«Per i quadri c'era già il compratore» di Francesco Grignetti

«Per i quadri c'era già il compratore» Un ricettatore romano stava per impossessarsi dei due Van Gogh e del Cézanne «Per i quadri c'era già il compratore» Bloccati mentre stavano trattando ROMA. Non erano poi così sprovveduti, questi rapinatori di Van Gogh e Cézanne. Quando decisero il colpo alla Galleria nazionale d'arte moderna, erano sicuri di avere un compratore. La vendita poi è sfumata, non si capisce se per questioni di prezzo o se perché l'acquirente s'è spaventato, ma le opere avrebbero preso il volo lo stesso. Questione di tempo. E quando le irruzioni di carabinieri e polizia hanno interrotto i giochi, tre sere fa, infatti, c'era in corso una trattativa. 0 forse più di una. Sicuramente con un ricettatore romano, che però non aveva alcuna intenzione di tirare fuori sull'unghia i 20 miliardi che i rapinatori chiedevano. «Prima o poi questo tipo di refurtiva trova un compratore. E' solo questione di tempo e di soldi», ripeteva l'altro giorno, sornione, il procuratore aggiunto Italo Ormanni. L'attenzione della magistratura, infatti, s'è ora concentrata su questa sorta di asta che i rapinatori cercavano di mettere hi piedi. A un certo punto, infatti, mentre il compratore romano nicchiava, molti uomini della banda si sono imbufaliti. E' partita la corsa verso altri ricettatori, in Italia e all'estero. E di queste trattative, in molti casi più sperate che avviate, i malviventi non facevano che parlare tra loro. Imprudentemente. Tanto che il capobanda Eneo Ximenes, in questura, quando s'è reso conto che le sue parole dell'ultimo mese erano state tutte registrate, è sbottato: «Complimenti, mi sono fottu- to». Nelle varie chiacchiere, è stata ventilata anche - e gli investigatori lo hanno sentito in presa diretta, avendo rimpinzato di microfoni la macchina di Ximenes e il bar di Alessandro Sinti - la vendita dei quadri rubati a un uomo politico torinese, dell'opposizione, che li avrebbe comprati «per fini elettorali». Pronto a tirarli fuori e a presentarsi come salvatore della patria. Questa pista dell'uomo politico suscita il massimo scetticismo negli investigatori, però. Perché appare illogica: non sarebbe mi boomerang, per un politico, mostrarsi in commercio con la malavita? E poi perché a dimostrarsi scettici erano gli stessi malviventi quando ne parlavano tra loro. Il «contatto» era stato rivendicato da uno che agli occhi della banda si vantava troppo e non concretizzava mai niente. Un truffaldino di mezza tacca a cui dare poco credito. I due rapinatori romani pensavano piuttosto a una trappola per portargli via i «loro» c^adri. Si approfondirà, comunque. Le opere intanto sono tornate al loro posto. Ieri sera, dopo che il commissario capo Massimo Di Bernardini, dirigente di Squadra Mobile, ha portato personalmente l'ordine di dissequestro alla sovrintendente della Galleria d'arte moderna Sandra Pinto. Qualche ora per sistemare la sala, mettere i vetri e la nuova cornice, e infine, alle 19, accolti dall'applauso dei giornalisti presenti, i quadri sono tornati visibili. La sovrintendente Pinto era raggiante quando ha potuto inaugurare la saletta dei quadri tornati felicemente a casa. L'intera galleria è adesso tappezzata di cartelli che indicano dove si trovano i «quadri recuperati». Ci si aspetta che nei prossimi giorni diventino elemento di richiamo. Addirittura s'è mobilitata l'associazione ex carabinieri che ha garantito un surplus di sor¬ veglianza. E ora il sistema d'allarme funziona, in collegamento diretto con le sale operative di polizia e carabinieri. Le sale d'esposizione sono state anche rimpinzate di sensori e cellule fotoelettriche. Scattano sirene e allarmi al solo avvicinare una mano o spostare un quadro. E poi c'è la tranquillità, pagata a caro prezzo psicologico, di non avere più una talpa tra i dipendenti. Sbotta infatti la sovrintendente: «La sicurezza maggiore ci viene dal non avere più una custode complice della malavita». Francesco Grignetti Smentita la pista di un politico torinese Da ieri sera le tele sono ritornate nella Galleria d'arte moderna L'ingresso della Galleria Nazionale d'arte moderna di Roma e uno dei quadri rubati, «L'Arlesiana», mentre viene di nuovo esposto

Persone citate: Alessandro Sinti, Di Bernardini, Italo Ormanni, Sandra Pinto, Van Gogh, Ximenes

Luoghi citati: Italia, Roma