Metafore dello spirito

Metafore dello spirito Metafore dello spirito 'da sciamani in stato ài tra DEPRESSIONE del Murdi, lato Ovest, 17u 53' 56" N, 20°54' 28" E, Ciad. Tra i massicci dell'Ennedi e del Tibesti, in pieno deserto del Sahara, 15 marzo 1998. Chi abita il Sahara sostiene che l'harmattan, il vento di Nord-Ovest che soffia ininterrotto per cinquanta giorni, rende gli uomini pazzi. Cosi, quando sono strisciato in un riparo sottoroccia, nella pausa di mezzodì in cui si muovono solo miliardi di granelli di sabbia, cercavo solamente di interporre un qualsiasi diaframma tra me e il mondo reale. Mi insinuai tra un masso e la parete. Mi voltai stilla schiena (la volta era molto bassa). Mi apparve il mondo dello spirito, in t'orma di pittura rupestre. Due figure, inginocchiate o in corsa, portavano (o prendevano] qualcosa a mi personaggio seduto (forse una donna, per la veste) la cui testa svaniva in un'incerta bilobatura. Tra la donna e la grande figura dalla testa a ciuffo, su un lungo collo innaturale, correvano, inequivocabili, linee di l'orza. Altre vaghe figure, uh po' stinte, tenevano il corpo ad angolo retto, in una postura tipica di molte danze africane. Su un rilievo particolare della roccia, a destra della scena, si vedeva chiaramente una sorta di «scala», elementi interconnessi in verticale su un rilievo dell'arenaria. Eia una tipica «scala sciamanica», che si ritrova in tutte le culture ove si sia affermato questo tipo di operatore spirituale, dalla Siberia alla Patagonia, dal Sud Africa alla cristiana «scala di Giacobbe», che unisce Cielo e Terra. Nei due anni passati tra i Boscimani del Kalahari, in Botswana, avevo assistito a molte danze sciamaniche eh possessione. I Boscimani raggiungono il trance (stato alterato di coscienza, Sac) attraverso la respirazione ritmica nel ballo. Il 50 per cento degli uomini e il 30 per cento delle donne (solo perché il loro ruolo, nella cerimonia, non è quello di danzare, ma di fornire la ritmica tramite il battere delle mani e furto dei piedi al suolo) va in trance: un'intera popolazione di sciamani, persone in grado di fungere da demiurgo tra il mondo reale e lo spirilo dell'altrove, dove gli uomini possono essere animali e vice- versa. La religione sciamanica è la più antica e si è mantenuta tra le popolazioni di cacciatoriraccoglitori, relitti del Paleolitico non toccati dalla «rivoluzioneinvoluzione» neolitica. Una notte, nel gelo del Kalahari, avevo assistito a tuia scena identica a quella che vedevo rappresentata sulla parete del Murdi, nel Sahara ciadiano, a migliaia di chilometri di distanza. Durante la danza, un uomo in trance crollò al suolo in preda alle convulsioni. I compagni lo trascinarono dolce- mente verso una donna molto grassa che era accucciata accanto al fuoco, al centro del cerchio dei danzatori. La donna, che aveva un'enorme acconciatura di fazzoletti sulla testa, posò le mani sull'uomo riverso, perduto nel viaggio attraverso il mondo del potere spirituale. La donna parve assorbire il potere con le inani. Quindi, mentre l'uomo veniva ìassaggiato dagli amici per sciolergli i muscoli, la donna impose le mani ai malati, distesi accanto a lei. L'operazione durò tutta la notte. Tentai il Sac anch'io, ma senza successo. Provoca dolore e paura, lungo la schiena. La somiglianza tra la scena in pittura e quella dal vero poteva essere rinforzata ulteriormente da una pittura boscimane che avevo visto a Lonyana, lungo 0 fiume Mooi, sul Kamberg, una piccola catena da. vanti agli spettacolari monti ! Drakensberg, in Natal, Sud Africa. Qui è chiaramente rappresentato un gruppo di danzatori in cerchio, con al centro una figura inginocchiata che impone le mani a un personaggio arrovesciato all'indietro. Accanto