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MAZZUCCO: NELLA CAM CRUDELTÀ', AMORI E AL MAZZUCCO: NELLA CAM CRUDELTÀ', AMORI E AL LA CAMERA DI BALTUS Melania G. Mazzucco Baldini & Castoldi pp. 415 L. 30.000 L secondo romanzo di Melania Mazzucco ha molte (forse troppe) e grandi ambizioni: di riuscire a raccogliere nel suo amplissimo circuito (che romanzo circolare è) storia e vita, passioni e pensiero, avventure ed esperienze nel mondo e vicende d'anima, arte e ragione di Stato, il tutto facendo rotare intorno a un castello delle Langhe e a una camebilmente da un pittore tardo-quattrocentesco. l il ra di esso, affrescata mirabilmente da un pittore tardo-quattrocentesco. Il titolo, La camera di Baltus, rileva immediatamente questo punto fermo nella varietà quanto mai aggrovigliata degli episodi. Il castello è detto di Bastia, che è paese effettivamente langarolo, ma non ha, a quanto mi risulti, castelli, bensì una cappella, citata nel romanzo, che è dedicata a San Fiorenzo e offre una serie mirabile di affreschi, che nulla hanno a che fare con quelli della «camera». Baltus è l'ufficiale napoleonico che, ferito gravemente, lì viene ricoverato e curato dalla castellana, lasciando il nome. Le vicende speculari si svolgono Le vicende speculari si svolgono nel tardo Quattrocento, fra la conquista di Granada a opera dei Re Cattolici, che vi distruggono l'ultimo regno arabo di Spagna, la discesa di Carlo VHI in Italia, minime storie monferrine degli ultimi Paleologi e langarole di un feudatario e militare, Tristano Boccadiferro, crudele fino all'efferatezza e al sa¬ dismo, che accoglie nel suo castello di Bastia il pittore Enrico perché gh affreschi la stanza più elevata, quella che verrà chiamata di Baltus; e si ripetono ai giorni nostri, con il critico Arsenio Ventura, che si reca al castello per studiare gli affreschi appena scoperti e riporta- Melania G Nel suo s> storia e vi e pensien ed esperii vicende d ragione d Il tutto ru a un caste e a una c; affrescata da un pitt tardo-qus