«Le pillole dimagranti non l'hanno uccisa» di Ezio Mascarino

«Le pillole dimagranti non l'hanno uccisa» ALLA SBARRA IL MEDICO DEGLI OBESI La sentenza del pretore esclude collegamenti fra la cura e il decesso della donna «Le pillole dimagranti non l'hanno uccisa» E assolto Mathias Zohoungbogbo LA cura dimagrante aveva causato la morte della paziente? Per l'accusa sì. E per questo contro Mathias Christian Zohoungbogbo si era ipotizzata l'accusa di omicidio colposo. Vicenda delicata. Perché da un lato c'è la drammatica storia di quella donna, Carla Ginetti, 61 anni, morta nel giugno 1995, dopo 22 giorni di coma. Dall'altra il medico nato nel Benin, molto noto per le sue terapie dimagranti. Ma al centro, la controversia sui farmaci anoressizzanti: pericolosi o innocui? Pochi giorni fa Mathias Christian Zohoungbogbo è stato assolto dall'accusa di omicidio colposo per la morte di Carla Ginetti. Il giudice Antonio Rapelli scrive nella sua sentenza che «non si può affermare un'eventuale correlazione causale tra le modalità di somministrazione della cura e il decesso». Va detto che lo stesso pm, Pier Luigi Zanchetta, aveva chiesto l'archiviazione del procedimento, richiamando la perizia medico-legale che escludeva collegamenti tra la cura e la morte della donna. La figlia e i parenti di Carla Ginetti avevano raccontato la morte della donna. Lavorava come commessa specializzata in gioielli e bigiotteria. «Una fine straziante, nonostante i nostri tentativi per strapparla alla morte». Per loro la causa del decesso poteva essere riconducibile alle pillole dimagranti, che assumeva da oltre un mese. Ricorda la figlia, Paola: «Mamma stava cercando di dimagrire. Era una donna forte e in salute, con una forma di obesità non grave. Era molto attiva, il suo obiettivo era perdere solo una decina di chili». Si recò dal dottor Mathias Christian Zohoungbogbo. «Il medico le ha prescritto delle pillole. Ha iniziato la cura. Ma dopo pochi giorni ha cominciato a stare male, la pressione è salita. Il medico ha detto di non preoccuparsi. Dopo un mese gli è stata cambiata la cura e questo ha causato una caduta della pressione. Poi la crisi acuta, il ricovero al Maria Vittoria, l'agonia durata 22 giorni». Mathias Christian Zohoungbogbo era difeso dall'avvocato Aldo Perla. Il legale ha detto che «tra le sostanze assunte dalla signora Ginetti nessuna può considerarsi causa dell'insorgere delle complicazioni che hanno stroncato la donna». E, ancora, «non è ravvisabile alcuna negligenza, imprudenza o imperizia nella condotta del medico, ma non è neppure ravvisabile alcun nesso tra la cura prescritta e il decesso». E allora perché è morta quella donna? Lo scrive il giudice Rapelli, citando la perizia legale: «La causa ultima della morte è un arresto cardiaco, ma per il perito non c'è alcuna correlazione tra la cura e il decesso». Ezio Mascarino La figlia: con quelle pastiglie cominciò a sentirsi male gbogbo Al dottor Mathias Christian Zohoungbogbo si era rivolta Carla Ginetti

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