Staffetta al vertice Mediaset di Zeni

Staffetta al vertice Mediaset Confalonieri soddisfatto dei conti: «Mai andati così bene come in questo momento» Staffetta al vertice Mediaset A Carlotti «lo spagnolo» le redini della Tv MILANO. Il nuovo che avanza, in casa Mediaset, ha il nome di Maurizio Carlotti, ex proconsole in Spagna, l'uomo di Telecinco. Tutto secondo copione visto che erano settimane che il «ribaltone» a metà del vertice delle tv berlusconiane era noto e stranoto. Via due amministratori storici, dunque: Adriano Galliani che passa a tempo pieno a un Milan che non è più solo calcio («La quotazione - ha assicurato ieri lo stesso Galliani avverrà entro il 2000») e via Carlo Bernasconi, l'uomo che nel cinema era nato e al cinema (la Medusa) è tornato. Dentro il nuovo che avanza, inteso come il neoamministatore Carlotti che, come ha ratificato il consiglio d'amministrazione di ieri mattina (che ha deliberato anche un aumento di capitale di 328 milioni destinato al piano di stock option per i dirigenti), d'ora in avanti sarà «l'uomo dei inedia e dei contenuti», in altre parole il guardiano delle tv, l'uomo che (insieme al direttore generale Mario Brugola) presiederà il cuore e l'anima del gruppo che sono poi Canale 5, Italia uno e Rete quattro. Al fianco di Carlotti, inedito tandem che il presidente Fedele Confalonieri assicura «di prim'ordine», resta l'uomo della pubblicità, Giuliano Adreani, successore di Dell'Utri in Pubblitalia, la cassaforte. Sotto cinque direzioni centrali, un inedito. Stiamo pensando al futuro, spiega Confalonieri, presentando il nuovo che avanza in casa Mediaset. Soddisfazione per i conti che, dice, «non sono mai andati bene come in questo momento»: a fine giugno, aggiunge, «il fatturato era in crescita del 12% rispetto a un anno fa». Exploit che ha dell'incredibile, a detta degli uomini Mediaset che sottolineano come anche in giugno la crescita (#'4%) non si sia fermata nonostante la concorrenza in onda sulla Rai, niente meno che l'evento dell'anno, France '98, i campionati mondiali di calcio che hanno drenato audience e spot a raffica. Frenata prevista che non ha però peggiorato il trend se è vero che il Roe '98 «sarà superiore al 13,2%». Conti in regola e squadra rinnovata, dunque. Non che Galliani e Bernasconi siano stati scaricati, non sia mai. Calcio e cinema, mette subito le mani avanti Confalonie¬ ri, sono nel cuore dell'azionista Fininvest che, detto per inciso, non ha ancora chiuso la partita Standa: dopo lo stop alla cordata Coin-Coop, la trattativa con Gianfelice Franchini in cordata con il Mediocredito lombardo va avanti a rilento, meno spedi¬ ta di quanto qualcuno prevedeva: «La vedo difficile», è l'ammissione significativa di Giuseppe Vimercati, presidente del Mediocredito, che lascia intendere uno scenario di rottura. In vista uno stop con Franchini per far largo a qualcun altro? Si vedrà. Intanto, si diceva, Mediaset va per la sua strada: vecchi colonnelli vanno a rafforzare business che promettono faville, nuovi graduati arrivano a dare uno scossone là dove tutto cambia per antonomasia, le tv. Perché guai a star fermi nel mondo virtuale dell'etere. Come sarà la Mediaset del 2000? Nega d'aver ricevuto offerte per una rete tv dal presidente di Rcs Cesare Romiti, Confalonieri: «Mica vero». Spiega che il domani del gruppo «passa attraverso la creazione di una televisione europea». Addio piccola Italia, inevitabile. E inevitabilmente riecco i progetti di partnership, di alleanze strategiche, di jointventure e chissà cos'altro: piani e progetti che passano attraverso gli amici di sempre come il tedesco Leo Kirck e i francesi di Canal Plus ma anche con chi nemmeno sei mesi fa aveva ritentato di far sua la Mediaset, il magnate Rupert Murdoch, l'uomo che aveva offerto 7mila miliardi e che dopo qualche esitazione si era sentito rispondere «non vendo» da Silvio Berlusconi. E adesso eccolo rispuntare, Murdoch. Ammette Confalonieri: «E' possibile recuperare i discorsi affrontati all'inizio dell'anno ma non più per vendere, per lavorare insieme». Qualcosa si muove, insomma. E se è prematuro individuare la nuova realtà («Al momento non ci sono notizie ma solo progetti di notizie», frena Fedele Confalonieri) il progetto è ambizioso, stringere un'alleanza europea per gareggiare alla pari con i grandi network Usa. Armando Zeni Maurizio Carlotti (sin.) amministratore delegato Mediaset e (in alto) Fedele Confalonieri il «numero uno» della Fininvest Standa, si complica la trattativa Franchini

Luoghi citati: Italia, Milano, Spagna, Usa