Coi figli, tra donne sole

Coi figli, tra donne sole Gli psicologi: una vita tra problemi e tristezze, accresciuti da difficoltà economiche Coi figli, tra donne sole Le capofamiglia: scelta obbligata che si paga aTORINO UESTA è la piccola storia «banale» di una donna. Una storia che non meriterebbe nemmeno dieci righe su un giornale, proprio perché uguale a tante altre e, dunque, così banale. E' la storia di... una signora di 48 anni, medico ospedaliero, pediatra, che sei anni fa è stata piantata dal marito per un'altra. Dopo vent'anni passati insieme e «tutte le cose importanti della vita»: l'università, la laurea, il primo lavoro, la prima casa insieme, i bambini. Con due figli - allora di 9 e 12 anni - e s'è trovata di colpo ad essere capofamiglia, sola di fronte ai suoi ragazzi che crescevano, più povera, più «dura», più stanca. Senza un nuovo compagno perché «non c'era il tempo di cercarlo». E che ora, a frugare dentro questi sei anni, trova solo «fatica e tristezza». E se deve dire che timbro ha la sua vita, dice «malinconia». Una malinconia che la figlia, come se ci fosse bisogno di rincarare il peso della vita, ogni tanto le «rimprovera». Diciamo sei anni fa, ma tutto comincia otto anni fa. Quando la signora aveva 40 anni. Anzi, era proprio il giorno del suo quarantesimo compleanno, quella sera che ancora adesso ricorda perché dovette inventarsi una bugia con la babysitter che aveva chiamato aspettando - come capitava ogni anno - di essere invitata a cena dal marito. Invece, il marito se n'era dimenticato. La babysitter tornò a casa e la signora capì che stava per incominciare una stagione nuova della sua vita: «Eppure mio marito non aveva ancora nemmeno conosciuto quell'altra donna». Ma era, diciamo così, pronto per incontrarla, aveva scaricato le pile della sua memoria, perso i riflessi della vita a due, disinnescato la carica di affetto, ingarbugliato i fili della sua esistenza. Comincia, quasi sempre, così. Finisce, talvolta, sul lettino dell'analista dove le storie si intricano e radicalizzano, si inabissano nel pozzo interiore di ciascuno per arrivare alle origini, capirsi e quindi - per chi ci riesce - accettarsi. Cinquantenne, impiegata, una figlia di 25 anni, a nove anni da un difficile divorzio ottenuto perché lui la picchiava, dice tuttora: «Se mi chiedesse di tornare a casa, gli direi di sì». La spiegazione è che lo vorrebbe proteggere, pensa ancora di poterlo rendere come lo voleva. Trent'anni, professionista, chiedeva al marito protezione, come aveva fatto da bambina con il padre, dal quale non si era mai separata completamente: «Anche adesso tendo a sentirmi controllata da mio padre e quando gli telefono mi metto automaticamente in un atteggiamento di difesa. Non mi sento mai a posto». Il marito l'ha lasciata per un'altra e lei ancora si sente colpevole per la separazione e non riesce a stabilire nuovi legami. Trentotto anni, educatrice, un'infanzia spesa nel tentativo di farsi amare dalla madre che le preferiva un'altra sorella. Adulta, non riusciva a mantenere a lungo le relazioni con i partner. Dice: «Ho speso tutte le mie fatiche per farmi amare». S'è sposata, il marito l'ha lasciata. Ha fatto un figlio, che ora ha cinque anni, con il nuovo compagno. L'ha lasciata anche lui, ma è rimasto affezionato al bambino: «Lo ama, ci gioca insieme, ma non vuole me». Donne sole, abbandonate. Donne capofamiglia, un esercito di invisibili. In una città come Torino sono 140 mila, quasi la metà vedove, oltre trenta mila nubili, poco meno di trenta mila coniugate, un¬ dici mila separate o divorziate. Ma attenzione: un'indagine del Comune sui capifamiglia a reddito zero, ha rivelato che le donne separate o divorziate senza alcuna fonte di reddito ufficiale sono nettamente superiori ai maschi: il 28 per cento contro il 10. Sole, capofamiglia e povere. Qui a Torino, quattro anni fa, è nata la prima, e per ora unica, associazione delle donne capofamiglia, l'A.Do.C. E' nata, ci racconta la presidente, Mara Mosca, come il prolungamento di un'altra associazione, quella delle donne professioniste, per assonanza con quel che succedeva in giro per l'Europa, ma anche sulla spinta di ciò che accadeva alle socie. «Le donne capofamiglia - dice la signora Mosca - hanno un