L'Europa è ok Est a rischio: come investire

L'Europa è ok Est a rischio: come investire Pur con prospettive diverse, sulle piazze mondiali domina l'incertezza Il consiglio è di mantenersi liquidi, ma l'azzardo può far guadagnare L'Europa è ok Est a rischio: come investire RISPARMIO r ■ L miglior modo per affrontaB re l'estate finanziaria? Den- ■ tro un ideale frigorifero, capace di «congelare» azioni e obbligazioni in vista dell'autunno, quando l'orizzonte dei mercati, soprattutto quelli dell'Oriente, apparirà più chiaro. E' questa, con qualche variante, la risposta più comune ai risparmiatori in fila nelle cattedrali del risparmio, in questa stagione per tradizione prodiga di dividendi e cedole. Ancor più importante stavolta quando, ai motivi tradizionali di attenzione, si aggiungono la nuova forma di tassazione dei «capital gains», l'introduzione di nuove formule per risparmiare e speculare (vedi gli «strips» sui Btp) e l'arrivo di una nuova, promettente ondata di emissioni. INFLAZIONE Eppure, a differenza di un anno fa, i registi del risparmio gestito appaiono prudenti, quasi ermetici. «A medio termine - spiega Massimo Fortuzzi, la mente di "Finanza & Futuro", scuderia Deutsche Bank - l'orizzonte dei mercati occidentali mi pare favorevole. Non vedo tensioni sul fronte dei tassi, la ripresa dell'inflazione è scongiurata dall'andamento delle materie prime, le imprese sono ben lungi dall'aver scontato gli effetti di una possibile, ripresa appena agli inizi. Ma nel'prossimo trimestre è meglio star cauti...». La ragione? Nessuno ha ancora ben capito le dimensioni della crisi asiatica e le conseguenze sui listini e sui mercati obbligazionari di tutto il mondo. LA GUERRA DEI NERVI «La crisi asiatica - spiega Franco Niccoli di Crédit Agricole-Indosuez, vincitore dell'oscar dei gestori dell'anno passato - ha avuto senz'altro un effetto positivo: scongiurare il rischio di un rialzo dei tassi. E questo ha reso più sicuri i mercati obbligazionari. Ma ora siamo di fronte ad altre incognite, dalla caduta dello yen alla difficoltà, per la Cina, di tener fede alle speranze di crescita». Come reagiranno i listini a una nuova caduta dell'Oriente, ovvero all'austerità forzata di tre miliardi di consumatori? Potrà Wall Street sostenere gli attuali, elevati livelli, anche di fronte alla minaccia di fuga dei capitali nipponici? «Ci aspettano - conclude Niccoli - tre mesi per mettere a prova la resistenza dei nervi. Anche se, alla fine, ne verremo fuori bene, soprattutto se i tassi europei resteranno bassi. Come penso, del resto». PROVA DEL NÒVE Valeva la pena di spendere, crediamo, qualche riga per definire la cornice di una stagione confusa, incerta, sull'orizzonte dei risparmi. Nell'ultimo biennio, dalla metà del '96 in poi, le piazze finanziarie hanno offerto grandi soddisfazioni, accelerando e amplificando le tendenza all'insegna della globalizzazione dei mercati. Ora, però, la famosa «globalizzazione» affronta una delicata prova del nove: quella del ribasso. Finora, insomma, i capitali hanno rincorso, a ritmi sempre più elevati, i profitti in ogni parte del globo, dal Far East a Wall Street, dall'Europa agli «emergenti». Oggi si tratta, al contrario, di sterilizzare le situazioni a rischio, sempre più frequenti, sempre più pericolose: Far East ma anche Russia, America Latina e, buon ultimo, il Sud Africa entrato nel mirino della speculazione. EMERGENZA Come si affronta un'emergenza del genere? Il primo consiglio consiste nel rafforzare le batterie della liquidità, pronti a investire qualora il quadro si chiarisca. C'è chi consiglia, anche per i risparmiatori più arditi, il parcheggio di una quota del portafoglio nei fondi monetari; c'è chi sostiene che, ai livelli attuali dèi tassi, tanto vale puntare sui pronti contro termine. Inutile inseguire gli arbitraggi tra le varie emissioni obbligazionarie all'interno dell'Ile: i tassi, ormai, sono ai minimi storici e la forbice tra Nord e Sud Europa si mantiene entro ambiti fisiologici. «Ma va rilevato - aggiunge Niccoli - che si è allontanata la prospettiva di un aumento dei tassi in arrivo dagli Usa e si è, di riflesso, abbassata la soglia del rischio sul fronte del mercato obbligazionario». T-BOND, PERCHE' NO? Quanto vale per i mercati europei, vale a maggior ragione per Wall Street, anche se, in questo caso, bisogna tener conto dell'incognita dollaro nei confronti delr l'Euro. Ma meglio star lontani dai titoli di Stato giapponesi e cautela ancor maggiore occorre nei fronti degli emergenti. Le buone occasioni non mancano, ma vanno trattate con molta attenzione, alla stregua di investimenti ad alto rischio e non certo come titoli di cassetta, buoni ad alzare LI livello dei redditi. Accanto ad una