Alto Gradimento, torna la banda dei quattro di Fulvia Caprara

Alto Gradimento, torna la banda dei quattro Da settembre su RadioDue la trasmissione che cambiò l'etere, con vecchie puntate e nuovi inserti Alto Gradimento, torna la banda dei quattro Con Arbore, tra nostalgia e divertimento ROMA. Eccoli qui i quattro dell'apocalisse radiofonica, quelli che esattamente ventotto anni fa cancellarono in un sol colpo, con una sola trasmissione, il vecchio modo di fare radio, lanciando, primi assoluti, la moda dell'improvvisazione: come se il tempo non fosse passato Renzo Arbore, Gianni Boncompagni, Mario Marenco e Giorgio Bracardi, completo di stampelle e ingessatura («I'm a frattured man» è la spiegazione), sono di nuovo insieme, impegnati ai microfoni, nella registrazione di una serie di inserti che verranno piazzati nel tessuto delle vecchie puntate di quella trasmissione fenomeno che fu «Alto gradimento». Il gran ritorno è fissato per la metà di settembre, di domenica mattina su Radiodue, dalle 9,30 alle 11. Ma la vera notizia, annunciata nel bel mezzo dell'incontro dal neo-direttore di Radio Rai Giancarlo Santalmassi, è che, se l'esperimento darà i frutti sperati, il cast realizzerà quindici puntate nuove di zecca. In via Asiago, nella sala più importante dei palazzetto che ospita gli studi della radio di Stato, si respira un clima più allegro che nostalgico. Davanti a giornalisti, fotografi, operatori, Arbore confessa che, ritrovandosi insieme a registrare, sia lui che gli altri membri dello storico gruppo hanno provato la sensazione forse più banale, ma anche più vera: «Semplicemente ci è sembrato che il tempo non fosse passato». L'intesa reciproca, l'abilità nel continuo palleggio di battute, la naturalezza con cui i quattro intonano appena arrivati «Oh quanto è bella l'uva focarina» e poi si lanciano in un vero e proprio show, confermano la sensazione espressa da Arbore. «Questa trasmissione - spiega lo showman nasce dall'impegno di tre persone: l'ex direttore Stefano Gigotti, il collezionista Paquito Del Bosco che ha riascoltato i 250 nastri di incisioni ritrovati nei polverosi magazzini Rai e ha separato, come si dice, "il grano dal miglio" e naturalmente il regista Fasan». Fermissimo nella decisione di non tornare in tv, Arbore ha invece accettato senza remore l'idea di questo «remake»: «Lo facciamo per nostalgia, per divertimento, per il piacere di stare insieme. E poi perché in radio non si vedono le rughe, perché siamo tutti molto grati a "Alto gradimento" e perché ci piaceva moltissimo l'idea di ascoltare e far riascoltare i vecchi nastri. In televisione qualsiasi tentativo di "revival" risulta perdente, ma qui alla radio è un'altra cosa». E poi c'è la particolarità del programma, la caratteristica principale che gli impedisce di invecchiare: «I nostri personaggi - dice Arbore - sono senza tempo, abbiamo fatto una satira valida oggi come allora, non legata a nomi di personaggi famosi destinati inevitabilmente a passare di moda. L'astronauta perso nello spazio, il cronista Vinella, il professor Aristogitone, la signorina Sgarambona esistono e hanno un loro senso tuttora». Non è un caso se il direttore Santalmassi apre l'incontro ricordando che, durante la sua esperienza di insegnante di Scienze delia Comunicazione presso l'Università di Salerno, aveva usato la prima puntata di «Alto gradimento» come strumento didattico: «Era il metodo migliore per far capire ai ragazzi il modo con cui era mutato il linguaggio radiofonico. "Alto gradimento" segnò infatti un cambiamento epocale in cui la radio ebbe la funzione di rompighiaccio rispetto alla tv. Ecco, mi piacerebbe se, in tempi di crisi del piccolo schermo, questo miracolo potesse ripetersi». Quella mattina del 14 luglio 1970, subito dopo il giornale radio delle ore 12, andò in onda, su Radiodue, una serie di rumori anomali: sberleffi, dischi rotti, canzoni di Orietta Berti fatte a pezzettini, l'invito rivolto agli automobilisti di premere il piede sull'acceleratore seguito dal terrificante fracasso di un tamponamento. Era solo l'avvio di un radioterremoto che comportò, insieme con la diffusione di battute e modi di dire noti ancora oggi, interrogazioni parlamentari e valanghe di proteste da parte di chi si sentì offeso e preso hi giro. Ma quello stile ha fatto scuola e finora non c'è stata un'invenzione che l'abbia superato. Arbore, che ha saputo trasferire quell'esperienza dalla radio alla televisione creando trasmissioni culto come «Quelli della notte», dice che i tanti epigoni hanno sempre «apertamente riconosciuto di seguire le nostre orme» e che il ritorno di «Alto gradimento» servirà «da promemoria per quelli che allora non c'erano». Poi, rivolgendosi a Boncompagni in camicia hawaia¬ na, aggiunge: «In fondo lo rifacciamo per poter stare un po' insieme perché quando ci incontriamo ci divertiamo sempre: un po' di tempo fa è successo al supermercato, spingevamo tutti e due il nostro carrello e abbiamo parlato un sacco di tempo dei prezzi del pesce... Era l'anniversario di "Bandiera gialla"». Fulvia Caprara Gianni Boncompagni e Renzo Arbore negli studi dello storico «Alto gradimento»

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