Lo sciacallo venuto dall'Est

Lo sciacallo venuto dall'Est DOLOMITI E PREALPI ORIENTALI Lo sciacallo venuto dall'Est In aumento orsi, linci e gatti selvatici CHIUNQUE, d'estate, sia andato in giro per le Dolomiti e le Prealpi Orientali avrà constatato come, salvo marmotte e branchi di camosci, indolenti a Nord, e sospettosissimi a Sud, sia relativamente difficile concludere una gita avvistando qualche altro animale. Si udranno i canti degli uccelli: ma, visto che il turista raramente si alza all'alba, o si sofferma in quota al crepuscolo, le occasioni di avvistamento diminuiscono drasticamente. Pare che, anche se magari non lo vedremo mai, la situazione sia cambiata in questi ultimi 5-6 anni, complice ù dissolvimento della Jugoslavia e, causa la guerra, anche il disfacimento delle strutture preposte allo sfruttamento e controllo venatorio. Per cui varie specie hanno iniziato una trasmigrazione verso occidente, e in tempi più brevi del solito. Lince, orso, gatto selvatico, gipeto e anche lo sciacallo sono già arrivati, e sono ormai alle porte di Belluno e nel Trevigiano. Avvistamenti, segnalazioni sono ormai più che congrui, e permettono di ipotizzare una colonizzazione stabile di questi animali scomparsi da secoli. Desta sensazione nel mondo scientifico il caso dello sciacallo, che in Italia non esisteva neppure in tempi molto antichi. Tutti sanno che l'orso è presente in discreto numero nell'Appennino Centrale e, in pochi capi, nel Parco Adamello-Brenta. Pochi sono a conoscenza, a meno che non si mettano a parlare con guardacaccia ciarlieri, che l'orso da tempo cir¬ cola, in Dolomiti, in Val Ansièi, sia sotto i Cadini di Misurina sia, ed è territorio di Cortina, sotto il Sorapiss. Nella Riserva Integrale della Val Tovanella, tre chilometri in linea d'aria da Longarone, c'è almeno da quattro anni. Bisogna dire che il plantigrado ha anche scelto molto bene: tutti i luoghi citati sono abbastanza poco visitati dai turisti, folti di boschi (nella Valbona, sotto il Sorapiss, si girò il film «Il segreto del Bosco Vecchio» di Olmi, con Villaggio): in Val Tovanella, poi, chi ci va, cacciatori a parte, è solo perché si è perso. Le ragioni del ritorno, e della futura permanenza, sono oramai note. Tutta la superficie boscata, nonostante gli incendi (le Alpi Orientali, a livello nazionale, sono da considerarsi quasi immuni) è in aumento da 30-40 anni, a livello spontaneo, dato il notorio abbandono delle montagne non sfruttate ad uso turistico. Disturbatori ce ne sono pochi: le prede dei grandi vertebrati sono numerosissime. Diventa facile spostarsi: l'unico ostacolo sono le strade (ma ricordiamo che l'autostrada Udine-Tarvisio è stata la prima ad essere dotata di corridoi faunistici). Bruxelles ha, come noto, emanato una direttiva per favorire la realizzazione di questi sottopassi. La scena dell'orsetto che, nel film omonimo di J.J. Annaud vede, in apertura, morire la madre sotto una scarica di sassi mentre stava divellendo un alveare è stata girata' WP non sulle montagne del Canada, come il film ci fa credere, ma sul versante meridionale delle Pale di San Martino, sopra Gosaldo. Un ambiente ideale. Esigenze cinematografiche hanno portato gli «attori» anche sulle Cinque Torri di Cortina ma, in realtà, anche in futuro lì orsi non se ne vedranno mai! Un ambiente ideale lo deve aver trovato anche lo sciacallo, e da tempo: l'esemplare ucciso in Cadore nel 1984 era arrivato a passo di carica dai Balcani. Si stima che, partito dalla Macedonia, probabilmente seguendo greggi che si spostavano a causa della siccità, abbia poi proseguito verso Nord. Oggigiorno fa strage di galline da Treviso a Salisburgo. In particolare, pare che i dintorni della città, con ampie disponibilità < | alimentari, Io attraggano assai, e in questo è stato preceduto da altre specie. Il gatto selvatico in Italia meridionale e centrale era già presente, ma le osservazioni sulle Alpi Orientali fanno ritenere che, ancora, i riscontri attuali provengano in forze dall'area balcanica. Se lo sciacallo ama le galline, il gatto selvatico non è da meno: sorgeranno problemi. Il gatto selvatico abita sotto gli 800 metri, quindi colonizza gli ambienti più antropizzati per definizione. Dovrà, anche lui, mettersi a rovistare fre le discariche, visto che la sua dieta comprende circa 500 prede. I plantigradi, in particolare, hanno scelto bene: luoghi con folti boschi e poco visitati dal turismo di massa Anche le foreste sono in aumento PREALPI ORIENTALI venuto dall'Est linci e gatti selvatici al Ansièi, urina sia, a, sotto il Integrale chilomeongarone, nni. antigrado ene: tutti bastanza i, folti di otto il SoIl segreto Olmi, con nella, poi, arte, è soe ragioni ra permae. boscata, i (le Alpi onale, sosi immu40 anni, a il notorio agne non o. 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Il gatto selvatico in Italia meridionale e centrale era già presente, ma le osservazioni sulle Alpi Orientali fanno ritenere che, ancora, i riscontri attuali provengano in forze dall'area balcanica. Se lo sciacallo ama le galline, il gatto selvatico non è da meno: sorgeranno problemi. Il gatto selvatico abita sotto gli 800 metri, quindi colonizza gli ambienti più antropizzati per definizione. Dovrà, anche lui, mettersi a rovistare fre le discariche, visto che la sua dieta comprende circa 500 prede. WP

Persone citate: Bosco Vecchio, Olmi, Villaggio