«Trasporti da liberalizzare»

«Trasporti da liberalizzare» «Trasporti da liberalizzare» Piano del governo, dubbi del sindacato ROMA. Un impegno delle imprese, «perché facciano la loro parte nelle liberalizzazioni avviate dal governo». E «un patto sociale di alto profilo» per governare i processi di ristrutturazione delle aziende di trasporto e superare la conflittualità del settore. Sono i due punti su cui insiste il ministro Burlando nell'introdurre la Conferenza Nazionale dei Trasporti che si apre alla presenza del presidente Oscar Luigi Scalfaro. «Il trasporto aereo è liberalizzato dal 1° aprile '97, l'autotrasporto dal 1° luglio '98 e ora tocca al cabotaggio e alle ferrovie, dal 1° gennaio '99. Abbiamo fatto le leggi e speso due anni per metterci in regola con tutte le norme europee. Adesso tocca alle imprese», sostiene il ministro il cui documento indica le grandi linee per elaborare, di qui a un anno, il nuovo Piano Trasporti. In dieci anni lo «stato del mondo» è radicalmente cambiato, nei trasporti ma non solo, è la premessa. La crescita delle economie asiatiche ha fatto del Mediterraneo un nuovo crocevia nei traffici mondiali, fra Nord e Sud ma soprattutto fra l'Europa e quel Far East dove sono ormai dislocate le produzioni di merci. Una situazione nuova che offre un'opportunità unica di sviluppo all'Italia e al Mezzogiorno. Basti pensare che il porto di Gioia Tauro, in soli tre anni di attività, è diventato il primo porto del Mediterraneo, attivando 2000 posti di lavoro e sottraendo lavoro al Nord Europa. Ma i porti non bastano, come non sono sufficienti gli aeroporti e nemmeno le ferrovie, sulle quali pure si concentrerà l'attenzione del prossimo piano insieme ai trasporti pubblici urbani. La vera sfida si chiama «logistica», la realizzazione di un sistema integrato di porti, interponi, ferrovie, quell'insieme di trasporti «intermodali», accompagnati da servizi assicurativi e di altro genere che garantiscano precisione e affidabihtà. Un campo in cui è decisivo l'intervento imprenditoriale. Anche per non lasciare il campo libero agli investitori stranieri. «Investire nel Mezzogiorno è un valore aggiunto per il Paese, non un atto di solidarietà», insiste Burlando. Che non nega che si deve anche garantire l'efficienza delle aziende di trasporto, anche pubbliche. E chiede un «patto» ai sindacati, come è avvenuto per l'Alitalia «dove oggi non si sciopera più». Ma i sindacati paiono delusi dalla «mancanza di priorità» e di «grandi scelte infrastnitturali». E anche per instaurare un nuovo sistema di relazioni industriali «servono nuove regole». im. g. b.]

Persone citate: Burlando, Oscar Luigi Scalfaro

Luoghi citati: Europa, Gioia Tauro, Italia, Nord Europa, Roma