Il caso-Maldini, una mina per Nizzola
Il caso-Maldini, una mina per Nizzola Si affilano i coltelli in vista del Consiglio federale, il presidente diserta la riunione al Coni Il caso-Maldini, una mina per Nizzola Carrara: «Ma i problemi sono altri» ROMA. «Nessun processo al calcio», «Maldini si è ben comportato». Il mondo dello sport sembra schierarsi compatto al fianco di Nizzola, mentre gran parte dei media ogni giorno mette una «bomba» sulla panchina del et. Si affilano i coltelli in vista del Consiglio Federale del 16. Sono giorni di estenuanti trattative: Nizzola è riuscito a scontentare troppe persone importanti e se il «golpe» non sembra imminente, la minaccia aleggia sul palazzo di via Allegri, dove non si sorride più. Qualora la situazione precipitasse, e Nizzola venisse sfiduciato in Consiglio, ci sono già i candidati al rango di commissario: Andrea Manzella, presidente della Corte federale, Franco Carraro, presidente di Lega, Raffaele Pagnozzi, segretario Coni, già traghettatore della Figc da Matarrese a Nizzola nel 1996. L'unico già fuori dal gioco è proprio Maldini, nonostante un sondaggio che è una prova d'amore dei tifosi: «Non sono tipo da sondaggi, non leggo i giornali, non seguo trasmissioni sportive. E' chiaro, vedo le partite del Mondiale: ma le chiacchiere non le seguo. Voglio riposarmi e non farmi sangue amaro. Al momento di ripartire dalla Francia mi sono ripromesso di starmente in pace per un po'». Invece alla Giunta del Coni di chiacchiere se ne sono fatte tante. Carraro è entrato duramente sulla questione Nazionale: «Dopo l'eliminazione, i problemi sono quelli di prima. Non si sono né complica- ti, né risolti. Condivido l'apprezzamento che è stato rivolto a Maldini da Nizzola. E' stato giustissimo perché in queste condizioni il risultato è stato buono. La sua riconferma non è di competenza della Lega, comunque la mia opinione è che affidare la Nazionale a Maldini dopo le dimissioni di Sacchi era indispensabile, e lo stesso Maldini ha avuto vari ostacoli, compresa la partita di qualificazione ai Mondiali, con l'Inghilterra vinta dagli azzurri. Sul futuro della Nazionale la Lega sarà disponibile a qualsiasi discorso serio e privo di demagogia». Quasi le stesse parole sono arrivate dal presiden¬ te dei dilettanti Elio Giulivi: «Vi sono tantissimi altri problemi da discutere, come la questione arbitrale, il varo delle modifiche statutarie della stessa federazione, un regolamento ferreo sugli stranieri». A questa «serena discussione» tenuta dai vertici dello sport, non ha partecipato il presidente della Figc Luciano Nizzola, che ha scelto una pausa di riflessione. Pescante, dopo aver sottolineato il numero dei giocatori stranieri («se prendete le prime 10 squadre del campionato di calcio di serie A e contate gli italiani non superano i 50. E' ovvio che solo tra questi può attingere la Nazionale»), si è subito chiamato fuori dal toto-citì azzurro con una strana dichiarazione: «Non è compito del Coni, indicare l'allenatore della Nazionale. Con Zoff ho un rapporto di amicizia, ma non mi sarei mai sognato di dare indicazioni. E per quel che riguarda Veltroni lo dovete chiedere a lui». Da queste parole qualcuno dedurrà che Maldini per il Coni è out. Anche il presidente della Iaaf Primo Nebiolo non nasconde «da tifoso» la propria delusione per il gioco della Nazionale di Maldini. La palla torna alle sede competente, al consiglio federale. Però da Parigi arrivano battute velenose. Il quotidiano economico «MF» ipotizza un intervento Fifa e del suo sponsor, che è lo stesso di Alessandro Del Piero, per convincere il citi a schierare lo juventino. «Questa è nuova - dice Maldini davvero non la sapevo. Non rispondo neanche. Questa storia non merita commenti. In tanti anni nessuno di quelli che mi conoscono si è mai permesso neppure di pensarla, una cosa del genere». Gli dà una mano Blatter. «Stupidaggini». Così il presidente della Fifa commenta la notizia. Ma sulla vicenda di Del Piero imposto dallo sponsor circola al centro stampa di Parigi anche questa battuta velenosa: «Visto il rendimento di Del Piero, l'Adidas, sponsor ufficiale della Nazionale francese, ha chiesto di farlo giocare per essere sicura che la squadra di Jacquet battesse gli azzurri». Ironico è anche Milutinovic: «Mi pare che uscire con la Francia non sia un disonore. Piuttosto mi stupisce l'atteggiamento della stampa italiana: con i francesi gli azzurri hanno giocato sicuramente meglio che a Wembley con l'Inghilterra. Solo che lì la palla di Zola finì in rete e qui quella di Baggio ha sfiorato il palo. Dieci centimetri fanno cambiare totalmente valutazione, non è giusto». Chiude con perfidia Blatter: «Il calcio italiano è migliore dell'immagine che ha mostrato ai Mondiali. In compenso la Nazionale era vestita molto bene: campione del mondo della moda». Piero Serantoni Un'accusa: lo sponsor ha imposto Del Piero Il et: «Questa è nuova ora si permettono tutto» FR/KNICB c o u r» t- « u m o n o e Maldini evita le polemiche Si è rifugiato in famiglia perché «di calcio per un po' non voglio proprio parlare»
Luoghi citati: Francia, Inghilterra, Parigi, Roma
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