In India farmaci sotto accusa di Ezio Giacobini

In India farmaci sotto accusa MEDICINA AYURVEDICA In India farmaci sotto accusa Secondo il governo di Delhi sarebbero preparati in condizioni poco igieniche con ingredienti non dichiarati, adulterati e spesso erroneamente classificati SE la critica provenisse dalla medicina occidentale si potrebbe parlare di parzialità e pregiudizi verso la medicina «alternativa» ma lo stesso incaricato del ministero della Sanità indiana per i farmaci ayurvedici ha definito i preparati attualmente sul mercato indiano come «falsi, adulterati ed erroneamente classificati» e ha annunciato che il, governo inizierà un controllo severo sulle documentazioni cliniche relative al loro impiego nei tre maggiori ospedali di Dehli dove tali rimedi vengono utilizzati. Secondo il comitato scientifico per lo studio della medicina tradizionale (che fa parte del Consiglio nazionale delle ricerche indiano) la standardizzazione dei prodotti e degli ingredienti ritenuti essenziali lascerebbe molto a desiderare. Numerosi sarebbero i casi di sostituzione con erbe meno costose, dall'apparenza simile e quindi difficilmente distinguibili da parte del pubblico. Secondo il Ministero della Sanità non esiste praticamente un controllo della qualità del prodotto e sia l'industria che i venditori non hanno interesse ad adottare regole e controlli. La preparazione dei prodotti avviene spesso in condizioni primitive e poco igieniche. La medicina ayurvedica, come la maggior parte delle medicine «naturali» o «non-tradizionali» o «alternative» soffre del fatto che i suoi farmaci sono dal punto di vista chimico complessi in quanto consistono di numerose sostanze (a volte centinaia in uno stesso preparato). Di queste sostanze pochissime sono state isolate e identificate e per la maggior parte si conosce poco o nulla dal punto di vista dell'efficacia terapeutica basandoci su test clinici controllati (una situazione di recente notorietà in Italia). E' quindi difficile, se non impossibile paragonare differenti tipi di estratti d'erbe tra di loro e affermare se contengono o meno i principi ritenuti attivi e in che dosi. La mancanza di una vera documentazione clinica che raccolga i risultati dei trattamenti, di regole di sicurezza per il loro uso e soprattutto l'assenza di studi clinici controllati che ne deterniinino l'efficacia e le indicazioni, rende la comunità medica non solo perplessa ma francamente scettica di fronte ai conclamati benefici di tali terapie. Per scavalcare il problema dal punto di vista pratico e com- merciale negli Stati Uniti i preparati di erboristeria sono ritenuti prodotti dietetici supplementari e come tali posti liberamente in commercio in quanto non sottoposti a regolare ed obbligatoria registrazione medica come per tutte le medicine. Si tratta ormai di un mercato paragonabile per volume a quello della medicina ufficiale. Molti preparati di erboristeria vengono venduti in alcuni Paesi con indicazioni cliniche precise (contro l'insonnia, l'emicrania, le depressioni, per aumentare la memoria, dnninuire il colesterolo, migliorare la funzione cardiaca e combattere l'impotenza). Si sente caiindi sempre di più la ne¬ cessità di regolarne la vendita o di controllare affinché le indicazioni corrispondano ad un effettivo risultato documentato. Il programma internazionale sul monitoraggio dei farmaci dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms-Who) ha recentemente iniziato un progetto internazionale sul controllo dei prodotti alternativi con sede ad Uppsala (Svezia). Esso ha come meta finale la standardizzazione globale dei prodotti di erboristeria. Compito difficilissimo reso talvolta impossibile dal fatto che i preparati posti in commercio variano enormemente tra di loro. Nei soli paesi industrializzati quasi un terzo della popolazione fa uso regolare o saltuario di prodotti cosiddetti naturali per una cifra di diversi miliardi di dollari l'anno. Poiché si tratta di una cifra che si avvicina sempre di più a quella delle medicine riconosciute ci rendiamo conto del recente interesse dell'industria farmaceutica in questo settore. Un esempio di successo commerciale è la vendita dell'aglio sotto forma di pastiglie con un fatturato annuo di diversi milioni di dollari (2,4 miliardi di pillole vendute in 30 paesi nel '97 da una sola ditta). Nella maggior parte dei casi dei prodotti naturali manca non solo la possibilità di identificare i principi attivi (che se venissero scoperti come tali diverrebbero dei veri farmaci) ma perfino di stabilire l'autenticità e la qualità dei prodotti utilizzati nei vari preparati. In pratica trattandosi di prodotti non soggetti a una regolamentazione è impossibile garantire che contengano veramente ciò che è indicato sull'etichetta. Una standardizzazione sarebbe possibile solo per alcune erbe isolate i cui ingredienti sono già conosciuti talvolta da secoli. Ezio Giacobini Qui sopra un massaggio ayurvedico sul palmo della mano Le cure tradizionali in India sono un misto di farmaci a base di erbe e manipolazioni

Luoghi citati: India, Italia, Stati Uniti, Svezia, Uppsala