THE HOLE

THE HOLE I L F I L M DELLA SETTIMANA THE HOLE Il film «The Hole» è in cartellone al Centrale d'Essai QUANDO esci da un film così, ti senti cretino due volte. Cretino perché non hai capito un accidente. E cretino perché ti sei fatto fregare di nuovo dai Critici Seri, che a proposito di questa pellicola taiwanese avevano inneggiato al capolavoro. Tutto quel che arriva dal Terzo Mondo viene considerato un aspirante capolavoro. Al punto che se fossimo in Vanzina ci firmeremmo Carl-Van-tsin oppure Al-Vanz-Inah:troverebbe subito un festival abbastanza snob da premiarlo. Può darsi che «The hole» lo sia, un capolavoro. Ma di qualche altra arte diversa dal cinema: magari l'idraulica, visto che la protagonista femminile vive con i pavimenti allagati. Uscendo dal cinema più depresso di una gomma sgonfia, ho rivolto un accorato pensiero al signor Tsai Ming Liang, il regista. Me lo sono immaginato mentre con un ghigno sadico (pensava già a noi spettatori) scriveva il soggetto: due inquilini di una casa fatiscente che dopo una catastrofe ambientale si sbirciano da una mattonella bucata. La suggestione metaforica non ci sfugge. Oddio, se uno vive a Taiwan potrebbe anche farsi venire idee più coinvolgenti, ma va bene così: vada per il buco nel pavimento. Ma poi mi sono immaginato il molto onorevole Tsai Ming Liang alle prese con la sceneggiatura, che a occhio e croce deve avergli portato via un quarto d'ora. Non succede mai niente e i due attori si scambiano solo poche battute in cinese. Infine il film: cupo, noioso e incapace di trasmettere emozioni, se non una: quando in sala si riaccende la luce. La tortura è finita, torniamo a casa davanti alla tele, che a quest'ora va bene anche Totò. Massimo Gramolimi

Persone citate: Tsai Ming Liang, Vanzina

Luoghi citati: Taiwan