La strana coppia sfida Napoli

La strana coppia sfida Napoli dietro le quinte. Un bizzarro sodalizio scandalizza la società letteraria partenopea La strana coppia sfida Napoli De Luca-De Crescenzo contro l'establishment il respon- ! 1 sabili 1 della | Feltri1 Unelli non la presero bene e accolsero la richiesta con un po' di sgomento. Eppure Erri De Luca era stato perentorio: alla presentazione milanese di Tu, mio, l'ultimo romanzo feltrinelliano dello scrittore napoletano, doveva esserci Luciano De Crescenzo. Altrimenti? Altrimenti De Luca ne avrebbe fatto una questione di principio: o con De Crescenzo o niente. Gli interlocutori di De Luca decisero di soprassedere, malgrado il disappunto. Niente di personale con De Crescenzo, per carità. Ma insomma si sa che nei luoghi più accreditati ed eleganti della società colta è diffuso un pregiudizio negativo nei confronti di De Crescenzo, autore molto venduto ma per niente circonfuso da una nobile aura «autoriale», molto popolare ma così distante dallo stile, dal linguaggio, dal modo d'essere e di presentarsi del milieu intellettuale italiano. Eppure quel pomeriggio di maggio all'Osteria del treno, a due passi dalla Stazione centrale di Milano, gli spettatori avrebbero assistito alla prima uscita pubblica di una nuova e imprevista «coppia» del panorama culturale napoletano: De Luca & De Crescenzo. Il traduttore della Bibbia e il divulgatore della filosofia greca. Il «narratore spigoloso», come in un ritratto de!Foglio è stato definito De Luca, e il bonario e «rotondo» De Crescenzo. Una «coppia» trasgressiva e bizzarra, la cui intesa avrebbe messo a rumore la pettegola e scandalizzata società letteraria partenopea. Nei cui salotti cir- D cola con insistenza l'interrogativo: qual è il cemento che unisce la nuova coppia? Che cosa regge l'imprevisto, bizzarro, stravagante matrimonio artistico-culturale tra Erri De Luca e Luciano De Crescenzo? Anche perché chi ama l'uno spesso detesta l'altro. Ruggero Guarini, per esempio, è un grande amico di De Crescenzo e un grande disistimatore di De Luca. Quando da Panorama gli hanno proposto di scrivere un elogio controcorrente di De Crescenzo già partito con il suo nuovo bestseller mondadoriano II tempo e la felicità, Guarini ha accettato con entusiasmo. Ma nel frattempo è venuto a conoscenza del nuovo sodalizio De Luca-De Crescenzo. Tentato di rinunciare all'elogio, Guarini ha resistito non senza concludere la sua apologia di De Crescenzo con salaci battute a mo' di rimprovero per l'amico impigliato nella seduzione di De Luca: «Soltanto il benestare di uno scrittore legale e legittimo, legalmente accreditato e autorizzato, potrebbe forse rassicurarlo e placarlo». Men¬ tre in Napolitan graffiti, la raccolta di scritti di Raffaele La Capria recentemente pubblicata da Rizzoli, c'è un continuo rimprovero aH'«ammiccamento» nei confronti della «napoletanitudine», all'«autoreferenzialità della letteratura napoletana», al «riferirsi continuamente a Napoli come problema e a ruotare perennemente intorno al discorso su Napoli». Un ritratto che è esat- tamente l'opposto del modo di scrivere del napoletano Erri De Luca. Ma, si chiedono a Napoli, in quelle parole non ci sarà, implicita, una certa irritazione nei confronti del «decrescenzismo»? De Luca & De Crescenzo, dunque: cosa lega due figure così diverse della napoletanità? C'è poco da interrogarsi su vane dietrologie, sembra dire De Luca. Il quale ha già spiegato che cosa lo ha spinto a solidarizzare con De Crescenzo: la brutale estromissione di quest'ultimo dal novero della «letteratura napoletana». Se l'establishment ha decretato l'espulsione di De Crescenzo, io sto con l'escluso e contro l'establishment che esclude. L'obiettivo degli strali di De Luca è l'ultima edizione di «Galassia Gutenberg». Ma ancor più l'intervento di La Capria alla cerimonia inaugurale di Galassia Gutenberg anticipata dal Corriere della Sera lo scorso febbraio. Ma soprattutto l'articolo di Franco Cordelli dedicato alla nuova letteratura napoletana che ha affiancato l'anticipazione di La Capria. Un elenco di nomi vastissimo in cui appaiono tutti, dalla A degli Almamegretta alla V di Ciro Vitiello, dagli autori degli Anni Trenta a quelli degli Anni Sessanta. Tutti. Tranne uno: quello di Luciano De Crescenzo. De Luca, sfidando lo scandalo della colta società benestante, decide perciò di prendere sottobraccio il nuovo emarginato, ricco di riconoscimenti di mercato ma povero di riconosci- menti di critica, forte con le masse e debole con gli snob. E, appunto, ne fa una questione di principio: o con lui, o niente. Tanto da fare coppia fissa col papà di Bellavista. Tanto da dedicargli pensieri pubblici in tutte le circostanze in cui in cui se ne presenta l'opportunità Persino in uno dei «Martedì di Erri De Luca» che ogni settimana vengono pubblicati dal Manifesto. Dove Erri De Luca svela di aver ricevuto da De Crescenzo una copia del suo ultimo libro con questa dedica: «Da parte di un uomo di destra che ha sempre votato a sinistra». E da qui De Luca parte per un'accorata esortazione: «La sinistra dovrebbe tenerselo caro e non aspettare di adottarlo come fece con Totò. De Crescenzo è ascoltato volentieri da quella parte d'Italia che in un ispirato momento di immaginazione qualche anno fa ha avuto la faccia tosta di votarsi contro». Chiarissima l'antifona. E ancor di più la conclusione: «Al più presto si ricorra a lui perché favorisca ancora le strane nozze di Cana della politica nostrana, per le quali un liquido elettorale bianco, miracolosamente, nel segreto dei vasi si è arrossato». Un esempio di quella prosa «che allude alla grande opera, essenziale e carica di significati profondi» che il Foglio indica come tipica di Erri De Luca. Esclusi dall'«eliso degli scrittori napoletani», come scrive con calcolata perfidia Ruggero Guarnii, De Luca e De Crescenzo sembrano così uniti da un patto segreto: sottrarre De Crescenzo da una fantasmatica «destra» per metterlo nelle rassicuranti mani di una sinistra allergica a.un eccessivo spirito di establishment. Vietato chiamarle, sprezzantemente, baruffe napoletane. Pierluigi Battista // narratore spigoloso che traduce la Bibbia difende il bonario papà di Bellavista, amato dal grande pubblico ma snobbato dai colti Nel mirino La Capria, Cordelli e la sinistra: «Dovrebbe tenerselo caro e non aspettare di adottarlo come fece con Totò» ! Qui a fianco Luciano De Crescenzo e a sinistra Erri De Luca. In alto «Veduta della darsena con la torre di San Vincenzo e con il Vesuvio In eruzione», un quadro settecentesco di Pietro Antoniani

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