ai danzatori (che hanno la strana faccia a «becco d'anatra» che si ritrova in Sahara e nel riparo del Murdi) volano frecce, che i Boscimani di : metà Ottocento (ancora in grado di dipingere pitture rupestri e non I solo di interpretarle, un dato di fatto etnografico) descrivevano come «le frecce di forza spirituale con cui gli sciamani (possessori di medicina, come dicono oggi i i boscimani) attaccano il male, fisi- ? co e spirituale». I L'arte rupestre ha avuto inizio, * contemporaneamente, in Europa (Spagna e Francia) e in Africa, al confine tra Namibia e Sud Africa (grotta Apollo 11 ), più o meno.25 mila anni fa. Gli inizi dell'arte furono improvvisi: non si trovano • tracce di «schizzi di prova» o di |Ì lèi f qualsivoglia tentativo progressivo P verso un segno sicuro, o colori p netti. Improvvisamente, popola-1 zioni lontanissime per habitat 1 (anche se accomunate dalla strategia di sopravvivenza della caccia e raccolta) si misero a mettere su pareti di arenaria, quasi sempre in grotte e luoghi di particolare apparenza, rappresentazioni dettagliate ed elegantissime, per stile e naturalezza, del loro particolare mondo spirituale. «Sono metafore dello spirito, della forza degli scia- j mani nel loro viaggio», dicevano agli etnologi i Boscimani sudafricani, ormai estinti. E' probabile che l'origine dell'arte abbia a che | fare con il raggiungimento del pensiero religioso delle popolazioni paleolitiche e con la scoperta di tecniche e di droghe psicotrope in grado di produrre allucinazioni Pitture rilevate-da Salzar' nel Murdi,'Giaci (Sac). Data l'identità dell'architettura cerebrale di tutte le popolazioni di Homo sapiens e l'omogeneità della sua cultura preistorica, non stupisce pertanto trovare una certa concorrenza di stili e immagini tra Francia e Sud Africa (i due estremi). Le raffigurazioni del Murdi ciadiano, però^appaiono piuttosto recenti. Li alcuni casi si possono vedere anche cavalli e dromedari al «galoppo volante», un'andatura ùnpossibile a entrambi gli animali. Tali cavalcature non arrivarono nel Sahara che qualche secolo prima di Cristo. Numerose generazioni e strategie (dalla caccia alla pastorizia all'agricoltura) separano le faune rappresentate durante il periodo del «Sahara verde» (fino a 8 mila amii fa circa) e le popolazioni che hanno dipinto sulle arenarie del riparo del Murdi. Da qualche tempo anche i più scettici studiosi dell'arte parietale sahariana stanno concordando con l'ipotesi che ci sia stata un'influenza di popolazioni affini ai Boscimani in alcune fasi antiche di pitture e graffiti. Si è quasi d'accordo, ormai, che lo stile detto delle «Teste rotonde» (diffuso tra Algeria, Libia, Niger'e Ciad) sia stato opera di cacciatoriraccoglitori boscimanoidi. L'ipotesi è confermata dalla presenza di crani antropometricamente assimilabili a quelli boscimani, fino a Khartum, in Sudan. Recentemente sono stati trovati resti analoghi anche in Marocco meridionalerNorii è difficile pertanto ipotizzare una popolazione boscimanoide diffusa in tutta l'Africa. Se ne trovano tracce concrete, per esempio, in Zimbabwe e Tanzania. Qui, soprattutto, oltre a considerare le bellissime pitture rupestri del distretto di'Kondea, a Nord di Dodoma, vive una popolazione residuale di cacciatoriraccoglitori, i Sandawe, che parla una lingua a clicks, esclusiva di Ottentotti e Boscimani (meglio: Khoisan). In tutta l'Africa centrale, poi, dal Senegal al Kenya, si ha tradizione di ima popolazione autoctona di piccola statura, dedita alla caccia (come i Boscimani) che divenne fonte di «eroi culturali» (i Tellem per i Dogpn, per esempio) per le popolazioni cuscitiche, nilotiche e bantu che invasero i loro territori. Alberto Salza

Persone citate: Alberto Salza, Kenya