quest'apparente contraddizione, in realtà, si spiega perché in America chi va ad abitare nel «cocoon», lo fa come scelta di vita. Spesso si tratta di professionisti che decidono di trasferirsi in cam¬ pagna puntando anche a lavorare il più possibile da casa (grazie a Internet, ai modem e ai fax, per esempio). E il golf può rappresentare poco più di una scusa per frequentare gli amici che altrimenti s'incontrerebbero meno facilmente. Insomma, negli Stati Uniti (dove il golf è uno sport di massa, con circa 25 milioni di giocatori contro i 50 mila dell'Italia) una camera con vista sul campo da golf non è uno «status symbol» da ostentare. Certo, il mercato italiano delle case nei golf club è ancora lontano da questo modello: però è un obiettivo che, mattone dopo mattone, si vorrebbero costruire in molti. Silvio De Carolis

Persone citate: Ernesto Fugazzola, Kraft, Laura Biagiotti, Marcegaglia, Marco Simone, Novarese, Paolo Berlusconi, Silvio De Carolis, Spesso