sacco di problemi: la custodia dei figli, la solitudine, il rigetto sociale che tuttora colpisce le donne sole con figli». C'è anche ci sceglie di stare sola; ma per la stragrande maggioranza, ci dice l'avvocato Clotilde Calfa, è una scelta «obbligata». All'A.Do.C. «si» aiutano a vivere: nelle pratiche di separazione e di divorzio, a cercare e trovare un lavoro, si fanno corsi di qualificazione professionale. Si fanno cose più leggere come andare a teatro insieme; ed altre più pesanti, come i «gruppi di riflessione psi- cologica», sei donne insieme, una volta la settimana, un'ora e mezzo senza tema prefissato. Capita che incominci una parlare: «Stanotte ho fatto un sogno...» lb i gLa psicologa Alba Matteoni ci spiega il tragitto di questi incontri: «Ognuna delle partecipanti scopre delle analogie tra la sua vicenda e quella della altre e ciò aiuta a capire, per esempio, le proprie rabbie nei confronti del coniuge. Ma si scoprono anche le differenze e quindi si capisce che di fronte ad una situazione simile si può reagire in modo diverso». Il punto è che non vanno rimossi i venti (o dieci, o due, quanti sono) anni passati con il marito, ma capiti: «La sofferenza si riesce ad accettare solo se se ne capisce il senso. Le pazienti diventano più pazienti». Gli adulti, ci spiega la psicologa Alessandra Lancellotti, spesso credono che la separazione sia la soluzione, invece «i problemi si moltiplicano: il lavoro, meno soldi, solitudine, una tristezza di fondo». Insieme al marito Roberto Perotti (entrambi al secondo matrimonio) la signora Lancellotti guida un «centro per la separazione » e dice che l'importante, una volta deciso, è «separarsi bene». Come si fa? «Paradossalmente volendosi bene, dicendosi grazie per quel che s'è fatto insieme, riconoscere la gioia di essersi dati reciprocamente un pezzo di vita, prendendosi ognuno le proprie responsabilità». Mica facile. Il pianeta delle donne sole e capofamiglia è invisibile e in buona parte sconosciuto. L' A.Do.C. ha incaricato una delle socie, Vicky Franzinetti, ricercatrice sociale, capofamiglia con un figlio di 14 anni, di scandagliare l'abisso. «Chi siamo, quante siamo, come siamo distribuite? Non si sa nulla - dice Franzinetti -, i comuni non hanno nemmeno i dati. Le donne capofamiglia non si vedono, non si sentono, non spaccano vetrine, stanno a casa, da sole e stanno male». Il senso della ricerca è anche quella di elaborare proposte per una politica sociale, ora inesistente:. «Ci sono scelte personali, obbligate o deliberate. Però le implicazioni sociali non sono più scelte personali, ma problemi di tutti». Torniamo alla piccola storia «banale». Ci dice la signora che la fatica maggiore è stata la «paura di commettere erro ri con i ragazzi, contenere la loro sofferenza. Mi sono trovata nella condizione di dover difendere mio marito dal giudizio dei suoi figli: in fondo era il loro padre. Ho dovuto rendere ambiguo il mio ruolo: dovevo fare anche la parte del padre e a poco a poco in me è prevalsa la durezza. Avevo sempre paura di sbagliare e sono diventata insicura». E adesso? «Sono stanca». E' proprio così banale? Cesare Martinetti «Devono fare i conti anche col rigetto sociale che le circonda molto spesso» Un mondo sommerso ma che è in crescita «Stanno sempre in casa e ci stanno male» «Faccio fatiche immani Se mio marito chiedesse di tornare gli aprirei le porte della mia casa ho paura di commettere errori coi ragazzi sono diventata insicura» LA NUOVA VITA BEGLI EX SPOSATI CONDIZIONE FAMILIARE DI DONNE E UOMINI SEPARATI-DIVORZIATI SECONDO L'ELABORAZIONE DELL'EDITRICE "IL MULINO" SU DATI ISTAT Devono fare i conti anche col rigetto sociale che le onda molto spesso» n mondo sommerso ma che è in crescita nno sempre in casa e ci stanno male» 100 UOMINI DIVORZIATI SEPARATI 45 FAMIGLIA IMPERSONALE FAMIGLIE CON UN SOLO GENITORE A NUOVA VITA GLI EX SPOSATI ONDIZIONE FAMILIARE DI DONNE E UOMINI SEPARATI-DIVORZIATI SECONDO L'ELABORAZIONE DELL'EDITRICE MULINO" SU DATI ISTAT 20 12 COPPIA COPPIA- CONIUGATA CONVIVENTE 14 ALTRI TIPI DI FAMIGLIA

Persone citate: Alba Matteoni, Alessandra Lancellotti, Cesare Martinetti, Clotilde Calfa, Franzinetti, Lancellotti, Mara Mosca, Roberto Perotti, Vicky Franzinetti

Luoghi citati: Europa, Torino