Micobatteri atipici dall'Africa di Carlo Grande

Micobatteri atipici dall'Africa NUOVE MALATTIE Micobatteri atipici dall'Africa SI chiamano «micobatteri atipici» (MA) e dall'Africa, continente nel quale provocano nuove malattie subdole e ietali, minacciano di diffondersi anche in Europa, dove stress e declino della qualità della vita creano condizioni sempre più difficili per l'organismo umano. Nei Paesi occidentali, infatti, i micobatteri atipici (detti anche Micobatteri Polimorfi Ambientali, MPA) possono essere presenti anche nell'acqua potabile e in quella delle piscine. A scoprirli è stato Salvatore Saporita, medico che lavora da anni nella fascia del Sahel, in Togo, Benin, Burkina Faso, Kenya e Uganda. Uno dei primi casi gli si è presentato all'ospedale di Mattari, nella provincia di Nyeri (in Kenya): qui è giunta una paziente di 65 anni, emaciata, con sintomi tipici della Tbc, salvo spiega lo studioso - «una notevole voglia di vivere e una grande reattività, pur in presenza di febbre alta». La donna, non fumatrice, era afflitta dalla tosse e da due anni si trascinava da un ospedale all'altro lamentando febbre, catarro. Aveva le spalle ricurve e incavate, come volesse proteggere i polmoni, e un linfonodo sovraclaveare alla spalla sinistra, con una fistola che raggiungeva la scapola. Aveva insommma gli stessi sintomi della Tbc (confermati anche dalle radiografie) ma non rispondeva bene alla chemioterapia che avrebbe dovuto debellare una malattia del genere. Aspirato il pus dal linfonodo, e dopo un assiduo e approfondito lavoro di ricerca, Saporita ha scoperto l'origine della sua malattia: un batterio («ulcera del Burundi»), che nel Togo si sta diffondendo pericolosamente. Già nel 1990 erano stati individuati tre o quattro tipi di micobatteri di quel genere (come il «micobatterio Malmoe» - scoperto in Svezia), e Saporita è oggi in grado di elencare addirittura una ventina di questi organismi, che hanno struttura diversa (ovale) da quella dei soliti micobatteri (a bastoncino). La malattia viene oggi affrontata con successo grazie a un protocollo di tre-cinque farmaci. La cosa più importante, sottolinea Saporita, è intensificare la ricerca, perché questo tipo di micobatteri diventa particolarmente pericoloso e si "<fo^ manifesta soprattutto per l'abbassamento delle difese immunitarie. E si è già visto che questo sarà uno dei principali punti deboli delle società occidentali, le cui barriere sanitarie sono già troppo indebolite a causa dei cortisonici, ad esempio, dell'inquinamento, dello stress cronico e dell'alterazione dei cibi provocata dall'utilizzo di estrogeni e anticrittogamici. Carlo Grande ÉP Si ìsm

Persone citate: Micobatteri Polimorfi Ambientali, Salvatore Saporita