IL RICORDO DI FRASSATI

IL RICORDO DI FRASSATI IL RICORDO DI FRASSATI Il Duomo riapre sabato 4 per commemorare il beato D 0P0 i mesi dell'Ostensione, il Duomo di Torino viene ora riaperto al culto. L'occasione, sabato 4, è l'anniversario della morte del beato Pier Giorgio Frassati, avvenuta il 4 luglio 1925. Alle 18 il cardinal Saldarmi presiederà la concelebrazione eucaristica. La sera alle 21 è previsto un incontro con mons. Antonio Riboldi, vescovo di Acerra, dedicato ai giovani. E alla memoria del beato Frassati, il cui amore per la montagna è noto ormai ovunque, continuano ad essere dedicati nuovi itinerari naturalistici. Lo scorso anno era stato il cardinal Saldarmi a benedire il «Sentiero Pier Giorgio Frassati» di Traves. Pochi giorni fa è stata la volta di un altro sentiero a Mongiana, in Calabria, nella provincia di Vibo Valentia. Si ingrandisce così l'anello escursionistico voluto dal Cai nel nome del giovane beatificato da Giovanni Paolo II il 20 maggio 1990 in San Pietro. Tra l'altro, il «passaggio del testimone» tra il Cai torinese e quello calabrese è avvenuto proprio in occasione dell'Ostensione quando nel convento di San Domenico è stata allestita una mostra intitolata «Conosci Pier Giorgio Frassati?»: tra i pannelli che ne ripercorrevano la vita c'erano anche quelli del Club Alpino che, illustrando l'iniziativa di intitolare a Frassati in ogni regione un sentiero di interesse naturalistico, storico e religioso, annunciava l'imminente inaugurazione di quello calabrese. La figura di Pier Giorgio Frassati, morto ad appena 24 anni, figlio di Alfredo Frassati, proprietario e direttore de La Stampa, e della pittrice Adelaide Ametis, è stata recentemente ricordata sul settimanale diocesano La Voce del Popolo dall'ingegner Ettore Moccia, compagno di scuola di Pier Giorgio, uno degli ultimi testimoni della sua straordinaria avventura umana. «In Pier Giorgio, allora, cresceva quella passione che lo avrebbe accompagnato fino al termine della sua vita: la cura, la devozione verso i poveri». E ancora: «In quegli anni si sviluppavano, a margine della crescita industriale, vere e proprie sacche di emarginazione: erano soprattutto le persone anziane, prive di una qualunque forma di sostentamento, a vivere le situazioni più drammatiche. In quelle soffitte, prive di ogni comfort moderno, Pier Giorgio trascorreva buona parte del suo tempo libero». L'ingegner Moccia, terminati gli studi al Politecnici., dove anche Frassati studiava Ingegneria Mineraria, si era trasferito in Umbria. Là lo raggiunse la notizia della morte dell'amico. «Mi precipitai a Torino per i funerali - racconta - e mi trovai di fronte ad una scena incredibile: lo spazio antistante casa Frassati, all'incrocio degli odierni corsi Galileo Ferraris ed Einaudi, era completamente occupato da una folla immensa. C'erano amici di famiglia, esponenti del mondo politico, tra i quali Filippo Turati, ma soprattutto migliaia di anziani, poveri, uomini, donne e bambini vestiti di stracci che piangevano la morte del loro benefattore», (m. t. m.) // beuta Pier Giorgio Frassati

Luoghi citati: Acerra, Calabria, Mongiana, Torino, Traves, Umbria, Vibo Valentia