Berlusconi condannato per corruzione

Berlusconi condannato per corruzione Due anni e 9 mesi nel processo per le bustarelle da 400 milioni alla Guardia di finanza Berlusconi condannato per corruzione // tribunale di Milano accoglie le accuse delpm Colombo Ritenuti colpevoli anche due manager Fininvest e tre finanzieri MELANO. Condannato Silvio Berlusconi, a due anni e nove mesi per concorso in corruzione. Assolto «per non aver commesso il fatto», suo fratello Paolo, che si era addossato la responsabilità delle tangenti alla Guardia di Finanza. Il tribunale, presieduto da Francesca Manca, ha disintegrato così la tesi difensiva della Fininvest dimostrandosi, in un certo senso, più determinato della pubblica accusa nel ritenere Silvio Berlusconi principale responsabile degli episodi al centro del processo. Cioè il pagamento ad alcuni finanzieri di tangenti per circa quattrocento milioni al fine di «ammorbidire» le verifiche fiscali in tre aziende del gruppo (Mondadori, Mediolanum e Videotime) e i risultati dell'indagine sull'effettivo assetto azionario di Telepiù. Assolto Paolo, condannato Silvio e condannati assieme a lui il responsabile dei servizi fiscali Salvatore Sciascia (due anni e sei mesi) e il manager Alfredo Zuccotti (un anno e quattro mesi). Questo per quanto riguarda la Fininvest. Per i finanzieri che hanno intascato i soldi la condanna maggiore è stata inflitta a Giuseppe Capone (3 anni), seguito da Francesco Nanocchio (2 anni e 2 mesi) e da Giovanni Arces (2 anni). Assolto invece, e con formula piena, il colonnello Vincenzo Tripodi. L'elenco delle condanne fini- sce con i dieci mesi inflitti all'avvocato, e ora parlamentare di Forza Italia, Giovanni Maria Berruti. E' stato ritenuto responsabile di favoreggiamento: un episodio apparentemente marginale, in realtà importantissimo per capire il livello di responsabilità attribuito a Silvio Berlusconi. Condannando Berruti il tribunale ha infatti stabilito che c'era stato davvero, nel luglio del '94, l'incontro a Palazzo Chigi tra Berruti e Berlusconi, all'epoca presidente del Consiglio; e ha stabilito che in quell'incontro si parlò dell'inchiesta milanese sulle tangenti alla Finanza e che, lasciato Palazzo Chigi, Berruti telefonò ad un sottufficiale della Finanza, suo amico, perché chiedesse al colonnello Tanca di tacere sulla verifica alla Mondadori. Non solo. Il tribunale è talmente convinto di questa versione dei fatti dall'aver deciso di inviare gli atti alla procura, affinché proceda per falsa testimonianza, contro Niccolò Querci e Marinella Brambilla, collaboratori di Silvio Berlusconi. I quali dichiararono in aula che Berruti andò sì a Palazzo Chigi ma che l'incontro non ci fu. E invia quegli atti non solo perché il pm Gherardo Colombo li aveva chiesti (così come per l'ex ministro Rino Formica, che aveva deposto sul trasferimento di un finanziere) ma facendo esplicito riferimento all'articolo 207 del codice di procedura. Dove è il giudice stesso che «ravvisa gli indizi di falsa testimonianza». Episodio importante, per le tesi dell'accusa, quell'incontro tra Berlusconi e Berruti. Tanto che fu al centro dell'interrogatorio avvenuto nel dicembre '94 alla procura di Milano: la prima e unica volta in cui Berlusconi accettò di farsi sentire dal pool obbedendo a queir «invito a comparire» che gli era arrivato un mese prima. Tra furibonde polemiche, visto che in quei giorni presiedeva una conferenza internazionale a Napoli. Ed è stato sempre per questo processo che, per la prima ed unica volta, Silvio Berlusconi si è fatto vedere in un'aula di tribunale. Alla prima udienza, il 17 gennaio del '96. Oltre due anni fa: e nel frattempo è successo di tutto. Compresa la sostituzione dei giudici dopo che il precedente presidente, Carlo Crivelli, si era dimesso in seguito alle polemiche su una sua infelice frase («Useremo il bastone e la carota»). Il 30 gennaio scorso il pm Gherardo Colombo ha svolto la sua requisitoria, basata su una tesi che i giudici hanno accolto in toto: la Fininvest ha corrotto i finanzieri, non è stata assolutamente vittima di concussione; Silvio Berlusconi ne era consapevole («Non ho mai detto che "non poteva non sapere": sapeva benissimo e ha preso lui le decisioni», dichiarò Colombo). Accolta la tesi, accolte sostanzialmente le richieste (3 anni quella per Silvio Berlusconi). Salvo in due casi: Tripodi e Paolo Berlusconi. Il pm aveva chiesto per lui 2 anni e 4 mesi, ritenendolo comunque responsabile. Secondo il tribunale, invece, si è offerto come capro espiatorio. Era venuto in aula a leggere una dichiarazione spontanea: «Decisi io di dare l'avallo a Sciascia per pagare i finanzieri. Non avevo nessuna ne- j cessità di portare quel brut- I to problema sul tavolo di mio fratello, e non lo feci». I giudici non gli hanno creduto neanche un po'. Susanna Marzolla Assolto il fratello Paolo che si era addossato la responsabilità dei pagamenti Il giudice: si offrì come capro espiatorio SILVIO BERLUSCONI 1 ANN! E 9 MESl PAOLO BERLUSCONI ASSOLTO ALFREDO ZUCCOTTI EX DIRETTORE AMMINISTRATIVO FININVEST 1 ANNO E 4 MESl SALVATORE SCIASCIA RESPONSABILE SERVIZI FISCALI FININVEST 2 ANNI E 6 MESl GIOVANNI MARIA BERRUTI CONSULENTE FININVEST 10 MESl GIOVANNI ARCES MARESOALLO GUARD1A Dl FINANZA % ANNI GIUSEPPE CAPONE MARESCIALLQ GUARDIA Dl FINANZA 3 ANNI FRANCESCO NANOCCHIO MARESCIALLQ GUARDIA Dl FINANZA 1 ANNI E 2 MESl VINCENZO TRIPODI TENENTE COLONNELLO GUARDIA Dl FINANZA ASSOLTO Un avvocato crede per un attimo a un verdetto al contrario: assolto Silvio, punito il fratello più giovane SILVIO BERLUSCONI GIOVANNI ARCES GIUSEPPE CAPONE FRANCESCO NANOCCHIO CONDANNATI A RIFONDERE AL MINISTERO DELLE FINANZE I DANNI PATRIMONIALI E NON PATRIMONIALI prò Colombo). la tesi, accolte sostan le richieste (3 anni Silvio Berlusconi). Sal casi: Tripodi e Paolo i. Il pm aveva chiesto nni e 4 mesi, ritenenunque responsabile. l tribunale, invece, si ome capro espiatorio. to in aula a leggere arazione spontanea: di dare l'avallo a er pagare i finanzievevo nessuna ne- j portare quel brut- I ma sul tavolo di lo, e non lo feci». ci non gli hanno eanche un po'. anna Marzolla SILVIO GIOVGIUSEFRANCESCO NCONDANNATI A AL MINISTERO DELI DANNI PATE NON PAT

Luoghi citati: Milano, Napoli