FESTIVAL DI CHI ERI
FESTIVAL DI CHI ERI FESTIVAL DI CHI ERI Si incomincia con il «quotidiano» Poi la Fabbri, la Nuti, Popolizio E ' nato due anni fa sulle ceneri di ciò che per alcune estati aveva a sua volta tentato di dar vita all'eroico, straordinario e mai dimenticato primo Festival di Chieri. E' rimasto il nome, sebbene il tempo e le diverse direttive abbiano mutato presupposti e intenti. A tutt'oggi, abbandonati sperimentalismi, provocazioni e velleità avanguardistiche, il Festival di Chieri (dal 9 al 26 luglio) è organizzato con il Teatro Stabile di Torino e ha per direttore artistico l'attore e regista Mauro Avogadro. «Misurarsi su un terreno inflazionato come quello di un Festival volendo proporre soluzioni originali o mostrare capacità prometeiche che non abbiamo - hanno scritto Avogadro e Ola Cavagna - dimenticando l'uomo nella sua realtà e nei legami della sua socialità, significherebbe dar vita ad un episodio culturale limitante e limitativo». E hanno aggiunto a maggior chiarimento: «Dissipando i pregiudizi e l'opacità sentiamo l'esigenza, al terzo anno di proposta, di ricominciare daccapo, dove non c'è certezza, convinti che "vero può essere quello che non è ancora stato"». Una nuova rifondazione insomma, alla ricerca di un significato che motivi l'esistenza stessa della manifestazione, di un senso che giustifichi il perseverare in un'arte dichiarata morta infinite volte. Paradossalmente, la soluzione proposta dal Festival è figlia di un ribaltamento di valori; ciò che si persegue infatti è un «Teatro all'insegna dell'assenza di senso, dell'unicità senza scopo che è l'attimo folgorante della vita... espressione del conflitto irresolubile tra ciò che si sente e ciò che è invece consentito di sentire, tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe poter diventare». Non è un caso, tra l'altro, che la quasi totalità degli attori presenti al Festival rimandino più o meno direttamente a Luca Ronconi. Tra gli spettacoli compaiono infatti, oltre ad alcune produzioni con allievi ed ex allievi della Scuola di teatro del T.S.T., allestimenti i cui interpreti hanno lavorato e tuttora lavorano con il «maestro». E' il caso di Marisa Fabbri, il 13 luglio monologante di «Il miele» scritto da Tonino Guerra, o di Franca Nuti, impegnata (il 17) in un monologo dello stesso autore e coprodotto dall'Associazione Isola e dal Festival delle Colline Torinesi (è inserito in entrambe le manifestazioni). Anche «La capanna» (in scena il 21 ) porta la firma di Tonino Guerra ma questa volta il testo è affidato ad un interprete maschile, uno dei più interessanti tra i «ronconiani»: Massimo Popolizio. Un trio di attrici composto da Anita Laurenzi, Paola Marinoni e Alvia Reale è impegnato il 10 luglio in «Altri tempi», mentre la chiusura del festival sarà in mano al direttore artistico; il 25 e il 26 luglio Mauro Avogadro reciterà in «Non è così che le nuvole scorrono», un testo che Ola Cavagna ha tratto liberamente, adattandolo per il teatro, da «La morte di Ivan flic» di Tolstoj. Nel programma segnaliamo ancora «Le done de Casa soa» con la Compagnia L'isola Teatro di Venezia e la regia di Virgilio Zernitz (il 15, in collaborazione con il Festival delle Colline) e l'installazione-performance di apertura, «L'albero del quotidiano», proposto il 9 luglio da Stalker Teatro con la partecipazione dei cittadini di Chieri. Per informazioni Comune di Chieri: telefono 011/942.48.18. [m.bo.l Un 'immagine dello spettacolo d'esordio «L'albero del quotidiano» proposto il 9 luglio da Stalker Teatro
Luoghi citati: Chieri, Comune Di Chieri, Torino
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