DONNE, I DIRITTI NEGATI di Marina Cassi

DONNE, I DIRITTI NEGATI SEMINARIO DONNE, I DIRITTI NEGATI Sud e Nord del Mediterraneo abisso ancora incolmabile Venerdì 3 luglio dalle ore 9 alle 18, al Centro Congressi dell'Unione Industriale di via Fanti 17, si svelge il seminario internazionale: «L'avventura della donna del Sud e Nord del Mediterraneo: quali diritti, quali doveri?», in collaborazione con l'Unesco. E' annunciata la presenza dei ministri Lamberto Dini, Anna Finocchiaro e Livia Turco. LA storia del Mediterraneo è una storia di scontro e incontro di grandi civiltà, razze, religioni, sistemi politici e sociali. Una storia segnata da drammi, come il colonialismo, grandi battaglie per l'indipendenza, puntigliose rivendicazioni di diversità. E ancora oggi è intorno a questo mare che si agitano conflitti tra Nord e Sud del mondo, incontri con razze migranti, tentativi di integrazione. Per questo il convegno di venerdì 3 è un momento importante di confronto in particolare perché è anche sulla condizione delle donne, sui loro diritti di cittadinanza (o più drammaticamente solo di esistenza) che si gioca oggi la possibilità di convivenza tra culture diverse. Il Forum internazionale delle donne del Mediterraneo, che ha organizzato l'incontro, è nato nel '92 a Valencia, tenacemente voluto dalla giurista spagnola Silvia Fajarnes, ed è una delle reti dell'Unesco. Ha lo scopo - come spiega la presidente del centro Unesco di Torino e segretaria generale del Forum Maria Paola Azzario - di ordinare e promuovere attività che servano «a fare del Mediterraneo un bacino nel quale, tutti insieme si possa vivere meglio». Nel '92 un convegno internazionale, il primo del Forum, ha analizzato i dati quantitativi e cioè quante sono le donne nel Mediterraneo, che cosa fanno, quali posti di potere ricoprono. Nel '94, invece, il tema al centro del dibattito è stato quello del lavoro e come è stato modificato dall'ingresso delle donne. E' fin troppo banale ricordare che la condizione della donna mediterranea è profondamente diversa, oltre che in tanti altri settori, in quello del lavoro. Ci sono realtà nelle quali la donna lavora massicciamente e altre in cui è ancora i margini. La Francia ha un tasso di occupazione fernminile del 41 per cento, l'Italia del 32, la Grecia del 27, la Spagna del 25, la Croazia del 44, la Turchia del 34, la Tunisia del 24, il Marocco del 21, il Libano del 27, l'Algeria del 10, la Giordania dell'I 1. Tassi sempre più bassi di quelli maschili (talvolta oltre la metà) e anche la disoccupazione colpisce ovunque di più le donne. Solo per fare qualche esempio il tasso è del 25% in Spagna, ma per i maschi è del 14; in Francia del 12 contro l'8; in Grecia del 13 contro il 5; in Italia del 16 contro il 7,5. Il convegno del Forum aveva constatato che l'ingresso delle donne nell'occupazione ha comunque sempre umanizzato i tempi di lavoro e spinto alla creazione di una rete di servizi. Molto importante l'incontro del '96 sulla permanente difficoltà delle donne a uscire dal ruolo classico di madre e basta. Dice Maria Paola Azzario: «Ci sono grandi differenze persino nella stessa Italia dove è molto più semplice nelle città e molto più difficile nella campagne». Nel novembre '96 il Centro Unesco di Torino ha chiesto di poter ospitare il segretariato del Forum e, grazie anche al sostegno degli enti locali, la candidatura è stata accettata dall'Unesco. Il Forum si è quindi insediato nella nostra città dove attualmente ha la sua sede in corso Unità d'Italia 125. Dopo il seminario di venerdì è previsto per dicembre un convegno dal titolo «Donne per la scienza o scienza per le donne?» un titolo provocatorio per una materia molto scottante. Nei lavori si parlerà, ad esempio, anche della infibulazione, uno dei nodi di scontro culturale più emblematico, ben più dell'obbbligo al chador. Nel segretariato si sta costituendo un centro di documentazione relativo a Francia, Italia, Spagna, Grecia, Maghreb, Giordania, Libano, Israele. E si sta anche creando un sito Internet nella rete del Comune di Torino. Marina Cassi La «Madonna di lìenlliulu» un 'immagine di dolore che è diventata simbolo dei diritti negali delle donne algerine

Persone citate: Anna Finocchiaro, Lamberto Dini, Livia Turco, Maria Paola Azzario, Seminario Donne, Valencia