Delitto di Marta, nastro sconfessa la superteste di Fra. Gri.

Delitto di Marta, nastro sconfessa la superteste Proposte in aula alcune intercettazioni Delitto di Marta, nastro sconfessa la superteste La Alletto: «Nell'aula 6 io non c'ero» Ma il cognato-poliziotto la convince ROMA, Ci sono voluti molti giorni e molti interrogatori per sbloccare la testimonianza di Gabriella Alletto, la segretaria di Filosofia del diritto, diventata la principale accusatrice di Scattone e Ferraro. Non a caso anche lei è indagata di favoreggiamento, accusata dalla Procura di aver voluto inizialmente «coprire» le responsabilità dei due imputati. Ma ora, trascrizioni di intercettazioni alla mano, si può leggere in che maniera gli investigatori hanno fatto saltare il coperchio di questa testimonianza. Il giorno 11 giugno 1997, Gabriella Alletto viene interrogata a lungo dal pm Carlo Lasperanza. Durante le pause dell'interrogatorio, il cognato di Gabriella Alletto, che fa di mestiere il poliziotto, la esortava: «Tu ci servi come testimone, per chiudere il processo... ci servi più della persona che dice le cose». Agli atti, fino a quel momento, c'erano le mezze ammissioni della ricercatrice Chiara Lipari e dell'archivista Francesco Liparota. Così il cognato-poliziotto può dire alla donna: «Gabrié, i fatti stanno che quelli ti hanno visto là. Tu non ti ricordi che hai fatto. Quelli però si ricordano di te». Lei nega. Nega decisamente. «Giuro sui figli. Nell'aula 6 io non c'ero», Però il cognato insiste: «Ti arrestano, Gabrié. Si parla di omicidio, oh! Non sta' a coprire nessuno... questi qua si ammazzassero, foltitene cognata. La cosa più importante è chiudere 'sta pratica. Tu ci devi dire chi eravate là dentro? Tutti...». Alletto: «Gino, io non lo so. Non ce stavo. Me credi, Gino? Io so' andata in segreteria». Il poliziotto: «Ti hanno dato la possibilità di salvarti... come te la sta dando adesso il dottor Lasperanza». I toni di questa conversazione si fanno sempre più strazianti. Ma anche sempre più pressanti. Sempre il poliziotto: «E qua c'è un rischio di farti carcerare... Questi ti carcerano per favoreggiamento... Uno di questi giorni arrestano quelli che stavano in quella stanza, a te non ti arrestano, ma successivamente possono pure." A Gabrié, chi ci poteva stare in quella stanza?». Gabriella Alletto nel frattempo s'è scagliata contro quelli che l'avevano nominata. Chiara Lipari è una «sciroccata, svampita, anoressica». Liparota, «quell'altro stronzo che va a di' proprio che mi aveva visto là dentro. E' uno stonato». Ma intanto, per descrivere l'aula 6, lei che sostiene di non esserci entrata quella mattina, dice: «'Sta persona non è che ha fatto così... questo si è dovuto mette all'angolo estremo della finestra perché ci ha quell'armamentario dell'Emerson (il condizionatore, ndr), quindi si è dovuto mettere proprio in posizione per poter fare questa cosa. Non è stata una sbadataggine». La mattina dopo, dirà a un'amica: «Non mi conviene dire che non c'ero. Lo sanno che non c'ero. Ma vogliono un teste». Due giorni dopo confessa. [fra. gri.]

Persone citate: Carlo Lasperanza, Ferraro, Francesco Liparota, Gabriella Alletto, Lasperanza, Liparota, Scattone

Luoghi citati: Gabrié, Lipari, Roma