Non passa l'aumento del Banco di Sardegna
Non passa l'aumento del Banco di Sardegna Resta al palo anche la privatizzazione Non passa l'aumento del Banco di Sardegna La fondazione boccia la proposta del consiglio: dov'è la convenienza? SASSARI. E' ormai scontro aperto tra assemblea del Banco di Sardegna e il consiglio di amministrazione della principale banca dell'isola. Ieri l'assemblea ha infatti detto «no» al progetto di privatizzazione e aumento di capitale (da 206 miliardi a un massimo di 301), proposto dal consiglio d'amministrazione. Il voto contrario è arrivato da Giovanni Palmieri, presidente della Fondazione, che controlla il 100% delle azioni ordinarie con diritto di voto. Il progetto - ha ribadito il cda in una nota - oltre all'ingresso di un partner strategico con una partecipazione inferiore al 3%, senza quindi pregiudicare il mantenimento da parte della Fondazione del saldo controllo del Banco (partecipazione intorno al 60%), prevedeva anche la richiesta di quotazione in Borsa delle azioni ordinarie e la conversione delle azioni di risparmio in azioni ordinarie, conversione sulla quale il 6 luglio scorso si era già espressa favorevolmente l'assemblea degli azionisti di risparmio. Oltre al «rammarico», il cda ha poi auspicato che, «in tempi molto rapidi, si provveda al rafforzamento patrimoniale del Banco». La «bocciatura» - è stato spiegato in ambienti della Fondazione - è stata motivata con la «impossibilità di valutare in modo positivo il profilo economico-finanziario, la correttezza e la convenienza dell'operazione sia per la banca, sia per la Fondazione, sia per l'economia regionale». I consulenti della Fondazione avrebbero inoltre espresso riserve sugli «strumenti previsti dal progetto» che sarebbero in contrasto con la normativa della «Direttiva Dini», che non prevederebbe l'offerta pubblica di sottoscrizione, operazione proposta dal cda della banca. Il cda' della Fondazione ha confermato la volontà di procedere all'apertura del capitale del Banco al mercato, «in ossequio alla normativa vigente in materia di dismissione delle partecipazioni bancarie detenute dalle fondazioni, nel rispetto delle indicazioni fornite dal Tesoro e nel quadro della propria autonomia». L'assemblea era stata convocata in sede ordinaria per richiedere l'ammissione delle azioni alle contrattazioni in Borsa, e in sede straordinaria per deliberare l'aumento del capitale sociale. Nel dettaglio, il progetto prevedeva la conversione alla pari delle azioni di risparmio in azioni ordinarie e l'aumento del capitale da poco più di 206 miliardi a un massimo di 301 miliardi, mediante l'emissione a pagamento di un massimo di 189 milioni di azioni del valore nominale di 500 lire ciascuna. Una parte delle nuove azioni (oltre 170 milioni) sono destinate a essere offerte sul mercato (con una quota riservata ai dipendenti del Banco), e una parte (18.518.519) invece deve essere offerta in esclusiva, a un partner strategico, Abn Amro Rotschild. La delibera del cda del Banco di Sardegna Spa era slittata dal 29 aprile al 5 maggio, dopo un «altolà» del cda della Fondazione, appena rinnovato dal ministro del Tesoro. Del «caso» Banco di Sardegna se ne occuperà anche la Regionale: il presidente Federico Palomba e l'assessore della Programmazione, competente per il credito, Pier Sandro Scano, incontreranno nei prossimi giorni il presidente della Fondazione. [r. e. s.l
Persone citate: Dini, Federico Palomba, Giovanni Palmieri, Pier Sandro Scano, Rotschild
Luoghi citati: Sassari
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