Fenice, la rivincita della musica di Sandro Cappelletto
Fenice, la rivincita della musica Mentre gli Amici del teatro lanciano un appello per l'avvio dei lavori di ricostruzione Fenice, la rivincita della musica Tutta la civiltà di Venezia da Gabrieli a Moderna e Nono u VENEZIA N incontro che si è trasformato in una richiesta di impegno perché tutti i soggetti coinvolti collaborino ad una solerte ripresa dei lavori, al superamento di questo angosciante periodo di attesa. Ancora una volta, sono gli Amici della Fenice a lanciare un appello «non contro qualcuno, ma solo per il teatro, un appello che va oltre il tragico accaduto perché guarda alla capacità di reazione, di intelligenza e di coesione di Venezia per Venezia». Gran folla ieri pomeriggio nella Sala del Piovego di Palazzo Ducale, per discutere di Venezia e dei suoi teatri, avuti, perduti, ritrovati, forse. Con Barbara Valmarana, presidente degli Amici, erano presenti il prefetto Barbati, il sindaco Cacciari, il sovrintendente ai Beni ambientali Roberto Cecchi, Luigi Fozzati, responsabile del nucleo archeologico subacqueo, che ha informato dei ritrovamenti delle cosiddette «case di Marco Polo», fondamenta medievali emerse durante i lavori al Teatro Malibran: la scoperta non ha impedito di proseguire nel progetto di restauro, giunto ormai alla fase del collaudo statico. Presente anche Mario Messinis, sovrintendente della Fenice, che in un editoriale pubblicato in prima pagina da Il Gazzettino aveva denunciato il «rischio che questioni procedurali e amministrative ritardino la riapertura del cantiere, ora che la giustizia amministrativa si è definitivamente pronunciata su chi debba ricostruire La Fenice». Il riferimento è alla recente sentenza del Consiglio di Stato che ha respinto il ricorso presentato dalla società Impregilo, confermando l'attribuzione dei lavori al gruppo tedesco Philipp Holzmann. Per realizzare questo progetto, sono tuttavia ne¬ cessarie alcune deroghe urbanistiche, che potrebbero essere più celermente autorizzate dal governo con un apposito «decreto in deroga». Palla dunque rimbalzata al Consiglio dei ministri, mentre Cacciari ribadisce l'intenzione di sollecitare il governo e i sovrintendenti assicurano che non porranno ostacoli «ambientali». Ma non è ancora possibile stabilire la data del nuovo inizio dei lavori, bloccati dallo scorso febbraio. Il ritardo ha ovviamente fatto saltare il concerto inaugurale della Fenice risorta, affidato a Riccardo Muti e previsto per il dicembre 1999, assieme a tutti gli impegni già fissati, tra cui una regia di Bob Wilson. Trenta mesi senza teatro pote¬ vano demolire la vita musicale di Venezia. La precarietà acustica del tendone da circo del PalaFenice (e poi: se soffia la bora, si vola con lei, se piove, casca acqua anche dentro) poteva venire rifiutata da un pubblico «viziato» dalla perfetta risonanza della Fenice vera. Il bilancio di questo periodo è, invece, estremamente confortante, certo per una insospettabile tenacia dei veneziani, quelli d'acqua e quelli di terraferma, nel difendere l'esistenza di una tradizione di teatro musicale che è, semplicemente, nata qui, dove nel Seicento sorgeva il San Cassiano, primo teatro pubblico a pagamento del mondo. Un molo decisivo hanno anche avuto l'intelligenza e i calcolati rischi della programmazione artistica che, dopo aver risolto un paralizzante braccio di ferro con l'orchestra, ha coinvolto le migliori energie del teatro in alcuni progetti caratterizzanti. Il ciclo sinfonico da Berg a Mahler, che si conclude in questo mese di luglio, la stagione dedicata a «L'altra scena», cioè al teatro da camera contemporaneo, allestita nel teatrino (130 posti) delle Fondamenta Nuove, spazio perfetto per questo genere di performance. Una stagione operistica puntata sul teatro di regia, l'intenzione di legare le radici antiche alla musici prossima ventura: è il progetto «Civiltà musicale veneziana» che partirà a settembre e attraverserà, dalle Sonate dei Gabrieli alle opere di Cavalli, fino alle invenzioni di Bruno Maderna e Luigi Nono, quattro secoli di colori e architetture musicali. Museo e insieme laboratorio, come deve essere superando false contrapposizioni, il teatro della città senza teatro fa di necessità virtù. Basterà per convincere sponsor responsabili a credere nella Fenice che c'è senza esserci? La presenza di Pietro Marzotto nel nuovo consiglio di amministrazione è un segnale dell'importanza attribuita a questa strategia. Sandro Cappelletto Il sovrintendente Mario Messinis
Luoghi citati: Moderna, San Cassiano, Venezia
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