La salvezza e nella

La salvezza e nella La salvezza e nella Si stacca per confondere i predatori UNA perfida monelleria richiede ai ragazzini come prova di coraggio di staccare la coda alle lucertole e a volte, ai più cattivi, di spezzare in due con i denti come estremo segno di virilità il mozzicone ancora guizzante. Gli stessi aguzzini da adulti di solito si disinteressano completamente di questi animali che rimangono una presenza scontata, tanto sono comuni, esseri innocui che al massimo incutono un distratto ribrezzo per quella loro pelle squamosa e fredda, per i movimenti a scatti rapidissimi, e per il rischio che solo sfiorandole lascino indietro quel pezzo di sé che per molto tempo ancora dopo che si stacca non smette di contorcersi. Pochi si appassionano ai sauri e restano immuni all'atavico timore di quando noi eravamo piccoli mammiferi con gli occhi grandi, paurosi e attivi nelle più sicure ore del crepuscolo, e molti di loro erano immensi rettili terrificanti e pericolosi. Invertite le parti, gli studiosi di lucertole si godono oggi il gusto di capire la loro storia e i loro costumi, osservandole mentre si aggirano inoffensive e mansuete nei nostri abituali paesaggi, con una vitalità che cresce proporzionalmente al calore del sole. Le lucertole sono dappertutto e alcune, almeno in Italia, tanto facili da incontrare da essere, quasi contro senso, trascurate anche dagli erpetologi che preferiscono trastullarsi con animali quasi estinti. Poche sono le pubblicazioni sulla comunissima lucertola muraiola, Podarcis muràlis, inseparabile compagna delle nostre estati al mare, ai monti, in campagna e in città, e per lo più riguardano diatribe tra sistematici. Sono così tante le sottospecie descritte che a volte i termini come «razza geografica», «razza ecologica», «ecotipo» sembrano inutili preziosismi per descrivere animali che hanno tra loro differenze apparentemente trascurabili: sempre di lucertole si tratta. Eppure partendo da queste si en- J> tra nel campo affascinante della zoogeografia, che si serve dei più piccoli dettagli per raccogliere informazioni sulle origini e i cambiamenti del mondo, e così anche la variabilità morfologica di questi piccoli rettili ha qualcosa da raccontare. La lucertola muraiola, che vive solitaria o in piccoli gruppi d'estate affida al tepore del sole l'incubazione delle sue uova cartacee in buche nel terreno, ha una distribuzione vastissima nell'area mediterranea. Interessa di più dei nostri gli studiosi delle zone di confine, come l'Olanda, dove gli individui presenti in determinati areali vengono, oltre che protetti dalla legge, accuratamente censiti perché sono una rarità. E' molto variabile nelle sue caratteristiche morfologiche esterne, compresi i colori. Il ventre e la gola possono essere biancastri o arancioni, immacolati o macchiati; il dorso può essere bruno con bande e disegni caratteristici del genere Podarcis, o con bande e strie poco riconoscibili o assenti. Difficili da descrivere i lampi di verde e di celeste o di blu sulla gola e sul ventre, è sufficiente guardare una lucertola illuminata dal sole mentre si riscalda sul prediletto muro. I maschi sono più grandi, più massicci e più colorati delle femmine, aggressivi tra loro nella stagione degli amori, la primavera, quando il primo calore rida vita al sangue dopo un lungo inverno di torpore trascorso sotto terra con le membra rigide e il metabolismo ridotto al lumicino. Lasciate passare le prime ore del mattino per sgranchirsi e riscaldarsi e arrivare al mezzodì in forma smagliante (per star bene davvero una lucertola ha bisogno di circa 30 gradi e ama prendere il sole nelle ore più calde, quando a noi fa male) i maschi si azzuffano, spes¬ so rimettendoci la coda. E' proprio la coda quello che più colpisce: questa appendice così fragile ha, come tutto, uno scopo. La lucertola inseguita e in pericolo ha escogitato questo mezzo di difesa; abbandona un pezzo di sé allo scopo di sconcertare il nemico che rimane stupefatto vedendo la sua appetitosa preda dividersi in due; massimo della beffa, il moncherino si contorce in modo tale che l'attenzione del predatore si fissa di più su questo che su tutto il rimanente palpitare di vita in fuga. E lei trova il tempo di mettersi al sicuro, immobile, mentre soltanto l'affannoso pulsare della gola rivela che è sempre all'erta; è in salvo e non deve nemmeno leccarsi le ferite perché non una goccia di sangue esce dalla frattura: la coda si distacca dal corpo in un punto preciso, prefissato da una fenditura in una vertebra, e anche i muscoli circostanti sono predisposti in modo da staccarsi di netto, contraendo i vasi sanguigni ad impedire l'emor¬ ragia. Dal troncone nasce poi una nuova coda, quando non sono due o 4 tre, ma la seconda e le eventuali altre, ricresciute dopo l'autotomia % (così si chiama questa caratteristica, comune tra i rettili ai lacertidi e ai gechi), non sono strutturate come l'originale, ma sono formate da un unico troncone cartilagineo, che sostituisce le precedenti vertebre. Si dice che le lucertole con due code portino fortuna perché sacre a Pluto, dio della ricchezza a cui il mito greco attribuiva due code. E che dire degli occhi? Nelle lucertole sono protetti da due palpebre mobili, l'inferiore più sottile della superiore per permettere alla bestiola di avvertire anche minime variazioni di luce. Una terza palpebra, la membrana nittitante, serve a tenere pulita la superficie della cornea. Con i livelli raggiunti dal cinema oggi si creano mirabolanti robot per produrre capolavori di tecnologia come Jurassic Park; forse basterebbe riprendere da vicino quest'occhio dall'iride giallo-arancione, con tutte quelle palpebre, e usare piccoli trucchi, un gioco di macro e teleobiettivi, per trasformare la simpatica lucertola dei muri, innocuo antico relitto dell'era dei grandi sauri, in un terribile mostro di sicuro successo in questi anni di dinosauromania. Caterina Gromis di Trana L'estremità si spezza in un punto prefissato da una giuntura posta in una vertebra e non esce una stilla di sangue Diffusissima nell'area mediterranea è invece rara e protetta in Olanda mu, insenostre nti, in per lo tra sinte le a vola geoogica», ili prenimali erenze urabili: J> A destra una coppia di piccoli sàuri della specie lucertola vivipara so rimettendoci la coda. 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Persone citate: Caterina Gromis

Luoghi citati: Italia, Olanda, Trana