Il satellite salvato dalla Luna

Il satellite salvato dalla Luna ASTRONAUTICA Il satellite salvato dalla Luna ■ L 25 dicembre 1997 ai tecnici I della base spaziale di BaikoI nur non deve essere certo sembrata una giornata storica, anzi. Il quarto stadio di un razzo Proton aveva funzionato male, spedendo un satellite per telecomunicazioni nell'orbita sbagliata. A prima vista, un fallimento completo. Invece stava per iniziare un capitolo nuovo dell'avventura spaziale: per la prima volta un satellite commerciale, uno di quelli che di solito ci trasmettono film o partite di calcio sulla parabola dì casa, avrebbe compiuto una missione lunare. Nessuno scopo scientifico: semplicemente una azzardata operazione di salvataggio che si è conclusa il 17 giugno, dopo due passaggi dietro la Luna destinati a entrare nella storia. Asiasat-3, questo il nome originario del satellite, era stato costruito dalla Hughes per fornire trasmissioni tv e telecomunicazioni a buona parte dell'Asia. Come tutti i satelliti di questo tipo, avrebbe dovuto raggiungere l'orbita geostazionaria, a 36 mila chilometri dalla Terra, dove i satelliti orbitano alla stessa velocità di rotazione del nostro pianeta, e quindi ci appaiono fissi nel cielo. Il cattivo funzionamento del Proton, però, aveva spedito Asiasat-3 su un'orbita fortemente ellittica, del tutto inutile. Inoltre il piccolo motore di bordo, concepito per compiere lievi aggiustamenti di posizione, non aveva abbastanza carburante per correggere la rotta e spingere il satellite sulla giusta traiettoria. A quel punto le compagnie di assicurazione non poterono fare altro che dichiarare il satellite inutilizzabile. Ma gli ingegneri della Hughes non si sono arresi e hanno tirato fuori un piano di salvataggio mai tentato prima: anche se i razzi del satellite non bastavano per portarlo sull'orbita buona, erano comunque sufficienti, paradossalmente, per spedirlo dietro la Luna, distante circa 400.000 chilometri. In un gioco di biliardo cosmico, la forza gravitazionale del corpo celeste avrebbe attirato a sé il satellite per poi rimandarlo verso la Terra, ma stavolta con un'orbita diversa, più adatta per un uso commerciale. Questa tecnica, chiamata «gravity assist», è stata già usata molte volte per le sonde interplanetarie della Nasa. Lo stesso Apollo 13 si salvò sfruttando la gravità lunare. Il 13 maggio 1998 Asiasat-3, rinominato «Hgs-1», è così diventato il primo satellite privato a vedere la faccia nascosta della Luna, un'avventura affrontata precedentemente solo dalle sonde scientifiche e dalle missioni Apollo. Appena iniziato il viaggio di ritorno verso la Terra, i tecnici, galvanizzati dal successo ottenuto, hanno deciso di fargli compiere un altro giro in modo da correggere ulteriormente l'orbita. Il secondo passaggio dietro la Luna è avvenuto il 6 giugno, e anche in questo caso i calcoli si sono dimostrati perfetti, tanto che 11 giorni dopo, con un'altra piccola accensione del motore, Hgs-1 si è sistemato su un'orbita geostazionaria molto simile a quella prevista. Purtroppo anche dopo il salvataggio il satellite non potrà mai essere perfettamente stabile nel cielo, e questo rende impossibile il suo uso per le comuni trasmissioni tv. Ma ci sono molte altre applicazioni per le quali potrà fare un ottimo lavoro, ad esempio le comunicazioni militari. Così la Hughes, grazie a un accordo con le compagnie di assicurazione, ha messo in vendita Hgs-1 : il compratore avrà un satellite nuovo di zecca ad un prezzo stracciato. In più, la «missione lunare» ha dimostrato che il passaggio dietro la Luna può facilitare l'invio in orbita terrestre di altri satelliti. Americo Bonanni

Persone citate: Americo Bonanni, Hughes

Luoghi citati: Asia