quota di liquidità, insomma, va mantenuta una quota consistente nei mercati obbligazionari europei e Usa. AZIONI UEBERAM.ES E le Borse? Inutile farsi illusioni. La corsa del Toro, per qualche mese, non ci sarà. Ma i gestori Usa hanno ormai eletto l'Europa a mercato principe per le loro scelte. Nel Vecchio Continente, poi, la parte del leone sembra farla il listino tedesco, il più effervescente dopo il varo; dell'Euro. «Ma il conpetto di listino nazionale - 'corregge Hanspeter Ackermanri, capo degli; investimenti dell'onnipotente .Deutsche Bank - va ormai rivisto. Ormai non si devejpiù comprare un Paese ma una singola società con le sue prospettive, come] avviene negli Stati Uniti». Per-jHon sbagliarsi, comùnque, Ackermann suggerisce. aH'«International Herald Tribune» tre titoltftedeschi: Adidas («i suoi profitti possono salire del 20% all'anno di qui al Duemila»), Continental («non c'è spazio per tre colossi dei pneumatici in Europa, prima o poi Pirelli, Michelin e Continental dovranno realizzare alleanze...») e Wella («il management è cambiato, e promette molto»). Dunque, alla larga da Wall Street e in Asia solo attraverso gli esperti. E a Milano?- MILANO, EFFETTO VISCO «Le sorprese migliori - avverto Niccoli - verranno da Visco...». L'introduzione dell'Irap e della «Dual Incoine tax» (con la franchigia fiscale per gli accantonamenti a riserva straordinaria) porteranno grossi benefici ad alcune grosse società. Meglio stare in campana perché, a settembre, non saranno pochi i cavalli di razza a scattare sull'onda dei benefici fiscali combinati con i miglioramenti della gestione. Ma, a questo punto, è il caso di tirare le somme di questo panorama di un luglio più confuso del passato ma, ciononostante, non privo di opportunità. METTI UN WARRANT... E' il caso di chiudere il capitolo dei mercati emergenti? Probabilmente no. Ma il rischio, inutile negarlo, è crescente. Si può però scommettere con Mediobanca sulle emissioni russe (zero coupon, decennale) Limitando il rischio alle sole cedole, mentre il capitale è comunque garantito dall'emittente. Può essere, per una frazione del portafoglio, una soluzione giusta. Oppure, merita attenzione il warrant Caboto sul cambio dracma/marco: mille cali warrant al costo unitario di emissione di 1900 lire (cambio dracma/lira 5,785) controllano un nominale di 50 mila marchi. Il rendimento è a due cifre, anche nel caso di una moderata svalutazione della moneta greca. Contratti analoghi sulle valute e l'indice di Borsa, emessi da Citibank, sono ormai oggetto di quotazione ufficiale e di negoziazione relativamente liquida. Il vantaggio? Perdita controllata (non del capitale investito), guadagno, in teoria, illimitato. Possibilità di investimento anche per importi modesti. ... E TANTI «OMBRELLI» La stessa filosofia riguarda l'ombrello per gli emergenti offerto da Caboto e Deutsche Bank. Si tratta di emissioni composte da una miscela di titoli di dieci Paesi emergenti, con diverse pagelle: Messico, Argentina, Brasile, Bulgaria, Corea, Russia, Turchia, Ecuador, Colombia e Venezuela. Anche in questo caso è garantito il rimborso integrale del capitale versato alla scadenza (titoli ventennali). In caso di fallimento di uno o più Paesi debitori le cedole verranno decurtate. La struttura del rimborso prevede una prima cedola del 12% (in lire) per poi scendere fino al 7,50%. L'offerta, data la turbolenza dei mercati, è comunque avvenuta a 260 punti in più dei tassi correnti. OCCHIO A EUROLAND E' questo un esempio dei possibili ombrelli che vengono offerti dalle principali società finanziarie in questi tempi di incertezza dei mercati. La preoccupazione è di offrire al pubblico rendimenti obbligazionari in ascesa limitando i rischi. Talvolta il cocktail riesce, talaltra meno. Anche per questo la scelta di un interlocutore di fiducia, soprattutto dopo le nuove regole della tassazione sui «capital gains», è ormai un vincolo obbligato per chi intende risparmiare. Per chi si ostina al «fai da te» non resta che segnalare il dinamismo della dracma sull'euromereato (tassi superiori all'8,50%) e le due grandi scommesse del mese: la Russia in marchi e la Cina in dollari. Gioie e dolori del risparmio, quest'anno, arrivano tutti da Oriente... Ugo Bertone Pur con prospettive diverse, sulle piazze mondiali domina lincertezza Il consiglio è di mantenersi liquidi, ma l'azzardo può far guadagnare L'Europa è ok Est a rischio: come investire OGLIO RUDENTI... ITALIA OBBLIGAZIONARIO «LEGENDA ' \ [Fonte: Finanza & Futuro] + Percentuale in crescita rispetto al portafoglio del trimestre precedente ™ Peso identico — In calo 50 40 30 20 10 17,5% OBBLIGAZIONARIO ESTERO OBBLIGAZIONARIO ITALIA 12% MONETARIO ITALIA + SABRINA MOSSDTO © LA STAMPA \