Torri, pinnacoli e piramidi naturali

Torri, pinnacoli e piramidi naturali IN PIEMONTE Torri, pinnacoli e piramidi naturali DALLA rossa pianura dolcemente ondulata di Poirino la strada per Asti, nel suo avvicinamento alle Langhe, scende verso le colline: le alture stranamente stanno più in basso, scavate dall'azione millenaria del Fiume Tanaro e dei suoi affluenti. Sulla scarpata le arenarie bionde sono modellate in morfosculture pittoresche: pinnacoli esili, torri ardite, piattaforme precarie in equilibrio sull'abisso, frutto del ruscellamento. Processi simili costruirono le Piramidi di Terra (chiamati comunemente, con efficace espressione dialettale, i «Cicio del Vilar»), di Villar San Costanzo presso Dronero, (Cunep), ora inserite nel sistema di parchi regionali. Ogni angolo del Piemonte è segnato dalle tracce della sua storia geologica. Il Ponte del Roch di Lanzo Torinese poggia su rocce cribrate da fori circolari, le «pentole» di un diavolo laborioso secondo la vulgata. Gli esperti meno fantasiosamente ne attribuiscono l'origine a cascate vorticanti nei crepacci dei ghiacciai in avanzata durante il periodo freddo che ebbe il suo culmine circa ventimila anni fa. Gli hogbach, le lunghe cornici verticali di roccia in rilievo sulle pendici della Val Grande, il parco naturale della regione insubrica del Verbano, sono forme strutturali poco comuni in Italia, come i calanchi della Valle Bormida di Spigno allo sbocco nella piana alessandrina. In quest'ultimo caso si tratta di dedali di vallette profonde, a fianchi scoscesi e fra loro separate da spartiacque a lama di coltello. La lunga disputa fra i sostenitori di opinioni contrastanti riguardo alla loro origine ricorda un po' la Questione Omerica. Secondo alcuni sono il frutto dell'azione climatica: la roccia marnosa si contrae e si dilata successivamente per il freddo notturno e l'irradia- mento solare diurno, si fessura, si desquama ed è asportata dalla pioggia. Secondo altri la colpa è del disboscamento: il versante denudato diventa preda del dilavamento capace di incidere i solchi. Viene messa in causa anche l'alternanza di nuclei di pietra più tenera con altri più resistenti, il pas- saggio fra bancate a competenza diversa, il sollevamento tettonico recente che avrebbe ridato vigore alle languenti energie delle correnti fluviali. Come nelle Canarie, anche in Piemonte sui geotopi si è scatenata in passato la fantasia popolare. Le Piramidi di Terra della Valle Maira, per tornare ad un caso citato, rappresenterebbero antichi satanassi pietrificati dalla maledizione di Costanzo, santo milite della legione cristiana Tebea, massacrata nel IV secolo ad Agauno da Massimiliano imperatore pagano d'Occidente. Masche, dragqni, folletti operosi sarebbero gli artefici delle doline carsiche della Conca delle Carsene e del Pis del Pesio, il getto d'acqua sprizzante dalla parete di candido calcare nelle Alpi Marittime. Studiare, descrivere, divulgare queste singolarità d'una natura ora eccellente, ora capricciosa significa dunque anche rivisitare il passato, la tradizione, la poesia delle genti subalpine nel caso nostro, di allevatori nomadi, di commercianti, di stirpi guerriere in altri luoghi al mondo. Ancore provvidenziali alle quali legarsi per equilibrare la deriva verso la globalizzazione senza confini e senza radici tipica dei nostri anni. [a. bi.] Foto grande in alto, sculture di lava nella caldera del vulcano Pico del Teide a Tenerife. Nel disegno, geologia delle Canarie. Qui accanto, un «Cicio del Vilar», in Piemonte

Persone citate: Maira, Piemonte Torri, Roch, Vilar

Luoghi citati: Agauno, Dronero, Fiume Tanaro, Italia, Lanzo Torinese, Piemonte, Poirino, Villar San Costanzo