La Francia deve, la Croazia ci prova

La Francia deve, la Croazia ci prova A Parigi, inedita sfida tra i padroni di casa, a caccia della Coppa dal 1958, e una Nazionale al debutto La Francia deve, la Croazia ci prova La tecnica di Zidane contro il fiuto del gol di Suker PARIGI DAL NOSTRO INVIATO Là dove pensavano di poter guardarsi negli occhi Italia e Germania, si daranno battaglia Francia e Croazia. E' mia sfida inedita, e come tale aperta al fascino del mistero, che sempre accompagna la tempra dell'uomo davanti a una montagna mai scalata. Le guarnigioni di Aimé Jacquet hanno impiegato quasi quattro ore per abbattere la feroce resistenza di paraguagi e azzurri, i primi trafitti da un golden gol di Laurent Blanc, i secondi lavorati di forbice e rasoio fino all'implacabile coltellata dei calci di rigore. I croati, loro, hanno asfaltato i vecchi tratturi tedeschi dopo aver regolato la Romania. Finora, il fattore campo è stato carezza e non pugno: nulla ci sentiamo di escludere, nella speranza che l'ultima parola sia data agli interpreti e non al giudice, lo spagnolo Garcfa Aranda. La Croazia si accosta alla cerimonia consapevole che, qualunque sia l'esito, sarà ricordata con il rispetto e la simpatia che si devono alle nazioni la cui cultura sportiva ha fatto da trampolino alla rinascita politica. Diversa è la febbre che consuma la Francia. I blu non hanno mai vinto la Coppa del Mondo, né quando disponevano di fuoriclasse del calibro di Kopa e Fontaine, né quando potevano esibire l'orchestra di Michel Platini. Nella semifinale del 1958, s'inchinarono al miglior Brasile di sempre, l'attacco del quale costituisce ancora oggi materia di culto: Garrincha, Didì, Vavà, Pelé, Zagallo. Finì 5-2, con tripletta di Pelé. Nel 1982 e nel 1986, i francesi si arresero alla Germania: a Siviglia, in capo a mia folle altalena che nei supplementari li portò dal 3-1 al 33, e di lì alla trappola dei rigori; a Guadalajara, in virtù di errori sesquipedali (del portiere Bats, soprattutto) e di tumultuosi ma sterili arrembaggi. La Francia attuale è meno spettacolare. Gode, però, del non trascurabile vantaggio di essere più solida, e di giocare in casa, davanti a 80 mila ugole. Di sicuro, la Croazia le renderà la vita più dura di quanto non ci sia riuscita, o non abbia voluto, l'Italia. Tanto per cominciare, se i francesi hanno subito una sola rete in cinque partite, gli avver¬ sari ne hanno incassate non più di due. E dagli ottavi in poi, la squadra dello scaltro Blazevic è andata a segno quattro volte, l'equipaggio di Jacquet appena una. Se la Francia ha Zidane, la Croazia ha Boban. E per un centrale, Stimac, che sale meno di Blanc, ecco due laterali, Stanic e Jarni, che nulla hanno da invidiare, in potenza e baldanza, a Thuram e Lizarazu. Il centrocampo croato è infinitamente più propositivo del nostro, e non meno attrezzato sul piano atletico. Per questo, non ci meraviglieremmo se Jacquet confermasse l'assetto di venerdì, con un attaccante in meno e un doganiere in più (Karembeu). I francesi, inoltre, non hanno nelle loro scuderie uno stoccatore del repertorio di Davor Suker, 33 reti su trentanove presenze. Il suo duello con Desailly orienterà l'intreccio della sfida. Vieri rimase abbandonato, e con lui il flebile Del Piero di questi tempi grami. Suker potrà sempre contare sull'agilità di Vlaovic, spalla ideale per un attaccante di razza qual è il matador del Real Madrid, la cui stagione, al guinzaglio di Heynckes, è stata tutt'altro che esaltante. La Francia di Jacquet non incanta, ma al caso e ai rivali ha sempre lasciato le briciole: su 51 partite, ne ha vinte 32, pareggiate 16 e perse 3. E per 30 gare è ri- masta imbattuta. Zidane e Boban sono le fonti creative che nobiliteranno la sfilata. Le difese, munite ma lente, potrebbero fornire involontarie combinazioni per aprire la cassaforte del match. La Croazia avrà, dalla sua, la forza della serenità. La Francia, viceversa, dovrà destreggiarsi fra i piloni di una tensione sempre più alta. Chirac, Jospin, Platini, tutti la spingono, in attesa di poter riscuotere quella Coppa mai vinta e nemmeno sfiorata. Tecnica e sciovinismo, muscoli e passione: l'obiettivo è il gran ballo di domenica sera. Ora o mai più: la Francia deve, la Croazia ci prova, entrambe possono. Roberto Beccantini IL CAMMINO DI FRANCIA E CROAZIA FRANCIA. Girone C: FranciaSud Africa 3-0 (gol di Dugarry e Henry, autorete di Issa); Francia-Arabia 4-0 (2 Henry, Trézéguet, Lizarazu); FranciaDanimarca 2-1 (Djorkaeff, Petit). Ottavi: Francia-Paraguay (golden gol di Blanc). Quarti: Francia-Italia 4-3 (rigori). CROAZIA. Girone H: CroaziaGiamaica 3-1 (Stanic, Prosinecki, Suker); Croazia-Giappone 1-0 (Suker); Croazia-Argentina 0- 1. Ottavi: Croazia-Romania 1- 0 (Suker). Quarti: CroaziaGermania 3-0 (Jarni, Vlaovic, Suker). A PARIGI ST-DENIS A DISPOSIZIONE FRANCIA: I LAMA, 22 CHARBONNIER, 2 CANDELA, 18 LE BOEUF, 14 BOGHOSSIAN. 4 VIEIRA, 13 DIOMEDE. 11 PIRES, 12 HENRY, 20 TRÉZEGUET, 21 DUGARRY 15THURAM 1é BÀRTHEZ ARBITRO CARDIA ; ARANDA (SPAGNA) § vic» M 19 KAREMBEU 9 GUIVARC'H ro et one^ 17 JARNI -Air- : 6 ASANOVJC J^2QS1M!C il BOBAN «0* FRANCIA (4-3-1-2) ALL. JACQUET 3 UZARAZU 17 PETIT 6 DJORKAEr-F 14 SOLDO !3 STANIC Ma l'OLa vittcreare (A4 VTTTEL. «Kofi BIUC | naldo vincerà il titolo di capocannoniere, noi quello di campioni del mondo». Dalla sede del ritiro croato, Davor Suker tenta di Il croato Davor Suker autore finora di 4 reti Dal suo duello con Desailly dipenderà il risultato