Festival delle colline torinesi di Monica Bonetto

Festival delle colline torinesi Festival delle colline torinesi VENTI spettacoli in 11 giorni tra novità, anteprime e allestimenti di buona qualità. Otto i Comuni coinvolti, sedi delle rappresentazioni (Casalborgone, Castagneto Po, Castiglione Torinese, Cinzano, Gassino Torinese, Rivalba, San Raffaele Cimena, San Sebastiano da Po) e promotori accanto alla Regione Piemonte, alla Provincia di Torino e alla Fondazione Crt. E' l'edizione 1998 del Festival delle Colline Torinesi. Iniziatasi due anni orsono un po' in sordina ma con motivazioni e una linea artistica precise e distanti dal solito affastellamento confuso e insignificante di tante rassegne, la manifestazione si è fortificata, è cresciuta, e giunge alla terza edizione degna di essere inserita tra gli appuntamenti culturali estivi di maggior interesse. Pur mantenendo la felice prerogativa di coniugare suggestioni architettonico-paesaggistiche e prove d'attore, l'Associazione che organizza il Festival propone qualcosa che va oltre l'appagamento estetico che i castelli, le chiese, i cortili e le piazze della collina torinese garantirebbero comunque in una qualsiasi dolce sera d'estate. Ciò che viene presentato da giovedì 9 a domenica 19 luglio infatti è una riflessione (e nel contempo una vetrina) che ha per oggetto la lingua teatrale e le sue applicazioni, le peculiarità, la sua assoluta alterità rispetto al linguaggio televisivo, la distanza che la separa da un italiano che si configura sempre meno come lingua nazionale e che trova invece la propria inconfutabile immediatezza espressiva quando è contaminato, dialettizzato, involgarito, inventato. Ed è proprio da qui che si parte, dalla «fehcità/infehcità della lingua» come recita il titolo di questa nuova edizione. Da quella sorta di ribellione linguistica cioè di cui il Teatro da lungo tempo è dimora elettiva, così bisognoso di raccontare la quotidianità, di rimandare all'assoluto, di evocare e comunicare usando grammatiche interpretative che possano contemplare errori, neologismi, interferenze gergali e sperimentali, suoni e umori che orecchino l'esistenza. Come Testori e Gadda, guide delle scorse edizioni, e come Tonino Guerra e Guido Ceronetti proposti quest'anno accanto ad autori più giovani (Ruggero Cappuccio e Marco Baliani) e senza dimenticare grandi padri del calibro di Ruzante e Folengo, Goldoni, Tornasi di Lampedusa, Pavese e Arpino. Tra i tanti interpreti ospitati dal Festival una piccola schiera si presenta singolarmente, cimentandosi in una «prova d'attore» che promette interessanti performance. Marion D'Amburgo ad esempio, coadiuvata dalla regia di Federico Tiezzi e straordinaria nel dar voce e corpo al «Canto dei Cantici di Salomone» tradotto da Guido Ceronetti (il 13 luglio); Franca Nuti, impegnata in virtuosismi dalle inconfondibili sonorità romagnole de «Il viaggio» (E' Viaz) scritto da Tonino Guerra (il 18 luglio); Roberto Herlitzka in monologo che dà voce a tutti i personaggi del più celebre dramma shakespeariano («Examleto», il 19 luglio) solo per citarne alcuni. Gli altri sono raggruppati in formazioni, a volte, cosa sempre più rara nel mercato teatrale odierno, anche numerose. E' il caso dello spettacolo che inaugura il Festival al castello di Castagneto Po il 9 luglio: «Desideri mortali». Un «elogio di Tornasi di Lampedusa» scritto e diretto dal giovane drammaturgo napoletano Ruggero Cappuccio e portato in scena dalla Compagnia Teatro Segreto composta per l'occasione da dieci attori, una cantante e due musicisti. Tutti gli spettacoli hanno inizio alle ore 21,45.1 biglietti d'ingresso costano 12 mila lire ed è possibile acquistarli nei luoghi di recita il giorno stesso a partire dalle 20,30. Per informazioni telefonare allo 011/812.75.51. Monica Bonetto In alto Marion D'Amburgo e Roberto Herlàzka Qui sotto una scena di «Desideri mortali» Festival delle colline torinesi