«Attenti a Blazevic» di Ro. Be.
«Attenti a Blazevic» «Attenti a Blazevic» Deschamps: il loro et è un vecchio volpone^ CLAIREFONTAINE DAL NOSTRO INVIATO Zidane è stanco di passare per il gatto nero. Tre finali, tre sconfitte: Uefa '96 col Bordeaux, Champions League '97 e '98 con la Juve. Un record di cui tutti farebbero a meno. Per esorcizzarlo, a Zizou non resta che portare la Francia al di là della Croazia e regalarle la prima Coppa del Mondo della sua storia. I terzi posti del '58 e '86 sono reliquie da venerare in silenzio, visto che non è proprio il caso di offrirle in pasto al culto popolare. Al ritiro della Francia spira una brezza che presto si trasformerà in vento impetuoso. Capitan Deschamps ricorda con affetto Blazevic, citi della Croazia: «L'ho avuto a Nantes. Mi fece capitano a 18 anni. Gli devo molto. E' un vecchio volpone che del calcio sa tutto». Blazevic sta simpatico anche a Jacquet, il commissario che, a Mondiali compiuti, lascerà comunque la Nazionale. Quando Blazevic pilotava il Nantes, Jacquet allenava il Bordeaux. Duelli rusticani. «Vince chi si aggiudicherà la battaglia di centrocampo - dice Deschamps -. Contro l'Italia riuscimmo a imporre il nostro marchio. I croati sono più tecnici. E la differenza la fa sempre il talento individuale». «E' qualcosa di favoloso la notte che ci apprestiamo a vivere», sorride, pacato, Jacquet. La stampa francese lo detesta. E' un sergente, non il Napoleone che la nazione sognava. Intanto, ha portato la squadra a due passi dal paradiso. Non svela le carte, difende gli attaccanti: «Segnano poco, costruiscono molto: va bene così». Jacquet distilla sarcasmo: «Noto con piacere che i francesi hanno scoperto di avere una squadra che vince, e un allenatore che poi tanto fesso non è. Meglio tardi che mai». In mattinata, scorpacciata di Croazia alla tivù. Nel pomeriggio, allenamento di rifinitura. Tutto è pronto, dal morale alla strategia: all'attacco, sì, ma con giudizio. Zidane scalpita, braccato dai fantasmi di tre finali sciupate. Sono fantasmi che pesano, soprattutto sulle spalle di Boban e Suker. [ro. be.]
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